Georgia, detenuto afroamericano lasciato morire tra insetti e cimici

Lashawn Thompson, 35 anni, affetto da schizofrenia, è stato trovato senza vita nella sua cella a settembre. L'avvocato: "Non hanno fatto nulla per aiutarlo"

di MAURIZIO COSTANZO -
18 aprile 2023
Lashawn Thompson

Lashawn Thompson

"Mangiato vivo" da insetti e cimici dei letti. Una scena a dir poco raccapricciante quella che si sono trovati di fronte coloro che hanno scoperto il corpo senza vita del detenuto afroamericano Lashawn Thompson, trovato senza vita nella sua cella, in una contea di Fulton ad Atalanta, in Georgia, nel settembre scorso. Lo ha denunciato Michael Harper, un avvocato della famiglia di Thompson. Thompson è morto a settembre, dopo tre mesi in carcere, e le foto fornite dall'avvocato della famiglia - scrivo i media americani - mostrano una cella in condizioni deplorevoli e immagini del corpo dell'uomo di 35 anni con il viso e il busto ricoperti di insetti. La notizia ha fatto velocemente il giro del web, sbarcando anche sui media internazionali. Si tratta, comunque, di un caso limite, che però deve far rifletter su quale sia il trattamento riservato a persone malate che in più si trovano a dover scontare una pena.

La schizofrenia e la cella piena di insetti

Il 35enne era stato arrestato lo scorso giugno per un reato minore e gli era stata infatti diagnosticata la schizofrenia, ha raccontato Harper sottolineando che il suo assistito era "fisicamente sano quando è entrato in carcere: non ci sono giustificazioni per lasciare un detenuto, per di più malato di mente, solo in una prigione, abbandonato a morire". Secondo il referto del medico legale, da cui emerge che non sono stati riscontrati "evidenti segni di trauma" sul corpo del detenuto, la causa della morte di Thompson è "indeterminata".
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Lashawn Thompson afroamericano di 35 anni a cui era stata diagnosticata la schizofrenia

"Non hanno fatto nulla per aiutarlo. Niente. Lo hanno trovato morto nella sua cella, disteso lì dentro, in quel luogo infestato da cimici e pidocchi. Ed è quello che lo ha ucciso", ha ribadito il suo difensore, puntando il dito contro il personale del carcere che non è intervenuta per evitare quel decesso. Mentre il fratello di Thompson, Brad McCrae, ha raccontato che la famiglia è rimasta inorridita nel vedere le immagini.

La situazione nelle carceri italiane

Se questo è quello che accade dall'altra parte dell'Oceano Atlantico, anche se non si può ovviamente generalizzare, guardando all'Europa le cose non vanno poi tanto meglio. Nel nostro Paese, ad esempio, si fanno i conti con violenze e intimidazioni tra detenuti, in particolare nelle carceri di Lorusso e Cutugno a Torino e quello di Regina Coeli a Roma, e un sovraffollamento in tutti gli istituti di pena, che arriva al 152% nella prigione di Monza. È quanto denuncia il Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt), organo del Consiglio d'Europa, nel suo rapporto basato sulla visita condotta un anno fa, in cui torna a domandare anche l'abolizione dell'isolamento diurno e il riesame della gestione dei detenuti sottoposti al regime "41-bis". Strasburgo chiede inoltre di migliorare le condizioni di vita dei detenuti, e misure specifiche per le donne e le persone transessuali/transgender in prigione.
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Detenuto in carcere in Italia

"È vero, le nostre carceri sono sovraffollate, ma abbiamo ampi progetti per ridurre questa criticità. Un progetto a lungo termine riguarda la dismissione delle vecchie carceri, come Regina Coeli, che può essere venduto sul mercato, prevedendo la costruzione di nuove case", dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, commentando il rapporto del Cpt. Un altro proposito, invece, che rappresenta una "soluzione più ambiziosa e definita", è quello "di utilizzare una serie di edifici, a cominciare da caserme dismesse, che hanno struttura compatibile con il carcere", aggiunge il Guardasigilli. "Con pochi soldi potremmo ristrutturare queste caserme dismesse - ha proseguito Nordio - e questo ci consentirebbe una detenzione differenziata per i detenuti condannati per reati di diversa gravità, con uno sfoltimento della popolazione carceraria con queste caserme che sono molto diffuse, e che hanno degli spazi compatibili con una delle funzioni essenziali della pena - ha concluso il ministro - che è quella rieducativa, attraverso la pratica dello sport e il lavoro all'interno dello spazio carcerario".