L’intelligenza artificiale cambierà il volto dell’istruzione, ma in che modo? Ne abbiamo parlato con Valerio Mammone, direttore di ScuolaZoo, la community digitale seguita da oltre 6 milioni di giovani.
Quale impatto avrà l’IA sull’istruzione?
"Davanti a ogni nuova tecnologia, la società si divide tra chi la vede come un pericolo e chi la esalta come una soluzione. Credo sia importante trovare una posizione equilibrata. Ha sicuramente delle potenzialità, ma il suo impiego nella scuola dipenderà da diversi fattori".
A cosa si riferisce?
"Ci sono tre aspetti fondamentali. Il primo riguarda l’etica delle aziende che sviluppano questi strumenti, abbiamo già visto con i social cosa succede quando mancano regole chiare. Il secondo è la risposta dei decisori politici. Spesso la politica arriva tardi nel regolamentare, con l’intelligenza artificiale dobbiamo definire fin da subito regole chiare per garantire che sia integrata in modo positivo. Infine, l’elemento centrale, l’istruzione. Serve formare gli studenti, ma anche i docenti ed è importante che questo processo non venga lasciato esclusivamente alla scuola: è necessaria una strategia di accompagnamento per l’intera società".
Quali sono i rischi di questa trasformazione?
"Potrebbe ad esempio aggravarsi il fenomeno dei NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non si formano); accelerare la disoccupazione rendendo difficile il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro. L’IA avrà impatti sia sul mondo educativo che su quello lavorativo, e la competitività futura dipenderà dalla capacità di tutti di utilizzare questi strumenti".