Anche se il suo ultimo singolo s’intitola ’Non ho bisogno di te’, la condivisione per Noemi rimane importante. "La canzone non è una chiusura verso il mondo, ma verso un lui che se ne resta sprofondato nei propri pensieri e non mi parla, non mi risponde, facendomi sentire triste" racconta lei, all’anagrafe Veronica Scopelliti, 42 anni. "Insomma, vuol essere un’esortazione a scegliere le persone giuste per prenderci la felicità che ci spetta".
Solitaria?
"Vado a fasi. Da piccola ero molto solitaria, perché la gente, a cominciare dai compagni di classe, non mi capiva. Cosa che ha finito col salvarmi perché proprio lo starmene a casa a suonare mi ha aiutata a trovare il mio posto nel mondo. Poi è arrivata l’università e lì ho iniziato ad aprirmi. Non credo al principio del ‘più siamo e meglio è’ perché sono una che non teme la solitudine".
Nella sua comunicazione, la tecnologia com’è entrata?
"Sono affascinata dalla tecnologia, ma non amo la distanza che crea in alcune circostanze. Se da un lato è di grande aiuto per le persone che hanno delle difficoltà, aiutandole a mettersi in contatto col mondo, dall’altro può determinare l’effetto opposto, ovvero l’isolamento da tutti e da tutto, acuendo la solitudine e falsando l’immagine che abbiamo di noi stessi creandone una virtuale, ritoccata, che finisce col sostituirsi a quelle reale".
Vede dei rischi nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale?
"Penso che sarà un grande aiuto, ma purtroppo anche una mezza condanna perché assorbirà quella che è la creatività umana e darà molto spago alla noia, alla pigrizia rendendo tutto troppo semplice, livellando il desiderio di migliorarsi dell’essere umano".
Potendo mischiare le carte con qualcuno, chi vorrebbe?
"Quest’estate sono andata a vedere Adele a Monaco di Baviera e sono rimasta incantata. Cantare fianco a fianco magari no, ma scriverci un pezzo assieme sarebbe bellissimo. È bello sognare".
Altre esperienze notevoli degli ultimi mesi?
"Partecipare, ad esempio, al concerto di Una Nessuna Centomila. Faccio parte del direttivo artistico e questa estate, durante il mio tour, incontrare le referenti dei centri antiviolenza delle zone in cui mi esibivo ed è stata un’esperienza fortissima, perché sono donne straordinarie, capaci di prendersi cura di te che hai subito una violenza anche alle tre del mattino".
Un aspetto che l’ha sorpresa più degli altri?
"Le facce di queste donne impegnate a combattere l’ingiustizia. Mi è stato regalato pure un libro che ripercorre la storia di questo impegno dalla parte delle donne e sfogliandolo mi sono accorta quanto la determinazione che potevi leggere sul volto delle attiviste di allora sia di fatto la stessa di quelle d’oggi. Una sorellanza forte, che Una Nessuna Centomila sostiene pure economicamente vista la difficoltà a ricevere aiuti statali. Speriamo di riuscire a fare ancora tanto".
Andrea Spinelli