Rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna dal 2019, il suo mandato è stato caratterizzato da una costante attenzione ai temi della mobilità sociale, della valorizzazione del merito, della dimensione sempre più internazionale delle attività di formazione, ricerca e “terza missione”, per portare impatto sulla società.
Sabina Nuti, quale sarà l’impatto dell’IA?
"Difficile immaginarlo. Certamente sarà una rivoluzione, come tante altre che hanno modificato la nostra società negli ultimi 150 anni. Se pensiamo, la vita media dell’uomo sulla terra prima era ferma e stabile sui trenta anni. Poi una impennata pazzesca con una crescita continua e velocissima della durata media della nostra vita fino ad arrivare agli 85 anni di oggi. Cosa è successo negli ultimi 150 anni? Una serie impressionante di scoperte e innovazioni ha sconvolto la società e ha migliorato nettamente il benessere e la salute umana e tutto questo grazie alla ricerca scientifica".
Hanno avuto anche delle conseguenze...
"Il progresso ha anche determinato delle criticità, prima fra tutte la sostenibilità ambientale, ma è ancora la ricerca scientifica che può aiutare il mondo a trovare le soluzioni per il futuro. Quindi non dobbiamo aver paura dell’IA se manteniamo libera e indipendente la ricerca, facilitiamo lo scambio dei dati e delle informazioni, rafforziamo gli investimenti pubblici in tutti i campi in cui può portare vantaggi alla comunità. I possibili danni derivano non dalla ricerca in sé ma dall’uso distorto che possiamo fare dei suoi risultati. Per questo si deve puntare sull’educazione e lo sviluppo culturale, colonne della democrazia".