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Come ci raccontano le luminarie che stanno spuntando un po’ ovunque nelle nostre città, il Natale è oramai alle porte. E con esso sono alle porte anche tutte le tradizioni più o meno radicate nel tempo e nella cultura, che ci annunciano e ci preparano al grande evento. Tra queste, da un po’ di anni, immancabile, il calendario dell’avvento. Un oggetto che oramai sai è diffuso a macchia d’olio anche alle nostre latitudini. Ma che origini ha?
Secondo la folclorista Esther Gajek, i calendari dell'Avvento sono intimamente legati al processo di secolarizzazione del significato cristiano del Natale: siccome infatti la cerimonia di consegna dei doni è divenuta la parte principale della celebrazione, questo scrigno, con i suoi piccoli regali, riusciva ad alleviare l'attesa. Inoltre contare i giorni fino al 25 dicembre insegnava pazienza e disciplina ai bambini dei circoli borghesi.
Un po’ per sottrarsi alle continue domande, un po’ per soddisfare la sua curiosità, un po’ anche per aiutarlo a calcolare nella giusta maniera, pare che la mamma di Gerhard un bel giorno abbia deciso di appendere 24 biscotti a una scatola di cartone, e di consegnarla al piccolo. Questo il prologo. Il dopo è ancora più sorprendente. Negli anni ’20 del 900, Gerhard, oramai adulto, ha un’idea geniale: decide di prendere spunto dal progetto della madre per creare un cartellone con 24 finestrelle. E’ così che nasce il primo Calendario dell’Avvento per come lo conosciamo oggi. Sul primo modello erano riprodotte 24 immagini in un foglio e 24 spazi nell’altro. I bambini dovevano ritagliare un’immagine al giorno e incollarla nello spazio corrispondente. Ma Gerhard non si fermò a questo: dall’Adventshäuschen (Piccola casa dell’Avvento) di cartone con finestrelle e porte da aprire, dietro le quali c’era della carta da lucido colorata che accendendo una candela in casa creava una suggestiva atmosfera, alla Christkindleinhaus (Casa di Cristo Bambino) che i genitori potevano riempire di cioccolatini, ai calendari già riempiti, all’Adventsbaum (Albero dell’Avvento) da decorare con angeli. A quel punto il Calendario per come lo vediamo ancora oggi era nato. Ed era pronto al successo mondiale che poi pian piano si è conquistato.
Ad oltre un secolo di distanza, il Calendario dell'Avvento continua ad emozionare, come si dice in questi casi, ‘grandi e piccini’. Ne esistono oramai migliaia e migliaia di varianti, che danno sfoggio di una creatività pressoché infinita. Ognuno può scegliere quel che più gli aggrada. Da quelli riempiti con i classici dolci (di ogni forma e tipo), ai profumi, alle tisane, ai cosmetici, ai bijoux, alle capsule del caffè, alle birre, ai trucchi, ai giocattoli, alle candele. Ma quanto sono popolari i calendari dell'Avvento? In un sondaggio di YouGov e Statista (novembre 2020) due tedeschi su cinque hanno affermato che avrebbero regalato un calendario dell'Avvento. Un tedesco su quattro dichiarava di voler sorprendere qualcuno con un calendario acquistato, mentre il 9% si impegnava per crearne uno proprio. Il calendario dell'Avvento più popolare era quello pieno di cioccolato, sia per le donne (58%) che per gli uomini (56%).
Il periodo dell'Avvento: la secolarizzazione della liturgia
Diciamo innanzitutto che l’Avvento è il tempo liturgico comprensivo delle quattro domeniche che precedono il Natale, durante il quale i fedeli del cattolicesimo si preparano spiritualmente alla celebrazione della venuta di Cristo nel mondo.
Come nasce questa tradizione? Le origini risalgono al processo di secolarizzazione del periodo dell'Avvento cristiano
Le origini di questa tradizione
Stando alla ricostruzione più accreditata, la tradizione di fare un countdown che solleticasse l’attesa nasce nei Paesi di lingua tedesca, all’interno delle fedi protestanti. Qui infatti, per coinvolgere maggiormente i bambini, già a partire dalla seconda metà dell'800 in molte case venivano utilizzati disegni raffiguranti i santi o immagini natalizie da appendere quotidianamente sui muri o sui vetri delle finestre, così da formare una sorta di "calendario tematico”. In alternativa si marcava con delle linee di gesso su un muro lo scorrere dei giorni dall'inizio dell'Avvento fino al giorno di Natale. Da parte loro i cattolici mettevano un filo di paglia nella mangiatoia vuota di Natale ogni giorno durante l'Avvento, in modo tale da offrire a Gesù Bambino una soffice culla per la sua nascita.Un dono al giorno fino a Natale
Il Calendario dell'Avvento come lo conosciamo nasce invece in Germania agli inizi del Novecento. Grazie però ad un antefatto che risale alla seconda metà dell’Ottocento. Protagonisti un vispo bambino e una madre molto sveglia. Il bambino in oggetto si chiamava Gerhard Lang: come tutti i bambini non non vedeva l’ora che fosse Natale e giorno dopo giorno assillava sua madre chiedendogli quanti giorni mancassero alla festa.
Un dono al giorno dal 1° dicembre al 24
Strumento di propaganda durante il nazismo
Una storia però tormentata perché poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale i calendari scomparvero quasi completamente, eccetto alcuni esemplari contenenti storie, canzoni e idee fedeli ai principi del Partito Nazifascista. Le usanze cristiane erano infatti state soppresse e sostituite da nuovi contenuti ideologici. La corona d'Avvento, per esempio, divenne una corona di sole e Gesù Bambino fu ribattezzato Bambino di Luce. Il calendario distribuito dai nazisti si chiamava semplicemente "Vorweihnachten" (un'altra parola per indicare l'Avvento) e consisteva di canti natalizi nazisti, fotografie di carri armati, istruzioni per realizzare decorazioni per l'albero di Natale a forma di soli o rune nere, e fiabe. In pratica era diventato uno strumento di propaganda.La fortuna dal dopoguerra
Gerhard dovette dunque chiudere la sua attività. Ma l’idea rimase e la produzione di Calendari dell’Avvento tradizionali ricominciò dopo la fine del conflitto, quando Richard Sellmer, di Stoccarda, ottenne il permesso di stamparli e venderli.
Oggi ne esistono centinaia di varietà, per forma e contenuto