La diffusione dell’intelligenza artificiale è sempre più vista come un’enorme opportunità per tutti con una funzione di facilitatore in diverse attività che sono peculiari all’equità di genere: dall’accesso all’educazione, ed alla formazione professionale digitale , all’accesso ai servizi bancari e finanziari nonché a tutti quegli strumenti che possono diventare forme di tutela importanti, come nei casi di Cyberviolenza, ed in generale di prevenzione delle varie forme di violenza.
Per poter beneficiare appieno dei benefici offerti dall’IA, dobbiamo continuare però a conciliare lo sviluppo tecnologico con la tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici riducendo al minimo i possibili rischi per il mondo del lavoro, in particolare per le persone in situazioni vulnerabili ed emarginate. Questi rischi includono l’aumento delle disuguaglianze e delle discriminazioni, un impatto negativo sulla sicurezza e sulla salute sul lavoro, compresa la salute mentale, nonché le minacce alla privacy in assenza di una responsabilità sociale condivisa anche nel mondo del lavoro.
Solo il dialogo sociale e un costruttivo dibattito tra pubblico e privato possono contribuire a garantire l’adozione sicura e affidabile dell’IA nel mondo del lavoro e l’adozione di buone pratiche. Con questa consapevolezza potremo promuovere una reale uguaglianza di genere ed inclusione sociale a prova di IA, sfidando gli stereotipi di età e garantendo a tutti la possibilità di lavori dignitosi e opportunità di crescita.
Virginia Woolf ci ricordava anche che "Una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé se vuole scrivere romanzi" e potremmo estendere questo pensiero: oggi, ogni individuo deve avere accesso all’IA e quindi così all’istruzione e alle competenze giuste per costruire il proprio futuro, in qualsiasi campo scelga di farlo.