“Per anni ho combattuto contro la mia immagine”: Camilla Mancini, il bullismo non fa sconti

La cattiveria sociale è democratica, colpisce a prescindere dal privilegio e Camilla Mancini lo sa bene. Nata con una paresi facciale, è stata vittima di bullismo fin da piccola. Il suo monologo a Le Iene

di TERESA SCARCELLA
18 novembre 2024

Camilla Mancini a Le Iene

Nell’ultimo periodo si è esposta più del solito, raccontandosi prima in un libro (“Sei una farfalla”) e poi nelle poche interviste che ha rilasciato. E’ nota al pubblico come “la figlia di Roberto Mancini”. Una condizione, quella di essere definita in base al proprio legame familiare, che accomuna i figli e le figlie di personaggi famosi, e che porta con sé aspetti positivi e negativi. Ad un certo punto, nel processo di individuazione, avviene il distacco e il volersi riconoscere a prescindere dai propri genitori. Per farlo bisogna metterci la faccia e mostrarsi per quello che si è. Camilla Mancini è una ragazza di 27 anni, appassionata di scrittura, che come tutte e tutti ha fatto a cazzotti con la sua immagine riflessa nello specchio, con cui ha avuto un rapporto complicato anche a causa delle cattiverie e pressioni sociali subite fin da piccola: è nata con una paresi facciale. 

Una sofferenza con cui è immediato empatizzare. (Almeno lo è stato per la sottoscritta). Per molte persone, per motivi ovviamente diversi, guardarsi allo specchio non è facile, o non lo è stato e lo è diventato solo col tempo, dopo un lavoro su sé stessi. Ecco perché il monologo che Camilla Mancini ha fatto a Le Iene è una lettera alla sé bambina e a noi che, ascoltandola, ci rivediamo. Non c’è cognome, fama o privilegio economico a creare distanze. 

Il monologo

“Stasera voglio immaginare che questa telecamera sia uno specchio e voglio guardarmi dritta negli occhi. Per anni ho combattuto contro la mia immagine evitandomi di guardarmi, ma adesso voglio provarci. Vedo me, Camilla e vorrei dirle: sorridi, sei coraggiosa. Non te l’ho mai detto perché ero troppo severa, avevo un’idea di perfezione che, adesso lo so, era irraggiungibile. Non temere, andrà tutto come deve andare. Alcuni sogni li stai realizzando, altri andranno in frantumi, ma ne basterà uno per provare una gioia immensa. So che il tuo istinto è quello di stare al tuo posto, nell’ombra, ma non va bene. Come non va bene subire quello che ti ha accompagnato sin da quando avevi 7 anni. E’ brutto scoprire quanto possano far male le parole: ‘Non puoi giocare con noi’; ‘Sei diversa’; ‘Perché hai la bocca così?’”

"Non esiste privilegio che sia più forte del dolore, nè cognome, vantaggio o scudo, che possa proteggere dalla sofferenza. Ma tu devi dire grazie anche a quelle persone, perché ti sei disperata senza mai arrenderti. Sei stata triste, amareggiata e desolata, ma sola mai e ancora oggi sento l’amore di chi mi è stato vicino nei momenti più bui. Avete ragione, sono diversa e mi sono sentita così per tutta la vita. Ho deciso di raccontare le mie esperienze anche per sostenere chi vive una situazione simile e soffre in silenzio. Ho deciso che gli attacchi di panico e di ansia, nemici silenziosi, servono per farmi capire che è arrivato il momento di permettermi di essere vulnerabile. E’ quasi spaventoso, ma voglio fidarmi di me. Voglio provarci. La mia non è una guerra e se mai lo è stata, è finita. Posso togliere l’armatura, sono libera. Mi chiamo Camilla Mancini, sono bella e coraggiosa. Me lo dico da sola e va bene così”.