Nel 2024 le persone hanno trascorso 500 milioni di anni sui social

Anche il nostro Paese fornisce un “prezioso“ contributo con le sue 2 ore e 17 minuti di media al giorno trascorsi “scrollando” lo schermo dello smartphone. Ma esiste una soluzione per vivere la tecnologia in modo responsabile?

di EDOARDO MARTINI
4 dicembre 2024
A fine 2024 l'umanità avrà trascorso complessivamente 500 milioni di anni sui social

A fine 2024 l'umanità avrà trascorso complessivamente 500 milioni di anni sui social

500 milioni di anni sui social network. Sì avete letto bene. Questo incredibile dato è il tempo che complessivamente l’umanità avrà trascorso alla fine del 2024 sulle piattaforme digitali. Il risultato arriva dal portale internazionale Visual Capitalist, specializzato in analisi statistiche, che ci fornisce un’idea di quanto tempo le persone trascorrono quotidianamente – in un rapporto quasi esclusivo – con i dispositivi digitali.

La situazione in Italia

In Italia come siamo messi? Il nostro Paese si posiziona ai primi posti a livello globale: con due ore e 17 minuti di utilizzo medio giornaliero nella fascia tra i 16 e i 64 anni, i nostri connazionali si classificano al quarto posto in Europa (dietro soltanto agli abitanti di Bulgaria, Portogallo e Romania) e al 20esimo considerando il resto del mondo. 

Ma esiste un modo per vivere la tecnologia in modo responsabile senza abusarne? L’idea arriva proprio dal nostro Paese. A Milano, allo Spazio Milesi di via Felice Casati, resterà fino al prossimo 14 dicembre la mostra-evento “Superconnection”, un progetto nato dall’art director Marcello Arosio, fondatore di Onda Studio e già ideatore del successo internazionale del Kernel Festival.

Come funziona la “superconnessione“

Grazie a un'innovativa modalità di interazione fisico-digitale, che sfrutta gli smartphone in combinazione con le tecnologie più avanzate, si potrà assistere ad una nuova proposta esperienziale: quella della “superconnessione”. L'iniziativa esplora la potenza della connettività a diversi livelli attraverso installazioni interattive che mettono in relazione, in tempo reale, diverse realtà: mondo fisico e digitale, opera e pubblico, movimento e spazio, individuo e collettività. I progetti presentati collegano attraverso immagini, suono, luce, spazio e smartphone, le forme e le percezioni, creando un'esperienza condivisa che va oltre la contemplazione. 

Le installazioni esposte, infatti, utilizzano un sistema proprietario web-based innovativo e altamente sofisticato, che consente, senza l'utilizzo di alcuna App, di collegare i device del pubblico alle diverse tecnologie impiegate per trasmettere contenuti e messaggi, permettendo un'interazione semplice e intuitiva, in tempo reale, tra i visitatori e le opere, trasformando ogni partecipante in un nodo di una rete in continua evoluzione. Le caratteristiche distintive del sistema offrono, inoltre, straordinarie potenzialità per esplorare nuove frontiere della comunicazione audiovisiva contemporanea in una varietà di ambiti e contesti.

I due ambienti della mostra 

La mostra si dispiega su due ambienti: una “LED Room“ con esperienza in quattro capitoli, ciascuno dei quali invita l'ospite a riflettere su un aspetto differente del rapporto uomo-tecnologia (“Where are we going?“, ““Scratch and win“, “Humming“ e “Faces“, questi i titoli) e una “Laser Room“, dove il visitatore, immerso in un'atmosfera onirica, può definire gli aspetti visivi e sonori dell’ambiente interagendo fisicamente con l’installazione “Laser echo“.

“Dobbiamo prendere coscienza della nostra relazione con la tecnologia“

“In un'epoca di connessioni globali quello della 'superconnessione' è un invito a prendere coscienza della nostra relazione con la tecnologia e del suo ruolo nel definire le nostre azioni quotidiane e le relazioni tra individuo, comunità e il mondo in cui viviamo. Un invito che facciamo attraverso una vera e propria provocazione. Una provocazione in cui i nostri telefoni non sono il filtro attraverso cui osservare la nostra quotidianità, ma il mezzo che ci permette di vivere da protagonisti la realtà fisica e digitale circostante, attraverso un’esperienza unica e immersiva“, commenta Arosio.

Poi conclude: “La nostra non è una critica alla digitalizzazione, quanto una proposta frutto di una ricerca applicata: siamo all'avanguardia nella sperimentazione delle più moderne tecnologie e, in particolare, della loro applicazione in contesti intrattenitivi e culturali. Nello specifico, con questa mostra, ci inseriamo nel panorama internazionale della interactive art, perché il futuro dell’espressione artistica crediamo sarà, sempre di più, quello che renderà il visitatore parte integrante, attiva ma anche riflessiva, dell’opera e della performance“.