L’innovazione tecnologica sta rivoluzionando il mondo del lavoro con ritmi crescenti. La migliore risposta a questo fenomeno è racchiusa in un acronimo: STEM. Oggi è necessario disporre di un patrimonio di conoscenze tecnico-scientifiche a tutti i livelli e in tutti gli ambiti professionali. È, infatti, proprio il mismatch delle competenze a generare una sostanziale carenza di lavoratori in settori chiave come quelli legati all’hi-tech. Il disallineamento non risparmia Leonardo, player mondiale nel settore dell’alta tecnologia e leader nell’Aerospazio, Difesa & Sicurezza. Non a caso l’azienda – che oggi conta oltre 53mila persone, 111 siti produttivi nel mondo e una presenza commerciale in 150 Paesi – è in prima linea sul fronte degli investimenti nell’intelligenza di tutti i tipi, umana e artificiale, con l’obiettivo da una parte di individuare sul mercato le migliori professionalità, sensibilizzando le nuove generazioni alle discipline STEM, dall’altra di riorientare le proprie persone alla digitalizzazione.
L’azienda si pone, infatti, come acceleratore del processo di evoluzione tecnologica del Paese, e non solo. Una missione delineata nel piano industriale 2024-2028, in cui nuove tecnologie e digitalizzazione giocano un ruolo fondamentale. L’obiettivo è migliorare la competitività dei prodotti e dei servizi facendo leva sull’ecosistema dell’innovazione. Grazie, infatti, ai 2,2 miliardi di euro di investimenti del 2023, pari al 14% dei ricavi, Leonardo è al primo posto in Italia e al secondo tra le aziende europee del settore A&D per risorse destinate alla Ricerca e Sviluppo. Per traguardare gli obiettivi indicati nel Piano l’investimento nel capitale umano diventa un punto chiave. Uno scenario tecnologicamente avanzato quello di Leonardo – in cui ancora una volta le competenze giocano un ruolo chiave – con il supercalcolatore davinci-1 nella veste di architettura centrale. Si tratta di un’infrastruttura integrata di supercalcolo e cloud computing con una potenza di 5 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo (Pflops), 200 server installati e 20 milioni di gigabyte in termini di dati gestiti.
Un motore fondamentale che ha la funzione di assicurare un continuum digitale e accelerare la trasformazione tecnologica verso la digitalizzazione dell’industria. La strategia di innovazione e digitalizzazione di Leonardo si fa ancora più marcata se si pensa ai futuri scenari come, ad esempio, lo Space Cloud, la capacità di collocare materialmente il cloud al di fuori dell’atmosfera terrestre attraverso algoritmi di Intelligenza Artificiale e Big Data e l’elaborazione dei dati onboard. Un traguardo che spalanca frontiere avveniristiche in campi di applicazione molto diversificati. In questo contesto altamente innovativo la ricerca e gestione delle competenze assume un ruolo determinante. Per usare le parole dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Leonardo, Roberto Cingolani, "bisogna investire in intelligenza di tutti i tipi, umana e artificiale”. Uno degli obiettivi del Gruppo è infatti quello di favorire programmi di upskilling e reskilling per mantenere le persone costantemente aggiornate sulle evoluzioni tecnologiche, avviando un percorso di digitalizzazione e rafforzamento del sistema professionale che rappresenta il ’cruscotto’ per il monitoraggio e la gestione dell’evoluzione delle competenze. Elemento centrale è la promozione dell’educazione digitale e la condivisione di conoscenze scientifiche, competenze tecnologiche e innovazione con le comunità di riferimento. Tre gli obiettivi: rendere le discipline STEM più attrattive – da qui la collaborazione con università, politecnici e centri di ricerca - rafforzare la filiera dell’innovazione, ridurre il divario educativo e sociale nei territori di riferimento.