Ha iniziato con l’obiettivo di intrattenere, di allietare il pubblico con la musica della poesia, poi ha iniziato a utilizzare i versi per esprimere le sue opinioni, il suo dissenso. È un modo originale, al giorno d’oggi, con cui Davide Avolio, 25 anni, ha deciso di far sentire la sua voce. Giovane scrittore, divulgatore e creator, cura un’opera di divulgazione letteraria, sui social – con un seguito di circa 700mila persone fra Instagram e TikTok – e dal vivo, nelle scuole e nelle università.
Porta sul palco l’unicità della poesia e l’insostituibilità della figura del poeta, che, secondo Davide, non potrà mai essere sostituita dall’intelligenza artificiale. Questa tesi si fonda su due motivazioni principali. "In primo luogo, nessuna macchina sarà mai in grado di riprodurre la complessità emotiva e la sensibilità umana, due elementi centrali della poesia. Non sono la tecnica o l’intelligenza a definire un grande poeta, bensì la profondità della sua umanità e la capacità di interpretare il mondo attraverso un prisma emotivo unico".
In secondo luogo, "la poesia viene apprezzata soprattutto per il contesto umano in cui nasce. Poesie come quelle di Ungaretti hanno una forza particolare perché il lettore conosce il vissuto dell’autore. Una poesia scritta da una macchina, per quanto tecnicamente corretta, non avrebbe lo stesso impatto emotivo di una creata da un poeta in carne e ossa".