Una casa dove le giovani giocatrici di basket vivono e crescono insieme

Le atlete fiorentine di pallacanestro femminile avranno un luogo per soddisfare tutte le loro esigenze legate allo sport e alla loro età: avranno a disposizione psicologo, fisioterapista, nutrizionista e tutor scolastico

di MARCO PILI
13 ottobre 2024
PFF, Pallacanestro Femminile Firenze

PFF, Pallacanestro Femminile Firenze

Una casa per mettere insieme benessere e aggregazione, con psicologo, fisioterapista, nutrizionista e tutor scolastico, oltre a un'area studio dedicata e ad un’area relax con cucina. È questo il progetto finanziato da Fondazione CR Firenze e realizzato grazie al rapporto che si è instaurato con la società PFF, Pallacanestro Femminile Firenze, che vedrà nascere nel Quartiere 3 di Firenze un luogo destinato unicamente al benessere sociale e sportivo delle atlete under 18.

Grazie al progetto Social Innovation Jam, promosso da Siamosolidali in collaborazione con Impact Hub Firenze e Feel Crowd e con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze e Coni Toscana, le realtà si sono unite per realizzare un’oasi sicura per accogliere le sportive prima e dopo gli allenamenti in un periodo complicato e pieno di insidie come quello dell’adolescenza. Un supporto fondamentale, dunque, non solo in ambito sportivo, ma anche in grado di offrire alle ragazze che ne usufruiranno un aiuto nella vita di tutti i giorni.

“Nel panorama delle società sportive – ha dichiarato Bernabò Bocca, Presidente di Fondazione CR Firenze - 'Casa PFF' è senza dubbio un’iniziativa unica nel suo genere. Abbiamo conosciuto altre esperienze di foresterie sportive per i giovani, ma finora nessun progetto si era posto l’ambizioso obiettivo di accompagnare e supportare gli adolescenti nella loro crescita; in altre parole, farsi responsabili di una fase fondamentale della loro vita, che sappiamo essere attraversata da profondi silenzi e talvolta da disagi”. Ne abbiamo parlato con Benedetta Tenerani, atleta nel roster PFF coinvolta nelle fasi di ideazione, realizzazione e fruizione del progetto.

PFF, Pallacanestro Femminile Firenze
PFF, Pallacanestro Femminile Firenze

Qual è il tuo percorso all’interno della società? In che misura questa iniziativa ha impattato sul tuo modo di vivere lo sport? “La nostra è una società abbastanza giovane, che nasce nel 2016. E il mio gruppo squadra è stato composto circa tre anni fa. Oltre ad essere una squadra, in realtà, siamo amiche sia dentro che fuori dal campo. L’esigenza di creare un posto tutto per noi nasce dal fatto che, essendo poche le ragazze a giocare a basket a Firenze, ognuna di noi compete in più campionati. Quindi, abbiamo molti più allenamenti durante il giorno e molte ragazze vengono ad allenarsi da fuori. Inizialmente era un po’ difficile organizzare lo studio e l'allenamento, e ci ritrovavamo spesso a studiare in palestra”, ha affermato la giocatrice.

Quali sono i principali aspetti di Casa PFF che hanno colpito fin da subito te e le tue compagne di squadra non solo come atlete, ma anche come ragazze? “Avere un posto vicino alla palestra dove andare per evitare ogni volta il tragitto casa-palestra per me è una bellissima cosa, ma lo è soprattutto per le ragazze che vengono da fuori città. Dato che non siamo tutte di Firenze ma, al contrario, molte ragazze vengono da fuori città, dal Valdarno, soprattutto per loro è un grande, anzi, un grandissimo aiuto. Penso che in Italia siano poche le società che aiutano così tanto le proprie giocatrici”.

Come pensi che questa possibilità possa influire sul vostro gruppo-squadra? “Noi passiamo già moltissimo tempo assieme. Casa PFF è ancora in fare di elaborazione e nei prossimi mesi sarà completamente fruibile. In ogni caso è inevitabile che, nel nostro caso, si venga a creare una connessione fuori dal campo che è fondamentale poi da riportare in gioco. Secondo me, il fatto che abbiamo raggiunto tanti risultati insieme è proprio dato dal fatto che siamo una squadra molto unita e coesa. In ogni caso, il progetto riuscirà ad amplificare il tutto ancora di più”, sostiene Benedetta Tenerani.

Casa PFF, inoltre, offrirà servizi come psicologo, nutrizionista e tutor scolastico. Secondo te quanto è importante che queste tematiche vengano affrontate in ambito sportivo e non solo? “Secondo me, la cosa fondamentale che amo del mio sport, parte dal fatto che uno per essere un buon giocatore, una buona giocatrice, deve innanzitutto partire dalla testa. Se non hai la testa libera non puoi concentrarti sullo sport. Apprezzo molto questo servizio dello psicologo perché, secondo me, è importante avere un sostegno a livello mentale, soprattutto per noi giovani. Purtroppo, però, non tutti hanno questa fortuna”.

Alcune giocatrici della PFF durante un time-out nel corso di un incontro
Alcune giocatrici della PFF durante un time-out nel corso di un incontro

Come è nata, nel concreto, la progettazione di Casa PFF? “Inizialmente, durante la fase di progettazione, gli enti ci hanno chiesto se avessimo richieste in merito ad allestimento e servizi. Abbiamo apprezzato molto questo coinvolgimento, dato che saremo noi le utilizzatrici di questi spazi. Tutto questo è stato possibile soprattutto grazie all’impegno del nostro presidente, Francesco Casini, e a Fondazione CR Firenze, che ci ha aiutate a concretizzare le nostre richieste”.

È molto bello il fatto che il progetto sia stato rivolto ad una squadra e una società femminile. Come hai percepito l’interesse di Fondazione CR Firenze verso la vostra proposta? “Personalmente ho apprezzato tantissimo l'idea del progetto, soprattutto perché non si sente parlare molto di sport femminile. Il fatto che venga data importanza a una squadra di pallacanestro femminile per me è una cosa eccezionale. Pensando alla pallacanestro non si pensa alle donne e, inoltre, non è uno sport molto seguito. Il fatto che sia stata data importanza a una società piccola come la PFF per me è stato veramente un segnale di cambiamento importante”, ha aggiunto l’atleta.

“Mi spiego meglio, nel basket è normale che a primo impatto vengano guardati gli uomini perché la loro è un’interpretazione dello sport più spettacolare, più fisica. Ma, guardando la pallacanestro femminile con occhi diversi, ognuno di noi si accorgerebbe che ci sono tantissimi gesti tecnici in più, tantissima logica e testa in ciò che facciamo”.

Quali sono i prossimi passi? In che modo vorreste ampliare il progetto? “Intanto ringrazio tantissimo la Fondazione per averci dato questa possibilità perché, come ho già detto prima, tutto ciò non è assolutamente scontato. Inoltre spero, in ogni caso, che il progetto che ha in mente il nostro Presidente si possa avverare. Gli farebbe piacere riuscire a creare una casa in ogni quartiere della città, per qualsiasi atleta. Investire nello sport salva ragazzi e ragazze da molte situazioni spiacevoli, e riesce a dare ad ognuno e ognuna di noi una ragione, uno scopo da seguire”.