Napoli vista dalle donne e con le donne: la proposta turistica nell’anno del Giubileo

Monache, benefattrici, guaritrici, educatrici: ognuna di loro ha lasciato un’importante eredità nel tessuto sociale e culturale della città. In programma 8 itinerari, 77 visite guidate, 18 incontri musicali e il pellegrinaggio di riconciliazione

di CHIARA GIACOBELLI
21 febbraio 2025
L'interno della Chiesa di Santa Regina Coeli

L'interno della Chiesa di Santa Regina Coeli

Napoli si presenta come non l’avete mai conosciuta, attraverso lo sguardo di donne impavide e rivoluzionarie che, protagoniste silenziose ma fondamentali dei secoli scorsi, ne hanno segnato profondamente la storia. Monache, benefattrici, guaritrici, educatrici: ognuna di loro ha lasciato un’importante eredità nel tessuto sociale e culturale della città.

Per celebrare il Giubileo è nato il progetto ‘Donne di fede, carità e speranza. Percorsi giubilari nei conventi e nei monasteri di Napoli’, promosso dall'Assessorato al Turismo del Comune di Napoli in collaborazione con l'Arcidiocesi di Napoli e ideato dalla professoressa Adriana Valerio, Delegata arcivescovile.

L'antico Lazzaretto, oggi Ospedale della Pace
L'antico Lazzaretto, oggi Ospedale della Pace

Otto sono gli itinerari attraverso cui si potranno ripercorrere le vite di donne che hanno saputo trasformare la fede in azione concreta, influenzando la società partenopea con la loro determinazione e lo spirito di accoglienza. L'iniziativa non si limita a raccontare il passato, ma vuole essere uno spunto per riflettere su quanto queste figure femminili possano ancora ispirare il presente.

Fino al 21 dicembre si susseguiranno 77 visite guidate e 18 incontri musicali, momenti di condivisione e approfondimento per conoscere da vicino queste straordinarie realtà. Gli eventi sono gratuiti fino a esaurimento posti, con prenotazione obbligatoria. Ad essi si aggiunge in calendario il Pellegrinaggio di riconciliazione, un viaggio interiore tra alcuni dei luoghi simbolo della fede napoletana: le Chiese Gesù Nuovo, Santi Filippo e Giacomo, San Giorgio Maggiore e la Porta Giubilare del Carmine. Questo momento di raccoglimento e meditazione si terrà il 23 settembre dalle 18.00 alle 19.30.

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Napoli, nella nuova stazione Chiaia della metropolitana le opere di Peter Greenaway

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Il primo degli otto itinerari si intitola ‘L’educazione e la conoscenza: l’eredità delle maestre’ e si terrà nelle date del 13 marzo, 10 aprile, 15 maggio, 12 giugno, 10 luglio, 11 settembre, 9 ottobre, 13 novembre, 11 dicembre, sempre alle ore 16. Protagoniste le educatrici e le donne che, attraverso la conoscenza, hanno cercato un riscatto sociale e intellettuale; i luoghi simbolo della formazione femminile in città sono le chiese di Santa Maria di Costantinopoli e Sant'Antoniello a Port'Alba, un tempo rifugi per le ragazze della nobiltà e della borghesia, ma anche un’opportunità per alcune di accedere all'istruzione e, con essa, a una nuova consapevolezza di sé e del proprio ruolo nel mondo. Tra le figure femminili che hanno segnato la storia dell'istruzione Eleonora Pimentel Fonseca, che grazie alla sua vasta cultura divenne una delle protagoniste della Repubblica Napoletana del 1799; Adelaide del Balzo Pignatelli, fondatrice della prima scuola professionale femminile a Napoli; Matilde Serao, giornalista e scrittrice che raccontò la condizione femminile con uno sguardo innovativo.

Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli

Port’Alba è famosa anche per le sue librerie storiche, alcune delle quali esistono da secoli, testimoniando l’importanza della lettura e del sapere in questa parte della città. Se la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli colpisce per i suoi affreschi e il valore sociale, Sant'Antoniello fu uno degli educandati più importanti della città. Oggi conserva pregevoli decorazioni interne, affreschi tardo barocchi e un'atmosfera raccolta; è inoltre sede della BRAU (Biblioteca di Ricerca di Area Umanistica) e dunque luogo adibito ancora adesso alla conoscenza.

‘La Cura e La Speranza’ avrà invece luogo 13 marzo, 10 aprile, 15 maggio, 12 giugno, 10 luglio, 11 settembre, 9 ottobre, 13 novembre e 11 dicembre alle ore 10. Napoli è da sempre una città dove la medicina non è solo scienza, ma anche vocazione, arte e solidarietà. Sin dal Rinascimento monache infermiere, levatrici, guaritrici e medichesse hanno saputo coniugare conoscenze erboristiche, tecniche chirurgiche e spirito caritatevole, dando vita a una tradizione ospedaliera che ha lasciato un segno profondo nella storia della città.

L'Ospedale della Pace
L'Ospedale della Pace

Tra corsie silenziose, chiostri affrescati e antichi strumenti medici, l’itinerario ripercorre questa straordinaria eredità attraverso alcuni degli ospedali più emblematici di Napoli: in primis la SS. Annunziata, uno dei più antichi della città fondato nel XIV secolo come luogo di accoglienza per madri e neonati in difficoltà, con la celebre “Ruota degli Esposti”; si prosegue al Lazzaretto, oggi conosciuto come Ospedale della Pace, una struttura densa di storia che ci riporta ai secoli delle grandi epidemie che hanno flagellato Napoli.

Il tour si conclude con la visita all’Ospedale degli Incurabili, fondato nel 1522 da Maria Lorenza Longo, Governatrice del complesso. Un tempo centro di cura per gli indigenti, ospita oggi il Museo delle Arti Sanitarie, con un’incredibile collezione di strumenti chirurgici, antichi trattati di medicina e farmacopea, testimonianze della chirurgia e dell’ostetricia praticate nei secoli. Tra le sezioni più affascinanti, quella dedicata all’anatomia e alla dissezione, con modelli in cera di straordinaria precisione, oltre alla sala degli strumenti ginecologici e ostetrici.

La Farmacia degli Incurabili
La Farmacia degli Incurabili

La terza visita guidata, dal titolo ‘I segni dei tempi: gli emarginati’, è prevista per le giornate del 14 marzo, 11 aprile, 16 maggio, 13 giugno, 11 luglio, 12 settembre, 10 ottobre, 14 novembre, 12 dicembre alle 10. I monasteri di San Gregorio Armeno e Santa Maria Donnaromita offrono qui un viaggio affascinante nella metamorfosi di spazi un tempo esclusivamente religiosi, ora aperti alla comunità; si tratta di un percorso che racconta non solo la grandezza del barocco napoletano, ma anche il passaggio da una fede vissuta in clausura aristocratica a una spiritualità inclusiva e solidale.

La Chiesa di San Gregorio Armano
La Chiesa di San Gregorio Armano

L’itinerario prende il via da San Gregorio Armeno, uno dei monasteri benedettini più antichi e suggestivi di Napoli, incastonato nella celebre Strada dei Presepi. Lo splendore degli stucchi dorati, i dipinti della scuola di Francesco Solimena e il sontuoso chiostro con la sua fontana cinquecentesca creano un’atmosfera di meraviglia, ma il tesoro più prezioso è forse il corpo incorrotto di Santa Patrizia, compatrona di Napoli, il cui sangue ogni martedì si liquefa come quello di San Gennaro. Si arriva quindi a Santa Maria Donnaromita, fondata nel Medioevo ma trasformata nel XVII secolo: il monastero colpisce per la maestosità della sua cupola affrescata e per la raffinatezza del suo interno.

‘Sinfonia di fedi. Percorso Ecumenico. Niente è perduto’ potrà essere prenotato per i giorni del 15 marzo, 12 aprile, 17 maggio, 21 giugno, 12 luglio, 13 settembre, 25 ottobre, 15 novembre e 6 dicembre alle 10. Il cuore pulsante di Napoli si fa questa volta palcoscenico di un itinerario che intreccia storia, arte e fede, in un dialogo aperto tra tradizioni religiose diverse. L'iniziativa porta alla scoperta di luoghi di straordinario valore storico e spirituale: i Conservatori di San Nicola a Nilo e dei Santi Filippo e Giacomo, un tempo rifugi sicuri per ragazze in difficoltà e oggi realtà vive grazie all’impegno della Comunità di Sant’Egidio; infine, tappa alla Chiesa Evangelica Valdese. La scelta degli spazi non è casuale: il Conservatorio di San Nicola a Nilo, incastonato nei vicoli carichi di memoria del centro antico, conserva ancora l’eco delle preghiere e dei canti delle ragazze accolte nei secoli passati, quando la musica rappresentava una speranza di riscatto e integrazione. Poco distante, il Conservatorio dei Santi Filippo e Giacomo racconta una storia simile, mentre la Chiesa Evangelica Valdese sfida il tempo con la sua architettura austera e carica di significato.

Proseguiamo con ‘Il silenzio e la ricerca di Dio’ il 30 marzo, 27 aprile, 18 maggio, 29 giugno, 27 luglio, 28 settembre, 26 ottobre, 30 novembre, 21 dicembre alle 10. Si parte dal Complesso Monumentale di San Giovanni a Carbonara, autentico scrigno di storia, arte e spiritualità: con la sua architettura gotico-rinascimentale, è considerato uno dei complessi monumentali più affascinanti di Napoli, sebbene sia ancora oggi poco noto rispetto ai grandi circuiti turistici, ma proprio per questo sia capace di regalare emozioni autentiche.

Qui si trova il grandioso Mausoleo di Re Ladislao, uno dei più straordinari monumenti funebri dell’arte rinascimentale. Poco lontano il Giardino medievale di Re Ladislao è un piccolo gioiello verde che si apre come una sorpresa dietro l’abside, dove la natura e l’architettura dialogano in perfetta armonia. Tra alberi secolari e profumi di piante aromatiche si riscopre un tempo più lento, quasi monastico, che invita alla meditazione e al raccoglimento.

Il percorso ‘La fede che trasforma la vita’ interessa le giornate del 27 marzo, 24 aprile, 30 maggio, 26 giugno, 24 luglio, 25 settembre, 23 ottobre, 27 novembre, 11 dicembre alle ore 16. L’itinerario racconta le figure di Maria Longo e Giovanna Antida Thouret, le quali hanno mostrato come la potenza della devozione si possa tradurre in azione concreta: la prima fu una nobile spagnola che diede vita all'Ospedale degli Incurabili e al Monastero delle Clarisse Cappuccine, dedicando poi la propria vita alla cura dei malati; la seconda fondò le Suore della Carità, che nel difficile contesto post-rivoluzionario portò conforto agli ultimi, dando forma a una rete di accoglienza e istruzione.

Chiesa di Santa Maria Regina Coeli - Il Refettorio
Chiesa di Santa Maria Regina Coeli - Il Refettorio

Entrando nella Chiesa di Santa Maria in Gerusalemme si è avvolti da un'atmosfera di raccoglimento, tra le antiche mura che hanno visto passare secoli di silenziosa preghiera e operosa dedizione. Tra le opere d'arte spicca il soffitto ligneo intagliato e dorato, mentre le tele custodite all'interno raccontano episodi di vita religiosa e momenti di intensa spiritualità. A pochi passi, la Chiesa di Santa Maria Regina Coeli affascina con la sua facciata severa, che nasconde però un interno riccamente decorato con stucchi barocchi e affreschi. Qui l'eredità di Giovanna Antida Thouret si respira tra i ricordi di una missione vissuta con fervore, testimoniata anche da reliquie e documenti. Di particolare interesse sono la farmacia e il chiostro cinquecentesco, con il suo colonnato in piperno e il pozzo centrale, simbolo della vita conventuale.

Il Chiostro di Santa Maria Regina Coeli con la statua di Antita Thouret
Il Chiostro di Santa Maria Regina Coeli con la statua di Antita Thouret

La penultima passeggiata è stata rinominata ‘Preghiera e azione’, prevista per il 28 febbraio, 28 marzo, 30 maggio, 27 giugno, 25 luglio, 26 settembre, 24 ottobre, 28 novembre e 19 dicembre alle ore 11.30. Pochi luoghi come il Monastero delle Clarisse di Santa Chiara e la Chiesa di Santa Marta sono dimostrazione del fitto intreccio tra passato e presente. La visita guidata offre un’opportunità unica per esplorare questi due gioielli del patrimonio storico e artistico partenopeo, mettendo in luce come, nei secoli, abbiano rappresentato due approcci diversi, ma complementari, alla vita quotidiana: la dimensione contemplativa e quella operativa.

Il Monastero delle Clarisse di Santa Chiara fu fondato nel XIV secolo da Roberto d’Angiò e dalla regina Sancia di Maiorca come luogo di raccoglimento e al contempo capolavoro d’arte e storia. I partecipanti avranno qui la possibilità di un incontro diretto con le clarisse, note anche per la loro abilità nel confezionare dolci per gli ospiti. Dall’altra parte della città, la Chiesa di Santa Marta esprime un altro volto di Napoli, quello legato alle opere concrete di assistenza e accoglienza. Fondata nel Trecento, questa chiesa poco conosciuta è un vero scrigno d’arte, con affreschi e decorazioni che rispecchiano il gusto raffinato delle epoche passate. Per l'occasione ci sarà una mostra presepiale con "pastori" raffiguranti le attività delle donne.

In conclusione, ‘Emigrate’è da segnare in agenda per l’1 marzo, 26 aprile, 31 maggio, 28 giugno, 26 luglio, 27 settembre, 25 ottobre e 20 dicembre alle ore 10. Si tratta di uno sguardo inedito sul Monastero dei Santi Severino e Sossio e sul Complesso di Monteverginella, gestito dalle Salesiane di don Bosco; non un semplice percorso storico, ma un viaggio tra documenti rari, testimonianze toccanti e storie di speranza e riscatto, tra i sacrifici e il coraggio di chi ha affrontato il mare con la valigia piena di sogni e incertezze.

Il Monastero dei Santi Severino e Sossio è uno dei più importanti complessi monastici della città, con affreschi di epoca rinascimentale e una storia che affonda le radici nel X secolo; oggi ospita l’Archivio di Stato di Napoli, dove è possibile accedere a lettere, registri e documenti inediti. Durante la visita, la lettura di questi testi riporterà in vita storie dimenticate: dai sogni infranti di chi non è mai tornato alla tenacia di chi ha costruito nuove comunità, mantenendo vivo il legame con la propria terra d’origine.A pochi passi dal caos cittadino, il Complesso di Monteverginella rappresenta un altro aspetto di questa storia: quello dell’accoglienza e della speranza. Da secoli è infatti legato all’educazione e al riscatto sociale; se in passato le Salesiane di don Bosco accompagnavano gli emigranti, oggi continuano la loro missione di supporto ai giovani e alle famiglie in difficoltà.

Gli appuntamenti del sabato saranno arricchiti da momenti musicali, con formazioni acustiche che accompagneranno i visitatori in un viaggio sonoro suggestivo. Gli itinerari sono guidati da ragazze del progetto Destinazione Donna, formate dalla Diocesi per gli itinerari femminili.