Le ferie? Rovinate dall’affitto da pagare. Intanto la Spagna fa scuola

In Italia, più di un terzo dello stipendio medio viene destinato all'affitto. Firenze guida la classifica con il 46,5%. In Spagna il problema sembra in via di risoluzione grazie a misure stringenti sugli affitti turistici

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI
12 luglio 2024
L'affitto da pagare rovina le ferie (foto di repertorio)

L'affitto da pagare rovina le ferie (foto di repertorio)

A poco serviranno i - fin troppi - servizi televisivi sulle vacanze degli italiani. Le ferie d’estate, quelle lunghe, in luoghi paradisiaci, in riva al mare o su qualche sentiero di montagna, sembrano essere state soppiantate da una sola e unica ossessione: arrivare a fine mese e pagare l’affitto. La faccenda è talmente complessa da essere diventata il vero tema centrale per milioni di cittadine e cittadini. Stando ai dati diffusi da Il Sole 24 Ore, più di un terzo dello stipendio medio viene utilizzato per pagare l'affitto. Per la precisione, il 35,2%. Una percentuale che supera il 40% in sei capoluoghi, raggiungendo il picco del 46,5% nella centralissima Firenze. Numeri impietosi che evidenziano una pressione economica - e psicologica - decisamente significativa sulle spalle degli italiani. La questione, però, è anche morale: la casa continua a essere un privilegio e non un diritto.

Ragionando in termini di reddito disponibile, l'affitto rappresenta un’uscita sproporzionata, che mette a dura prova la capacità di risparmio e limita notevolmente le possibilità di spesa. Le città più grandi e i centri turistici sono i più penalizzati. Il motivo è semplice: la domanda è elevatissima e nessuno si cura di calmierare i prezzi. Il caso di Firenze è emblematico: appartamenti destinati ad affitti turistici, studenti e lavoratori fuori sede hanno fatto schizzare alle stelle i prezzi, rendendo pressoché impossibile pensare di vivere stabilmente in questa città.

La stretta della Spagna sugli affitti turistici

Inutile dire che si tratta di una situazione insostenibile già nel breve periodo. Gli interventi strutturali sono urgenti e irrimandabili. Su questo fronte, i cugini spagnoli ci hanno superati - ancora una volta - mettendo in campo un esempio interessante per fronteggiare il problema. Il governo si è preso la briga di mettere nero su bianco regole stringenti sugli affitti turistici. Le misure hanno l’obiettivo dichiarato di tenere sotto controllo i prezzi, puntando sul contenimento degli affitti turistici e scommettendo su quelli a lungo termine. A Barcellona, ad esempio, le autorità hanno imposto una tagliola sul numero di licenze per gli affitti turistici, prevedendo sanzioni severe per chi non rispetta le regole. I risultati non sono tardati ad arrivare.

L’Italia potrebbe cogliere l’opportunità di andare nella stessa direzione, accendendo i riflettori sul mercato degli affitti brevi a partire dalle aree turistiche. Interessante sarebbe anche lavorare a incentivi fiscali per i proprietari che affittano a lungo termine a prezzi calmierati. La vera carta da giocare, però, porta il nome di edilizia residenziale pubblica e sociale, una delle grandi assenti dei nostri tempi. L’edilizia residenziale pubblica e sociale, oltre ad aumentare significativamente la disponibilità di alloggi a prezzi accessibili, potrebbe rappresentare una livella anche per il mercato dei privati. Utile sarebbe, poi, una sostanziale e drastica revisione delle leggi sugli affitti finalizzata a dare forma a un mercato più equo e stabile, proteggendo meglio sia inquilini che proprietari. Da menzionare anche le soluzioni d’emergenza come il sostegno diretto da destinare alle famiglie a basso reddito, utile a tamponare le situazioni più complesse.

Alla luce di queste riflessioni, appare chiaro un dato: quello alla casa è un diritto fondamentale senza il quale è impossibile ragionare in termini di benessere sociale ed economico. Pensare di continuare a sopravvivere in una società in cui si lavora essenzialmente solo per pagare l’affitto è disumano. Garantire a tutti l'accesso a un alloggio dignitoso a prezzi accessibili non deve essere inteso come una proposta politica, ma come una legittima rivendicazione di un diritto. La Spagna ha dimostrato che costruire un futuro in cui il diritto alla casa non sia più un privilegio, ma una realtà per tutti, è possibile. Resta da capire se l’Italia troverà - prima o poi - il coraggio di fare amicizia con lo stato sociale. Ferie d’agosto a parte.