Banca del Tempo: il circolo virtuoso che accende solidarietà e condivisione

La catena di altruismo circolare promossa a Firenze dall’Associazione “80 fiducia in te” è cresciuta fino a diventare quella che i suoi soci definiscono una vera rivoluzione sociale: "Quando doniamo il nostro tempo non stiamo solo aiutando qualcun altro, stiamo costruendo ponti e creando comunità"

di CATERINA CECCUTI -
30 giugno 2024
Le socia Cristina in un momento di preziosa condivisione

Le socia Cristina in un momento di preziosa condivisione

Cristina porta la spesa a casa a Fiorella, quarantacinquenne disabile che vive da sola, e in cambio riceve lavaggi gratuiti alla propria auto da parte di Francesco, ragazzo accolto in una comunità per minori in dispersione scolastica. A sua volta Francesco ottiene in cambio ripetizioni gratuite di matematica, italiano e storia da Luisa e Maria Grazia, che in cambio hanno lezioni di cucito dalla signora Rosa. Insomma, un vero e proprio circolo virtuoso di mani tese al reciproco aiuto, nel quale ciascuno mette a disposizione il proprio tempo e ciò che sa fare, ricevendo in cambio qualcosa di cui ha bisogno. Il progetto, promosso dall’Associazione “80 fiducia in te” si chiama Banca del Tempo e nasce a Firenze: “Le persone donano alcuni servizi e in cambio ne ricevono altri, non necessariamente dalle stesse persone, perché non è un baratto – spiega Valentina Blandi, direttrice del Consorzio Zenit e promotrice della Banca del Tempo –. Pensiamo piuttosto ad una catena di altruismo circolare che mira a mettere in contatto persone con bisogni, desideri, capacità e talenti diversi, utilizzando come moneta di scambio la risorsa più preziosa: il tempo.”

Il progetto funziona bene: una persona offre, ad esempio, due ore di tempo, che confluiscono in una sorta di banca virtuale e saranno restituite al donatore non appena avrà bisogno di qualcosa da una delle persone che ha aderito al progetto. “Non si tratta di volontariato puro – commenta Blandi -, perché in questo caso le persone, oltre a dare, ricevono qualcosa in cambio. È la prima istituzione del genere che valorizza il tempo dei più fragili e il bello è che più membri ci sono, più professionalità ci sono, più saranno i servizi cui si potrà accedere.” Al momento la comunità della Banca del Tempo coinvolge un centinaio di persone, con attività scambiate che variano dall’animazione alla consulenza genitoriale e familiare, dalla consulenza di neuropsichiatria infantile alla conversazione in inglese, dalla creazione di giochi educativi al fit walking. E ancora laboratori di oggettistica, di pittura, pet therapy, personal trainer, pianificazione viaggi, sostegno educativo, sviluppo di business plan, sviluppo di loghi e locandine.

“Le banche del tempo nascono per creare una comunità relazionale all’interno della quale accedere a servizi che difficilmente si trovano nell’economia formale, e lo fanno grazie alla creazione di rapporti co-produttivi tra i suoi membri – conclude Blandi-. Pensiamo a persone con bambini o anziani a carico. Spesso i soldi mancano, oppure esprimiamo bisogni così estemporanei che difficilmente troviamo soluzioni in un servizio a pagamento. Più facilmente troviamo risposta in una mano amica, come quella offerta dai soci della Banca del Tempo. In un mondo dove le relazioni sono sempre più digitali, le banche del tempo sono importanti anche per costruire conoscenze e scambi reali tra persone”.

Le testimonianze

Abbiamo chiesto qualche informazione in merito direttamente alle persone coinvolte negli scambi di servizi della Banca del Tempo. Per esempio Cristina Zaccherelli: “Ho conosciuto il progetto alla Biblioteca Luzi di Firenze e dallo scorso febbraio ho iniziato questa esperienza del dare/avere. Una signora ha dedicato il suo tempo ad accomodarmi un capo di vestiario e ho partecipato a lezioni di cucina in gruppo. Il mio tempo invece è servito per accompagnare anziani e persone in difficoltà a far la spesa o portarla loro a casa. Poi faccio compagnia a persone che vivono in RSA: leggo loro un libro, parliamo, gli racconto e mi faccio raccontare della loro vita. In tutto questo il valore aggiunto è di poter conoscere tante diverse realtà, sperimentare la solidarietà e la grande umanità che circola in questi ambienti e che purtroppo ritrovo sempre meno guardandomi intorno.”

“La banca del tempo potrebbe essere davvero qualcosa di rivoluzionario, se la caliamo nella nostra quotidianità – concorda Barbara -. Rivoluzionaria perché ti riconnette ad alcuni bisogni fondamentali dell'uomo, che nella frenesia di tutti i giorni non ricorda più, come l'ascolto, la solidarietà, la condivisione, divertirsi facendo delle cose pratiche, insomma conoscere chi abita vicino a casa nostra o nel nostro stesso quartiere. Sembra poco ma non lo è. Io, per esempio, una domenica pomeriggio ho fatto compagnia ad un signore anziano e adesso alcuni ragazzi offrono il loro tempo per lavarmi la macchina. Ma sono tante le attività messe a disposizione dai noi associati. La Banca del Tempo significa mettersi in gioco a qualsiasi età, mantenendo sempre la curiosità "dell’altro" con la motivazione di donarsi per fare insieme "il bello". E poi, come dice Don Luigi Verdi, " la vita è troppo breve per essere egoisti."

Anche secondo Stella la banca del tempo rappresenta qualcosa che va oltre il semplice scambio di servizi: “Immaginatela come un mondo dove il valore di una persona non è misurato dal denaro nel suo portafogli, ma dal tempo e dalle abilità che può condividere con gli altri. Un mondo dove ognuno ha l'opportunità di essere utile, di fare la differenza nella vita di qualcun altro, semplicemente donando ciò che sa fare meglio. Momenti preziosi e piccoli gesti che possono cambiare la giornata di qualcuno. Una lezione di musica che accende la passione in un giovane talento, una riparazione domestica, una torta di compleanno, una passeggiata con un anziano che altrimenti sarebbe solo. La Banca del Tempo è uno scambio di esperienze, di storie, di vita. Quando donano il loro tempo, non stanno solo aiutando qualcun altro, stanno costruendo ponti, creando comunità. E cosa ottengono in cambio? Oltre al servizio anche qualcosa di molto più profondo: un senso di appartenenza, di reciprocità, di gratitudine. Il valore aggiunto del progetto è proprio questo, le emozioni che genera nel potervi prendere parte. Ogni ora donata e ricevuta è un'ora di connessione umana, un'ora di crescita personale e comunitaria.”