Secondo le prime stime, il 2024 potrebbe registrare un incremento dei costi per l’acquisto di libri e corredo scolastico, andando a gravare ulteriormente sul portafoglio delle famiglie italiane. Se parliamo di scuola primaria (ovvero le elementari), il problema non si pone perché nel nostro Paese i libri di testo necessari ai giovanissimi studenti che si apprestano ad imparare a leggere, scrivere e far di conto sono gratuiti e possono essere richiesti in qualsiasi libreria.
La questione si fa seria, per le medie e le superiori che – benché rientrino nella scuola dell’obbligo – prevedono l’acquisto dei libri di testo a spese delle famiglie.
Ilaria Novelli è una mamma fiorentina di quasi 44 anni con quattro figli: Alessia di 17, Erika di 15 anni, Chiara di 11 e Leonardo di 9: “Se devo fare un raffronto tra l’esperienza che ho avuto con la mia prima figlia – racconta –, nata nel 2007, e Chiara, la terza, che a settembre entrerà alle medie, mi accorgo che il costo dei libri e del materiale scolastico in generale (penne, quaderni, gomme da cancellare, cartelle ecc.) è indubbiamente aumentato.”
Quanto le costerà quest’anno mandare tutti i suoi figli a scuola?
“Il minore va alle elementari, per cui i libri sono gratuiti. Ma per le grandi (iscritte al Liceo Scientifico Sportivo) e la mezzana ho calcolato oltre 300 euro a testa di soli testi scolastici, a cui vanno aggiunti almeno 100 euro di tablet perché Chiara ha scelto il percorso scolastico digitale.”
Per un totale di circa mille euro. Una spesa gravosa per una famiglia…
“Non so come facciano a provvedere famiglie con difficoltà economiche serie, anche perché se non possiedi libri di testo propri i professori storcono il naso. Personalmente, per risparmiare, ho preferito vendere i vecchi libri delle ragazze e comprare dei testi usati, ammortizzando la spesa di circa 100 euro per ognuna delle mie tre figlie. La cosa che mi innervosisce di più è che i titoli dei libri di testo indicati dagli stessi insegnanti di una medesima sezione cambiano ogni anno, rendendo impossibile il passaggio di un libro dal fratello maggiore a quello minore. A settembre, dunque, devono per forza essere sempre ricomprati, e un solo libro può arrivare a costare addirittura 50 euro. Altra cosa fortemente criticabile è che alcuni testi non vengono neanche usati nel corso dell’anno: giorni fa ho rivenduto alla libreria dell’usato libri delle mie figlie che erano completamente nuovi, ricavandone ovviamente una percentuale bassa rispetto alla spesa di origine.”
L’esperienza di David Coppini, residente a Prato, non è migliore. “Io e mia moglie abbiamo in casa quattro ragazzi: Lorenzo di 23 anni, Aurora 21 (affetta da Sindrome di Rett, dunque invalida al 100%), Riccardo di 11 e Andrea, un bimbo preso in affido sine die con un lieve deficit cognitivo ereditario. L’incremento nelle spese dei costi legati alla scuola è innegabile, e lo abbiamo visto crescere nel corso degli anni accompagnando i ragazzi nel loro percorso formativo. Per Lorenzo, quando frequentava le medie, venivano spesi circa 200 euro l’anno in libri di testo; Riccardo per frequentare la prima media avrà bisogno di acquistare libri per un totale di 360 euro. Senza considerare che, a seconda dei percorsi formativi che scegli, si rende necessario anche l’acquisto di un tablet. Facendo un rapido calcolo, dunque, non è difficile valutare un aumento del 30-35% delle spese legate alla scuola in appena 10 anni. Nel nostro caso specifico, poi, abbiamo notato anche altri aspetti opinabili: fino all’anno scorso il piccolo Andrea non pagava né la mensa né il trasporto perché aveva un Isee pari a zero; quest’anno il Comune di Carmignano (dove ora andrà a scuola) ha presentato un conto di 3,50 euro al giorno per la mensa, nonostante l’affido.”
Per quanto riguarda Aurora, invece?
“Lei ha smesso di andare a scuola nel 2015 perché, in quel momento, la scuola non era inclusiva per la sua realtà. Le volevano bene, hanno provato a fare di tutto per lei, ma per il tipo di patologia che ha Aurora all’epoca non esisteva una preparazione adatta per seguire correttamente una bambina con disabilità così grave. La frequenza scolastica le serviva solo per passare delle ore in mezzo ai coetanei. Specifico che Lorenzo e Aurora sono frutto del precedente matrimonio di mia moglie che, alla fine delle elementari, in accordo col padre di Aurora ritenne più giusto ritirarla da scuola.”