Elia Bonci si iscrive a Miss Italia: sempre più ragazzi trans si candidano

Un'azione provocatoria, di protesta contro il regolamento del concorso di bellezza che esclude le donne transgender e contro la volontà di Patrizia Mirigliani di mantenere lo status quo

di MARIANNA GRAZI
25 luglio 2023
bonci

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Se Patrizia Mirigliani vieta alle donne transgender di partecipare a Miss Italia, sempre più uomini - anagraficamente ancora assegnati al genere femminile - si iscrivono al concorso. Una sfida aperta a quella che, a molt3, appare come una discriminazione bella e buona.
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Lo scrittore e attivista trans Elia Bonci si è iscritto al concorso di bellezza (Instagram)

L'ultimo in ordine di tempo è stato Elia Bonci, che su Instagram due giorni fa ha annunciato di aver inviato la sua candidatura, sul modello di Federico Barbarossa, Andrea Sala e Guglielmo Giannotta.

"Regolamento Transfobico e trans-escludente"

Lo scrittore e attivista lgbtqia+, autore del progetto "Amore in movimento", in un post sul suo profilo scrive: "È sorprendente come il regolamento Transfobico e trans-escludente sia in qualche modo invece simpaticamente includente per gli uomini trans!". In effetti, stando alle norme di Miss Italia, se le donne trans (che hanno affrontato o stanno affrontando un percorso di rassegnazione di genere da donna a uomo) non sono le benvenute, non si può dire lo stesso per chi invece compie la strada inversa: chi alla nascita era stato assegnato al femminile e risulta tale anche sui documenti d'identità, in teoria, non può essere escluso.
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Il regolamento per l'iscrizione a Miss Italia

Almeno non per motivi di genere, anche se nel frattempo è diventato maschio! "Infatti, come mi faceva notare @guglielmogiannotta , nel regolamento c’è scritto che le partecipanti devono essere 'di sesso femminili sin dalla nascita' - aggiunge il 27enne -. Questa dicitura purtroppo, lo sappiamo bene, esclude le donne trans. Ma non essendo chiara (ed essendoci ovviamente totale confusione tra sesso assegnato alla nascita, identità di genere e tutta ciò che concerne la transgenerità) permette comunque agli uomini trans o a tuttə colorə che hanno sesso assegnato alla nascita femminile di potersi iscrivere. Per questo, invito tutti i ragazzi trans che se la sentono a mandare la propria candidatura".

La scelta di candidarsi

Proprio come ha fatto lui, che in un'intervista a la Repubblica spiega anche quanto questo gesto di protesta sia doloroso: "Mi sono fatto coraggio, ho utilizzato il mio deadname e mi sono iscritto a Miss Italia - dice Elia -. Perché la lotta alla transfobia è intersezionale e anche se non sono una donna trans ho deciso di lottare per i loro diritti".
@elia.lien Mi sono pure iscritto a miss italiO #transgender #transformation #transitions #transtipsftm #transgenero #transguy ♬ original sound - Jag
Per una persona in transizione, infatti, utilizzare il nome di battesimo o essere chiamati con quello invece che col nome d'elezione, può causare molta sofferenza, in particolare per chi fa i conti con la disforia e con tutti i problemi psicologici che ne conseguono. Ma allo stesso tempo fare uso di questo retaggio del proprio passato per promuovere una battaglia di civiltà per tutt3 è una scelta coraggiosa, che dimostra quanto sia sentita questa battaglia. "Voglio proprio vedere la faccia di chi dovrà esaminare le richieste quando si ritroverà davanti questi bei maschioni! È finita l’era in cui si poteva essere degli str*nzi Transfobici senza nessuna conseguenza", conclude su Instagram.
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Bonci, 27 anni, ha postato su Instagram la sua provocatoria iscrizione al concorso Miss Italia, essendo anagraficamente ancora riconosciuto nel genere femminile (Instagram)

Miss Italia trans? No grazie. E scoppia la polemica

La bufera intorno al famoso concorso di bellezza è scoppiata quando, dopo la vittoria della modella trans Rikkie Valerie Kollé in Olanda, la matrona dell'evento Patrizia Mirigliani ha sottolineato che, per quanto riguarda l'Italia, "nel regolamento c’è scritto che devi essere donna dalla nascita per partecipare". Una chiusura netta all'eventualità di una modifica inclusiva, un no all'ingresso del futuro in Italia. Eppure, come sottolinea oggi in un'intervista a Mow l'attivista transessuale fiorentina Clizia De Rossi, era stata la stessa figlia dello storico patron, nella conferenza stampa del 2014, ad aprire ad un possibile cambiamento. Ma a quasi 10 anni di distanza le cose sono le stesse di allora, anzi, forse peggio.
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Clizia De Rossi, attivista trans toscana

Perché dopo alcuni anni di basso profilo, in cui la stessa kermesse era stata criticata come anacronistica rischiando di sparire, quest'anno la finale torna in prima serata Rai: una mossa che punta a rilanciare il concorso, ma che rende non troppo sorprendente la volontà di chiudere la partecipazione alle persone della comunità Lgbtqia+. "Mirigliani è la prima a promuoversi come paladina dell'inclusione, eppure esclude - spiega De Rossi (che ha provocatoriamente inviato l'iscrizione a Miss Italia) al magazine -. Ha fatto aderire le over, le curvy, le donne incinte, dichiara inclusività per le bellezze non conformi, anche le diversamente abili ha incluso nel concorso, nonché le donne di colore [...] Ma nel 2023 le trans, no: non sono ammesse in Italia". Sulla stessa linea si era posta Vladimir Luxuria, tra le prime a criticare la scelta di Mirigliani definendola "Fuori tempo", e Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay Lgbt+, che sottolinea "è anche contro legge, perché in Italia in base alla legge 164 del 1982 e successive revisioni da parte della Corte di Cassazione, quando il tribunale stabilisce il cambio di sesso sui documenti, questo deve essere rispettato da tutti e non può un regolamento vietarlo".