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Endometriosi, ancora pochi aiuti da aziende e istituzioni. Non ci sono abbastanza giorni di congedo

Una donna su due conosce l'endometriosi e solo una donna su quattro parla di aiuti economici. La maggior parte pensa che lo smart working sia la soluzione più inclusiva

di CHIARA CARAVELLI -
7 febbraio 2024
Endometriosi

Endometriosi

L’endometriosi colpisce il 15% delle donne italiane, pari a circa tre milioni, ed è conosciuta solo da una donna su due. Sono alcuni dei dati della ricerca commissionata da Carrefour Italia e realizzata da Swg, presentati nei giorni scorsi a Roma nell’ambito dell’evento ‘Dare voce al silenzio: Prevenire e affrontare l’endometriosi’ promosso da Carrefour Italia su iniziativa del senatore De Priamo.

Endometriosi, i dati

L’endometriosi può avere un forte impatto sulla qualità della vita, sia dal punto di vista fisico che psicologico, anche perché può causare infertilità, ma si tratta di una patologia che non sempre viene diagnosticata e trattata in modo adeguato. La ricerca ha evidenziato che solo una donna su quattro, tra i 35 e i 55 anni, parla di aiuti economici e di azioni di sensibilizzazione all’interno delle aziende, che permettano di evitare pregiudizi sul posto di lavoro.

A questo si aggiunge che il 51% delle intervistate individua nello smart working una delle principali soluzioni da adottare per favorire l’inclusione lavorativa, mentre il 33% chiede più giorni di congedo retribuito e il 32% chiede azioni di informazione finalizzate a promuovere un accesso più tempestivo e appropriato ai percorsi specifici di diagnosi e cura.

Il 24 per cento vorrebbe avere un aiuto economico per sostenere le spese mediche e il 23% richiede azioni di sensibilizzazione interna per evitare pregiudizi. Questo perché per il 76% delle intervistate, l’endometriosi incide sulla stabilità psicologica ed emotiva e per il 61% sulle performance lavorative, per il 47% sulle possibilità di carriera e per il 41% sui rapporti con colleghi e colleghe.

Da Carrefour un giorno al mese di congedo

“Consapevole di questa situazione – ha detto Paola Accornero, general secretary and Hr director di Carrefour Italia – Carrefour Italia ha implementato una policy endometriosi che prevede un giorno al mese di congedo, interamente retribuito e rivolto a tutte le collaboratrici che ne soffrono per fornire loro supporto e affrontare con maggiore serenità questa patologia, in assenza al momento di una normativa specifica dedicata.

Vogliamo anche aprire un dialogo con le istituzioni e associazioni per fare un percorso insieme, che aiuti a superare lo stigma su questo tema attraverso l’introduzione di strumenti che aiutino ad affrontare con maggiore serenità una problematica di salute che influenza la quotidianità lavorativa e che garantiscano pari opportunità tra uomini e donne sul luogo di lavoro”.

Questa situazione di forte disinformazione e confusione sul tema “si riflette anche sulle abitudini e sulle scelte delle donne in materia di prevenzione e cura: solo una piccola parte delle intervistate (meno del 4%), è in grado di riconoscere correttamente tutti i sintomi, le cause, le conseguenze e le possibili terapie”.

Non solo, quasi una donna su due pensa che per alleviare i dolori basti assumere farmaci antidolorifici, mentre il 35% crede che sia facile da diagnosticare, già alla comparsa dei primi sintomi. Quasi il 60% delle donne che ha il dubbio di essere affetta da endometriosi non ha mai effettuato una visita di controllo. La percentuale di donne che non si sottopone a controlli aumenta tra le over 45 e tra chi non conosce la malattia.

Scarsa informazione

In generale, “le donne più informate sono le under 45 e quelle con una scolarità più elevata, mentre le intervistate con una scolarità più bassa sono anche quelle che dichiarano di non averne mai sentito parlare (il 21%)”. All’incontro che si è svolto a Roma ha partecipato anche Nicoletta Orthmann, direttrice medico scientifica Fondazione Onda: “Una diagnosi precoce è cruciale – le sue parole – ma viene spesso formulata a distanza di anni dalla comparsa dei primi sintomi. È necessario fare cultura su questo tema, educando fin dalla giovane età alla prevenzione, sensibilizzando le donne a non rassegnarsi al dolore e incoraggiandole a rivolgersi agli specialisti di riferimento per poterne comprendere la causa e identificare gli interventi terapeutici più appropriati”.

Per Elena Crobu, collaboratrice Carrefour Italia e referente regione Sardegna dell’Associazione Lotta Italiana per la Consapevolezza sull’Endometriosi, “troppe persone affette da endometriosi sono costrette a lasciare il proprio lavoro e a rinunciare alle proprie ambizioni professionali a causa dell’impatto fortemente invalidante che la malattia ha su di loro”.

Per questo, portare all’attenzione delle istituzioni una misura di civiltà come il congedo mestruale adottato da Carrefour, “è un’opportunità cruciale per tutte le persone che soffrono di dismenorrea dovuta all’endometriosi o ad altre patologie: è l’occasione affinché una best practice così importante diventi norma nazionale e non solo misura adottata dalla singola realtà aziendale”.