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I cittadini europei possono partecipare attivamente alle politiche Ue. Ecco come

Sapevate di avere a vostra disposizione uno strumento di democrazia partecipativa per far sentire la vostra voce e pungolare l’Ue su tematiche care alla collettività? Si chiama “Ice”, Iniziativa dei cittadini europei, e nell’articolo vi spieghiamo come funziona

di CLAUDIA CANGEMI -
1 aprile 2024
Cos'è l'Ice, l'iniziativa dei cittadini europei

Cos'è l'Ice, l'iniziativa dei cittadini europei

Un’impresa titanica e non sempre coronata dal successo. È la scommessa di quanti credono fermamente che il mondo (e nel caso specifico l’Europa comunitaria) si possa cambiare in meglio attraverso l’Ice (o Eci se si usa la sigla inglese): Iniziativa dei cittadini europei.

Un’opportunità ancora poco conosciuta dall’opinione pubblica (o almeno da quella italiana), eppure da quando è stata introdotta, 15 anni fa, è stata usata per 110 volte. Solo in dieci casi però si è giunti a una risposta della Commissione europea, che è tenuta ad agire per risolvere il problema posto dall’Ice di turno se questa “va in porto”.

Cos’è l’Ice?

Ma vediamo nel dettaglio che cos’è e come funziona. “L'Iniziativa dei cittadini europei (Ice) è un importante strumento di democrazia partecipativa a disposizione dei cittadini europei per avere più voce in capitolo nella definizione delle politiche dell’UE che incidono sulla loro vita – si legge sul sito del Dipartimento per gli Affari europei –. L'Ice permette ai cittadini di tutta l'Ue di mobilitarsi intorno a questioni di interesse comune, favorire il dibattito e avviare riforme proponendo modifiche legislative concrete. Introdotta dal Trattato di Lisbona del 2009, l'Ice consente a un milione di cittadini provenienti da un quarto degli Stati membri dell'Ue di chiedere alla Commissione di presentare una proposta legislativa in un settore di sua competenza”.

Come funziona un’Iniziativa?

Per avviare un'Iniziativa è necessario costituire un gruppo di organizzatori composto da almeno 7 cittadini dell'Ue residenti in 7 Paesi diversi.

Successivamente occorre chiedere alla Commissione europea di registrare l'iniziativa. Se l'iniziativa risponde ai criteri la Commissione risponde in modo favorevole entro 2 o 4 mesi.

Entro 6 mesi dalla data di registrazione dell'Iniziativa è necessario avviare la raccolta delle firme, dandone notizia alla Commissione almeno dieci giorni prima. Ci sono poi 12 mesi di tempo per raccogliere il numero minimo di dichiarazioni di sostegno: un milione di cittadini europei di almeno 7 Paesi aderenti che abbiano l'età per votare alle elezioni europee (in alcuni Paesi basta aver compiuto 16 anni)”.

Non proprio una passeggiata, insomma, anche considerando il fatto che i promotori devono autofinanziarsi, affidandosi perlopiù al passaparola se non possono permettersi di fare pubblicità. Eppure non sono pochi i comitati di attivisti che ci hanno provato, creando una rete che supera i confini nazionali e costituisce un esempio di autentico “spirito europeo”.

Gli argomenti più scelti 

Tra le questioni più “gettonate” ci sono quelle ambientali e quelle che riguardano i diritti umani. Tra le prime, attualmente in corso di raccolta delle firme, troviamo per esempio la richiesta di creare un’Autorità europea per l’ambiente. La raccolta di adesioni dell’Ice per creare un’“alternativa vegana” (per permettere alle persone che seguono la dieta vegana di avere a disposizione menu ad hoc) è in scadenza, ma in Italia ha raccolto solo 7mila firme. Più fortunata ma ancora lontana dall’obiettivo la campagna per fermare la macellazione dei cavalli. Quella che invece chiedeva di bloccare l’esportazione e il commercio delle pinne di squalo ha avuto una risposta dalla Commissione europea, che “ha pubblicato il 21 febbraio un invito a presentare contributi e il 12 marzo una consultazione pubblica per ricercare pareri e know how sulle conseguenze ambientali, sociali ed economiche di un potenziale divieto di vendita nell'UE e di commercio internazionale di pinne di squalo sfuse e raccogliere riscontri sulle potenziali opzioni strategiche per proteggere meglio gli squali e i relativi ecosistemi marini”.

In campo sociale, accanto alla campagna “Stop border violence” (poco più di 18mila firme raccolte finora in Italia, scadenza nel luglio prossimo), si può trovare l’istanza simile intitolata “Garantire un’accoglienza dignitosa dei migranti in Europa” (13.658 sostenitori finora), mentre sono più numerose le adesioni all’Ice “Tax the rich – Tassare i grandi patrimoni per finanziare la transizione ecologica e sociale” (154.382 firmatari).

Più ampia ancora l’iniziativa battezzata “Trust and freedom”: “Invitiamo la Commissione europea – scrivono i promotori - ad adottare una normativa che promuova la libertà, la trasparenza, la responsabilità e l'impegno individuale all'interno dell'Ue. Lo scopo è istituire e rafforzare il sistema di bilanciamento dei poteri, garantendo che le istituzioni dell'Ue rispondano alle esigenze e agli interessi dei cittadini, rispettando al contempo i diritti umani sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Ue”.

Come si può notare, proposte ambiziose su temi molto impegnativi. Ma l’Ice costituisce un importante strumento di democrazia diretta e un modo di superare i confini nazionali per dare concreta attuazione ai principi fondanti dell’Unione europea, anche in termini di compattezza e capacità di connessione. Per approfondire e aderire alle campagne, è sufficiente collegarsi al sito https://citizens-initiative.europa.eu/_it