Alessia Nobile: "Vi siete mai chiesti che cosa vuol dire per un* bambin* non riconoscersi nel proprio corpo? Ve lo spiego io"

di GUIDO GUIDI GUERRERA
21 aprile 2022
Alessia Nobile, la bambina invisibile

Alessia Nobile, la bambina invisibile

È la Bambina Invisibile, come si autodescrive nel libro di recente pubblicazione per l’editore Castelvecchi. Si chiama Alessia Nobile, o meglio ha scelto di darsi questo nome per dire addio in modo definitivo all’appartenenza a un genere sessuale che non aveva mai considerato suo. In lei ha sentito vivere lo spirito di una bimba, ha preferito giocare con le bambole e si è vestita con abiti femminili da sempre, creando non poco scompiglio in famiglia e tra le persone del suo ambiente. Pugliese di nascita e oggi splendida quarantatreenne, è stata la prima transgender della sua regione a ottenere il cambio anagrafico di sesso senza essere obbligata alla scelta di un intervento risolutivo. Lei stessa ricorda con dolcezza come sin dall’età di tre anni si fosse pensata come una femminuccia, anche se la chiamavano con un nome maschile e crescendo le imponevano giochi e atteggiamenti ‘da maschi’. Ovviamente si è dovuta misurare e scontrare con una società impreparata a queste tematiche, bigotta e spesso pronta a giudicare piuttosto che comprendere. Alessia Nobile è oggi una donna di notevole avvenenza, dotata d’intelligenza viva e dal linguaggio perspicace e spiritoso. Si percepisce soddisfazione e piena armonia nel suo modo di fare e interloquire, Alessia è felice, è contenta di se stessa, di come è stata da sempre e finalmente di essersi fatta accettare per quella che è: una ragazza dolcissima che ama raccontarsi. E lo ha fatto in modo aperto e senza peli sulla lingua per noi di Luce! come in questo suo libro autobiografico, che vuole essere una testimonianza della propria esperienza ma anche e soprattutto un monito premuroso, un gesto di affetto nei confronti di chi vive ancora la propria esistenza di transgender in modo condizionato da residui tabù e relativi, inevitabili sensi di colpa. Alessia Nobile, nomen omen dicevano i latini, nel nome c’è impresso il segno di un destino, che lei, da principessa in tutto, è riuscita a costruirsi con le proprie mani regalandosi il proprio sogno affinché diventi certezza per ogni transgender.

Alessia Nobile è stata la prima transgender a ottenere il cambio anagrafico di sesso in Puglia

Chi è oggi Alessia Nobile? “Alessia oggi è una donna bionica, caduta tante volte ma forte di una resilienza indomita e pronta a camminare ancora. A volte mi sento terribilmente fragile, eppure sono sicura di saper resistere con tanta determinazione e forza di volontà alle inevitabili burrasche della vita. Sono adesso una persona assolutamente libera e orgogliosa di essere quell’immagine perfetta che rappresenta la vera me stessa”. È stata una scelta difficile? “Più che una scelta, la mia è stata una necessità irrnunciabile. Sicuramente complicata, sotto molti aspetti ardita e difficile da comprendere per la società, ma vitale per me come respirare”. Quali ostacoli ha incontrato a causa della sua natura transgender? “Gli ostacoli sono stati tanti e diversi. Dalle iniziali incomprensioni familiari alle innumerevoli difficoltà di tenere un atteggiamento trasparente in una società bigotta e stereotipata come la nostra. Senza contare le complicazioni che si sono abbattute su di me dal mondo del lavoro. No: decisamente è stato un percorso per niente agevole”.
Come descriverebbe la sua infanzia? “Ho avuto un’infanzia serena all’interno di una famiglia stabile e piuttosto attenta. Ma dal punto di vista emotivo ho sofferto a causa di quella mia natura così diversa dall’involucro. Anima femminile in un corpo da maschietto: un vero e proprio dramma per una bambina, che non può vivere pieni momenti di spensieratezza con i suoi coetanei perché sa che deve custodire dentro di sé a tutti i costi un segreto incondivisibile. Ero io da sola a dovermela sbrigare, e sapevo bene che avrei dovuto vivere quel mio dramma interiore con me stessa e basta”. In che modo si è scoperta donna? “Ho capito da subito di essere femmina nell’anima: avevo circa tre anni quando ho cominciato a captare qualcosa di diverso in me rispetto ai miei coetanei maschi. Proprio a quell’epoca ho cominciato a capire di essere una femminuccia dimostrando una intuizione molto precoce, quando in quella mia fase infantile non potevo ovviamente avere i mezzi necessari per neppure immaginare come sarebbe andato il mio futuro. È stato solo nel periodo post adolescenziale, non appena la sfera sessuale ha cominciato a svilupparsi in modo ben definito, che ho cominciato a capire in modo inequivocabile di essere attratta dai ragazzi del mio stesso sesso biologico. Ricordo che rifiutavo il mio corpo con tutta me stessa, un aspetto esteriore che non mi apparteneva e che sentivo fastidiosamente estraneo”.

Alessia Nobile si è accorta di essere diversa dagli altri maschietti già all'età di 3 anni: "Proprio a quell'epoca ho cominciato a capire di essere una femminuccia"

Ha avuto sostegno dalla sua famiglia? “La mia famiglia purtroppo non mi ha accompagnata nel processo di transizione. In fondo riconosco che non aveva le competenze e i mezzi sufficienti per poter comprendere la mia natura e le mie esigenze. Per questo motivo ancora una volta ho dovuto badare da sola a me stessa e far fronte a tutta una serie di problemi in completa, terribile solitudine”. Si è mai chiesta chi sarebbe stata se avesse prevalso il suo sesso biologico? “Se avesse prevalso il mio sesso biologico probabilmente sarei stata una persona eterosessuale oppure, chissà, un omosessuale. Nel mio caso la situazione è stata ben diversa: la mia anima e il mio corpo litigavano, si prendevano a pugni, una non gradiva l’altro. Per questo motivo è stato necessario un delicato e non facile percorso di transizione. Sicuramente se non avessi avuto questa disforia di genere avrei goduto di una vita più serena, più tranquilla, sotto ogni aspetto. Ma questa è la mia realtà”.

La famiglia di Alessia Nobile non l'ha accompagnata nel suo processo di transizione: "Ho dovuto badare da sola a me stessa"

C’è curiosità sui modi in cui ha contribuito a trasformare il suo aspetto? “C’è molta curiosità da parte della società sul percorso di transizione, su quello che ho fatto e su come ho affrontato il cambiamento: una curiosità spesso morbosa e fine a se stessa che piuttosto non spiega l’indifferenza, le conseguenze assurde, le cattiverie e i pregiudizi nei confronti delle persone transgender”. A chi dedica il libro che ha scritto? “Il consiglio che do a chi sta attraversando oggi la mia stessa situazione è quello di non mollare e non cedere alle richieste della società che troppo spesso, anche in modo subliminale, impone di rimanere nel corpo naturale. Riconoscersi nel proprio autentico corpo è come riappropriarsi della propria pelle, iniziare a vivere, essere sereni e piacersi. Si nasce in una struttura fisica differente dalla propria anima che mostra di avere troppa fame di libertà per sopportare di essere imprigionata, quindi di fatto non si diventa transgender: si è. Questa condizione non può essere considerata in nessun caso un capriccio, non è un vizio e non è affatto una perversione. Bisogna quindi darsi il permesso di essere se stessi, superando con decisione ogni ostacolo. Il mio messaggio è: abbiate il coraggio di uscire subito dalla prigionia del vostro corpo e cominciate a vivere per davvero. Il libro che ho scritto, dedicato a tutti coloro che stanno vivendo la mia stessa esperienza, si rivolge soprattutto ai loro genitori affinché possano accettare con gioia la vera natura dei propri figli, accogliendola e amandola come un dono divino”.

Il libro 'La bambina invisibile. Diario di una transizione' di Alessia Nobile si rivolge in particolare ai genitori "affinché possano accettare con gioia la vera natura dei propri figli"