Corea del Sud, una palestra vieta l’ingresso alle ziette: “Ammesse solo donne eleganti”

Il divieto imposto alle cosiddette ajumma, le signore indisciplinate riaccende la polemica sulla discriminazione verso le anziane nel Paese

di Redazione Luce!
15 giugno 2024

Un gruppo di ajumma coreane (Facebook)

“Solo donne eleganti”. Non negli abiti, ma nei modi. Una palestra della Corea del Sud vieta l’ingresso alle “ziette” che si comportano male, e ha affisso un cartello con la scritta “off limits per le ajumma” e “sono ammesse solo donne colte ed eleganti”.

Chi sono le Ajumma, le ziette indisciplinate della Corea del Sud

La decisione del centro di Incheon, città vicina alla capitale Seoul, riaccende così il dibattito sulla discriminazione delle donne anziane nel Paese. Ajumma è infatti un termine generico per indicare le donne più grandicelle, che in Corea del Sud sono considerate in genere quelle dai 30 anni in su, ma è anche un termine peggiorativo per indicare un comportamento considerato maleducato o sgradevole, come l’approfittarsi sempre e comunque degli altri o dei beni pubblici. 

Vietato l’ingresso in palestra 

Non è stato reso noto né il nome della palestra né del suo proprietario, che però sappiamo dai media locali ha difeso la mossa, sostenendo che la sua azienda ha “subito danni” a causa di queste donne e del loro comportamento indisciplinato. In particolare, in un'intervista televisiva all'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, ha spiegato che “alcune donne anziane passavano un’ora o due nello spogliatoio per fare il bucato, rubando oggetti come asciugamani, saponi o asciugacapelli”. E aggiunge: “Si sedevano a giudicare il corpo delle altre persone” tanto che alcune donne più giovani hanno smesso di frequentare la palestra a causa di questi commenti, che le hanno turbate o messe a disagio.

Divieti per bambini e anziani: le critiche 

Ma perché tutto questo clamore per una singola, isolata, mossa fatta da una sola palestra? Il problema è che i sudcoreani hanno il nervo scoperto perché negli ultimi anni le aziende del Paese si sono attirate parecchie critiche per aver vietato ai bambini o agli anziani di frequentare certi luoghi pubblici. E questo è stato visto come una prova della crescente intolleranza nei confronti di specifiche fasce d'età. 

In questo caso la palestra è stata anche criticata per aver attribuito il cattivo comportamento esclusivamente alle donne di una certa età: “Come mai il termine ‘cattivo cliente’ è diventato  sinonimo di ‘ajumma’?”, si legge in un commento sul locale social media instiz. “Se avete lavorato nel settore dei servizi, saprete che non sono solo le donne anziane a rientrare in queste categorie”. Un altro utente ha descritto la mossa come un segno di atteggiamenti superati, definendola “sentimento da primi anni 2000".

Il proprietario: “Non ce l’ho con le signore anziane ma con le maleducate”

Dal centro si difendono affermando che si fa distinzione tra ajumma e donne anziane, in quanto le prime tendono ad “apprezzare (e quindi a portarsi a casa, ndr) le cose gratuite indipendentemente dalla loro età” e che sono “avare con i propri soldi ma non con quelli degli altri”. Il proprietario ha anche detto che potrebbero esserci altri proprietari di attività commerciali che condividono i suoi stessi sentimenti ma non si sono espressi. “Non volevo che passasse come un sentimento di odio contro le donne anziane o le donne in generale – ha dichiarato a Yonhap –. Penso che le persone che si sono infuriate per [l'avviso] siano in realtà quelle che hanno un problema”.

In generale le donne sudcoreane si battono da tempo per essere libere di fare scelte non convenzionali – dai capelli corti all’essere single – in una società che le sottopone a standard spesso inflessibili. E spiegano che gli uomini sono raramente giudicati per comportamenti simili. “Gli uomini anziani si comportano allo stesso modo – ha dichiarato il professore di psicologia Park Sang-hee in un'intervista alla rete televisiva JTBC –. Anche i più anziani sono ossessionati dalle cose gratuite e si ripetono in continuazione. I comportamenti maleducati non sono un'esclusiva delle donne anziane”.