Ci sono sviluppi della scienza e della tecnologia che rappresentano delle vere e proprie rivoluzioni e che come tali mutano in profondità le relazioni e le visioni del mondo, i lavori e le abitudini quotidiane. Allo stesso tempo destano timori e schiudono speranze. E questo vale senz’altro per tutto ciò che riguarda l’ultima delle rivoluzioni, presumibilmente la più ampia, con tutto ciò che di esso si può presumere e prevedere.
Si dicono molte cose diverse dell’Intelligenza Artificiale: e c’è chi ne sottolinea i pericoli, anche in termini di perdita di libertà e di marginalizzazione per i tanti, chi invece ne richiama la straordinaria opportunità in relazione alle sfide che ancora l’umanità ha di fronte.
Sicuramente ciò su cui tutti si può concordare è che più che mai abbiamo necessità di riflettere su questo futuro che in gran parte è già presente. E credo di particolare importanza che questo sia il tema 2024 del Festival di Luce!, un progetto editoriale che ha la sua ragione di essere nella buona informazione e nel confronto quale presupposto per l’affermazione dei diritti e l’inclusione.
Viviamo in una società sempre più complessa, investita da enormi mutamenti che hanno sovvertito ruoli, relazioni, riferimenti. E in tutto questo si gioca una partita decisiva per tutti coloro che finora hanno avuto meno voce in capitolo, a partire dai giovani e dalle donne.
Dipenderà solo da noi, da come sapremo governare il cambiamento, ma l’Intelligenza Artificiale apre un’altra partita per nuove presenze, nuove idee e nuove sensibilità, nuovi percorsi di studio e di lavoro.
E per tutto questo abbiamo bisogno non di ombra, ma di luce che illumini identità e differenze, che dia loro voce, crei possibilità di dialogo e di ascolto. Per questo abbiamo bisogno di progetti come Luce!, con cui di sicuro avremo modo di fare un altro importante pezzo di strada insieme.