A 102 anni in copertina su Vogue: la sopravvissuta all’Olocausto racconta la sua storia

Margot Friedländer è la modella di copertina nel numero di luglio/agosto della rivista, edizione Germania. Il tema è quello dell’amore, l’amore per il prossimo che lei stessa non ha mai smesso di professare

3 luglio 2024
La 102enne sopravvissuta all'Olocausto (Vogue Germany/Instagram)

La 102enne sopravvissuta all'Olocausto (Vogue Germany/Instagram)

Margot Friedländer si è trasferita a Berlino a 89 anni, decenni dopo essere riuscita ad uscire viva dal campo di concentramento di Theresienstadt, e da allora è diventata una celebrità locale. Tanto che ora, alla veneranda età di 102 anniVogue Germania l’ha scelta come modella per la nuova copertina.  

È una delle più anziane e importanti sopravvissute all'Olocausto al mondo. Oltre a documentare il suo abbigliamento impeccabile e lo spirito instancabile, l’articolo di copertina della rivista include la sua pubblica condanna dell’ascesa dell'estrema destra politica in Germania. Riguardo alla crescita nei consensi di Alternativa per la Germania, noto come AfD, e all'aumento degli episodi di antisemitismo in seguito allo scoppio della guerra in Medio Oriente, tra Israele e Hamas, Friedländer ha detto di essere “sconvolta”. 

L’amore per il prossimo

Margot Friedländer (Vogue Germany/Instagram)
Margot Friedländer (Vogue Germany/Instagram)

La storia di copertina del numero di luglio/agosto di Vogue racconta una donna il cui amore per il prossimo sembra infinito. Il pezzo, che include numerosi scatti, copre una serie di argomenti, dalla crescita nella Germania nazista al suo impegno come sopravvissuta all'Olocausto oggi. Kerstin Weng, la direttrice editoriale del magazine, ha dichiarato: "La persona più positiva che conosco è sulla copertina di questo numero: Margot Friedländer. Per molti è una sopravvissuta all'Olocausto. Ma non è solo sopravvissuta ai nazisti, ha anche superato il tradimento e la perdita. Avrebbe tutte le ragioni per essere amareggiata, ma rimane aperta e rifiuta di schierarsi. Si batte contro l'oblio e per l'umanità e l'unione. A 102 anni, cerca di impegnarsi con le giovani generazioni e dimostra che il dialogo è ancora possibile”.

Quando ha affrontato il tema della società sempre più polarizzata, la 102enne ha detto: “Non concentratevi su ciò che separa. Focalizzatevi su ciò che unisce. Siate ragionevoli”. Una donna che ha vissuto il peggio, la cui famiglia è stata uccisa ad Auschwitz, ha assistito all’orrore più buio della storia, e che però parla senza amarezza. Vogue Germania spiega di aver incontrato Friedländer quattro volte quest'anno e che le foto di copertina sono state scattate in aprile al Giardino Botanico di Berlino. Il tema del numero è l'amore: la copertina del numero da collezione include infatti la parola "amore" scritta da Friedländer, oltre alla sua firma.

La storia di Margot Friedländer

Nata (col cognome di famiglia Bendheim) nel 1921 e cresciuta a Berlino, secondo una biografia riportata sul sito web del Museo ebraico di Berlino trascorse la prima parte della Seconda Guerra Mondiale con la madre e il fratello minore Ralph, dopo la separazione dei genitori. Avevano intenzione di fuggire dal Paese, ma nel 1943 il fratello fu arrestato dalla Gestapo. La madre provò ad opporsi e fu deportata insieme a questo ad Auschwitz (dove poi furono uccisi). Margot si nascose in città, sperando di riuscire a seguire l’ultimo consiglio che la madre le aveva lasciato prima di finire in mano ai nazisti: “Cerca di costruirti una vita”. 

Purtroppo fu tradita dai “catturatori” nell'aprile del 1944 e inviata al campo di concentramento di Theresienstadt, nella Cecoslovacchia allora occupata, dove rimase fino alla sua liberazione un anno dopo. Nell'intervista rilasciata a Vogue, Friedländer ha dichiarato: “Sono grata. Sono grata di avercela fatta. Per aver potuto realizzare il desiderio di mia madre. Per aver realizzato la mia vita”. La ragazza conobbe il suo futuro marito, Adolf, durante la permanenza nel campo di concentramento e lo sposò subito dopo la liberazione. La coppia emigrò quindi a New York nel 1946, dove i due vissero una vita semplice, nel Queens, per oltre sei decenni. Ma dopo la morte del compagno a 88 anni, nel 1997, la donna iniziò a scrivere della sua esperienza dell'Olocausto, attirando infine l'attenzione di un regista che la riportò in Germania per realizzare un documentario su di lei.

Il suo instancabile impegno le è valso numerosi riconoscimenti, tra cui la Croce Federale al Merito di Prima Classe. Grata per l'ulteriore opportunità di trasmettere il suo messaggio, a 102 anni ai redattori di Vogue ha dichiarato: “Porterete avanti la mia storia. Affinché questo non accada mai più”.