Avete mai sentito parlare delle buchette del vino? E se vi dicessimo che semplici buchi nel muro possono invece nascondere dietro delle incredibili sorprese? Mentre a Firenze assistiamo ad un rifiorire delle finestrelle a bordo strada che, come in passato, sono tornate ad essere utilizzate come mescita – con grande successo soprattutto tra i turisti, attirati dalla storia e dalla foggia inusuale di questi piccoli affacci da cui in passato le famiglie dei proprietari terrieri rivendevano il vino avanzato nei banchetti – nelle Filippine c'è chi ha pensato bene di allestire un bar dietro ad un muro, servendo i clienti attraverso una crepa aperta sul muro medesimo.
Hole in the Wall è situato a Quezon City non ha porte né finestre, ma solo un grande buco nel muro attraverso il quale i clienti possono effettuare ordini e ricevere le bevande. Un'idea semplice ed in apparenza strampalata che sta riscuotendo un gradissimo successo di pubblico, ovviamente supportato da un fitto battage sui social, che ha generato interesse e ha coinvolto un pubblico sempre più vasto.
Mamonaku Kohi (questo il nome in lingua originale) ha aperto le sue porte nell'agosto 2024, distinguendosi anche per il suo caratteristico sistema di ordinazione: invece di pronunciare i loro ordini, i clienti usano carte illustrate laminate appese accanto all'apertura.
L’idea di base è quella di “fornire un servizio di asporto che ridefinisce l’esperienza del caffè, rendendola ancora più interattiva”. E anche inclusiva, in un certo senso, visto che vedere quello che si può ordinare, poterlo indicare magari perché non si conosce la lingua o non abbiamo la possibilità di comunicare oralmente con il barman, rende l’esperienza più accessibile. Ovviamente non ci sono sedie, tavoli né servizi igienici, ma i clienti non sembrano sentirne la mancanza, anzi. Tanto che i video postati sulla pagina Instagram della caffetteria hanno centinaia di migliaia di visualizzazioni, trainando un business che al momento non vede crisi.
Il locale a Tokyo
Sebbene il caffè filippino si distingua a livello locale, l'idea non è del tutto originale. In un video di TikTok con oltre 1,4 milioni di visualizzazioni, gli utenti hanno sottolineato le somiglianze con l'Anakuma Café di Tokyo ad Harajuku, dove i clienti vengono serviti attraverso un buco in un muro verde da una zampa d'orso. Come Mamonaku Kohi, anche Anakuma utilizza un metodo di ordinazione non verbale, affidandosi ai tablet per prendere gli ordini.
La definizione di spazi per il consumo all'aperto, allestiti in maniera scarna ed informale ha avuto in realtà il proprio successo a partire dal Covid 19, quando i locali chiusi ed affollati o erano banditi o comunque guardati con sospetto. Una tendenza che si è mantenuta e che con the hole in the wall trova la sua forma estrema. Ma, a quanto pare, di successo. Da una parte il segno che la creatività e l'originalità nel marketing rappresentano sempre una strada vincente. Dall'altra la testimonianza un po' alienante e per questo preoccupante di una società volta all'isolazionismo in cui il contatto con le persone è se non bandito quantomeno poco desiderato.