Intelligenza e fantasia: l’umanità sa sognare e per questo vede lontano

L'articolo di Agnese Pini esplora il legame tra intelligenza artificiale e umanità, sottolineando la responsabilità nell'uso di questa tecnologia per il bene comune.

di AGNESE
19 ottobre 2024

Pini

Ci consentite, qui e ora, su questo fascicolo speciale e oggi mentre a Firenze ci troviamo a discuterne, il privilegio di un paradosso, la libertà della provocazione?

Se sì, lasciatecelo dire subito: non c’è niente di più umano dell’intelligenza artificiale. Perché anche questo potentissimo strumento di calcolo, di analisi e di interpretazione della realtà, altro non è se non il frutto della nostra intelligenza, del nostro intuito, delle capacità con cui l’uomo, fin dalle sue origini, ha guardato lontano, oltre se stesso.

Anche l’intelligenza artificiale è figlia della nostra curiosità, ed è bene tenerlo a mente.

Rimasi affascinata, anni fa, dalle parole con cui uno scienziato cercava di spiegare a me profana come ragiona la nostra mente. "Il cervello – disse, più o meno – funziona così: riceve delle informazioni e le elabora facendo dei velocissimi calcoli. Il risultato dei suoi calcoli si presenta sotto forma di pensiero". Il pensiero come calcolo, come pura matematica, come capacità di astrazione. Il resto, in fondo, è consequenziale. Consequenziale la teoria di Alan Turing, il grande e perseguitato matematico inglese che già nel 1950 pubblicò la sua più famosa domanda: "Se il pensiero è calcolo, una macchina che sa calcolare è in grado di pensare?". Consequenziali i vertiginosi ed enormi progressi della tecnica e delle scienze.

Consequenziale la domanda che ci scuote in questi anni difficili e densi di preoccupazioni: l’umanissima intelligenza artificiale è buona o è cattiva? Come tutte le cose che l’uomo ha prodotto o inventato, la risposta probabilmente sta nell’uso che ne faremo. Perché saremo sempre noi a dover scegliere tra la via del progresso, dell’inclusione, della condivisione dei traguardi, e la strada dell’egoismo, della bieca convenienza, del mondo senza etica né morale. Non possiamo sottrarci al dovere di scegliere. E oggi siamo qui anche per cercare di scegliere bene.