La rinascita di Destiny Young Obi: in America grazie alla forza dello sport

Il giovane di origine nigeriana, vive con la madre in una casa famiglia. Grazie a un incontro fortunato, al suo forte impegno e al sostegno del club è partito per un periodo di studio e sport in una High school americana

di MARIANNA GRAZI
1 settembre 2024
Destiny Young Obi (Ph. Eva Mawsloski)

Destiny Young Obi (Ph. Eva Mawsloski)

Destiny Young Obi. Un nome che è già una storia, i cui protagonisti sono il destino, la giovinezza (lui ha solo 17 anni) e la forza di volontà, come i cavalieri Jedi della saga di Star Wars. Un ‘ragazzone’ di origini nigeriane nato in Italia, che tre anni fa grazie all’aiuto dell’attuale assessore al Comune di Firenze Jacopo Vicini e di Villa Lorenzi, la struttura che si occupa di prevenzione del disagio giovanile, si è presentato alle porte dei Guelfi Sport Center per imparare a giocare a football. Uno sport che conosceva solo grazie ai film.

L'incontro 

Destiny Young Obi (Ph. Eva Mawsloski)
Destiny Young Obi (Ph. Eva Mawsloski)

“D’inverno facciamo al Santo Bevitore un pranzo di Natale per le famiglie più bisognose – ricorda Vicini –. Quell’anno Destiny si presentò da solo. Gli proposi di provare il football e subito chiamai anche Edoardo Cammi (general manager dei Guelfi, ndr) per raccontagli di questo ragazzo non aveva i soldi per pagare l’iscrizione ma loro lo accolsero ugualmente”. Cammi ricorda il primo incontro: “Non parlava, se non pochissimo, sguardo sempre basso pieno di tristezza. Veniva da una situazione complessa, viveva con la madre ospite di una casa famiglia e durante il giorno era seguito dal Progetto Villa Lorenzi”.

La squadra 

Da quando si è unito ai Guelfi si è trovato all’interno di una squadra, dove vige lo spirito di fratellanza tra compagni. “C’è molta unione, è un ambiente dove molti ragazzi con situazioni anche più semplici trovano una seconda famiglia. Per lui per certi versi è stato l’unico momento di felicità”.

Lo sport per crescere

Destiny Young Obi  coi compagni dei Guelfi
Destiny Young Obi coi compagni dei Guelfi

Raggiungiamo Destiny al campo, ci racconta che è “il più piccolo in famiglia, i miei fratelli sono in Nigeria e non li ho mai incontrati”. Il padre invece non c’è. Grazie alla sua forte passione sportiva è riuscito a riscattarsi da un destino che, a dispetto del nome, sembrava tutt’altro che favorevole. “Già da piccolo volevo fare sport ma mancavano i soldi, però un giorno andando a Villa ho incontrato Jacopo (Vicini, ndr) che mi ha proposto il football. Sono venuto ad allenarmi coi Guelfi e mi è subito piaciuto e la società mi ha fatto sentire accolto”.

A tre anni di distanza, grazie alla squadra, grazie al football, Destiny è cambiato. Oggi è un adolescente come tanti, che ama stare in compagnia, uscire, anche cucinare (“improvviso con quello che ho ma i piatti sono buoni”) e curioso di conoscere cose nuove. “Qui sono cresciuto e questa attività anche fuori dal campo mi ha aiutato come persona, a imparare a relazionarmi. Senza i Guelfi, senza l’impegno costante, non sarei mai arrivato a quello che sta per succedere”. Quest’anno, nonostante sia molto giovane, ha già giocato anche in prima squadra, ma l’opportunità che ha davanti è ben più importante.

La nuova avventura

Destiny è infatti partito per gli Stati Uniti, per andare a studiare e a giocare in una high school. “Sono grato e molto felice, è sempre stato il mio sogno da quando ero bambino e non vedo l’ora”, ci ha rivelato pre partenza. La proposta di andare in America gliel’ha fatta il Gm Cammi: “Non è una dinamica semplice e all’idea di farsi sei mesi fuori da casa non tutti reagiscono alla stessa maniera. Quando gli ho chiesto se gli sarebbe piaciuto, invece, gli si sono illuminati gli occhi. In America le caratteristiche fisiche sono determinanti per giocare a football, quindi uno come Destiny si trova in una situazione ideale. Sarà in una high school molto forte dal punto di vista sportivo e c’è un nostro ex coach, un ragazzo italo-americano che allena lì da anni e ha creato un’academy per il suo ruolo”. Ovvero giocatore di linea.

Destiny Young Obi al campo di football dei Guelfi
Destiny Young Obi al campo di football dei Guelfi

Alloggerà in una host family si allenerà due volte al giorno con la scuola e in più avrà la possibilità di farlo anche nell’academy. “Il semestre scolastico è già iniziato e per questo la strada sarà un po’ in salita; dovrà andare bene ma quando gli ho proposto questa opzione, anche spronato dalla mamma, si è messo sotto per recuperare tutte le materie. Si dovrà impegnare molto per mantenere la media, ma è un ragazzo intelligente, taciturno, con un bagaglio di problemi magari pesante ma che mette tutto il suo impegno in quello che fa”.

"Voglio partire per non tornare"

Catapultato in una situazione in cui potrà e dovrà davvero fare del football la sua vita, Young Obi si dice infatti intenzionato a fare del celebre motto americano “from zero to Hero” il proprio mantra. “L’obiettivo che devo pormi, come mi ha consigliato un amico, è di restare là: qui ho una casa, lì un futuro magari. Io voglio diventare qualcuno, voglio giocare”.

E intanto pensa a godersi al massimo questi sei mesi negli States. “Degli Usa mi affascina la mentalità delle persone e il fatto che lo sport non è visto come un hobby ma i giocatori sono professionisti al pari di qualsiasi lavoratore”. E cosa gli mancherà di più di casa? “I miei compagni di squadra, che dicono che senza di me avranno problemi nelle partite. Io non penso di essere così fondamentale e spero che riescano a far bene”.

Il progetto sociale dei Guelfi

Young Obi ai Guelfi Sport Center di Firenze
Young Obi ai Guelfi Sport Center di Firenze

Una scommessa, come quella su di lui fatta dai Guelfi e non solo: “Se si gioca bene le sue carte, si impegna al massimo ha i mezzi per ricevere una borsa di studio per meriti sportivi e andare a giocare in un college”, chiosa Edoardo Cammi.

Che poi annuncia: “Come club siamo molto attivi sul lato sociale e negli anni abbiamo ricevuto donazioni da ex giocatori, allenatori, amici e amiche del club, come accade in America dove c’è la cultura degli alumni. Prendendo come esempio il sistema di ‘booster club’, vogliamo ora lanciare un nostro progetto: vorremmo che quella di Destiny fosse una prima testimonianza di quello che i Guelfi possono fare, ma ci serve il vostro sostegno”.

Come nel film “The Blind Side” quella di Destiny Young Obi è una storia di altruismo, solidarietà, ma anche della “forza dello sport. Si è recuperato un ragazzo che altrimenti non so che futuro avesse – conclude l’assessore Vicini –. In poche settimane, grazie a Villa Lorenzi, la comunità Fuligno che lo ospita e i Guelfi siamo riusciti a trovare le risorse per pagare viaggio, assicurazione sanitaria, iscrizione alla scuola e il contributo alla host family, oltre a raccogliere tutta la documentazione necessaria, e devo ringraziare queste realtà che hanno fatto un lavoro incredibile”.