Ginevra più forte della sclerosi: “Non arrendetevi alla malattia. Correndo tocco il cielo con un dito”

La 38enne ha percorso 45 km con un dislivello di 2500 metri all’edizione zero della Lunigiana Skyrace. “Non sapevo quanto avrebbero retto le gambe. Al traguardo sul monte La Nuda ho provato una gioia immensa”

di ILARIA VALLERINI -
6 ottobre 2024
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Ginevra Cusseau insieme all’amica e atleta Elisabetta

Fivizzano (Massa), 6 ottobre 2024 – Le gambe paralizzate, poi giù. Era il 2019 quando l’atleta fiorentina Ginevra Cusseau scoprì che dietro a quella caduta sul Monte Bianco c’era la diagnosi di Sclerosi Multipla. Una compagna ingombrante, debilitante, spaventosa, ma che con determinazione, Ginevra è riuscita fin da subito a portare con sé in carreggiata.

Cusseau, oggi 38enne, ha corso 45 km con un dislivello di 2500 metri all’edizione zero della Lunigiana Skyrace. Un’impresa non facile, neanche per i suoi colleghi, in quel territorio montano selvaggio e antico. “Al nono rintocco delle campane, senza sapere né come né fino a dove avrebbero corso le mie gambe, ma con in testa il sogno di arrivare almeno a punta La Nuda in soli 19 km di pura salita, sono partita”. Sempre al suo fianco, l’amica e atleta Elisabetta che l’ha accompagnata lungo il percorso.

“Insieme ad un angelo, Elisabetta, le mie gambe sbilenche e la mia testa dura mi hanno fatto toccare il cielo con un dito in vetta al Monte La Nuda. Ho visto il crinale e mi sono detta: ‘Oggi corri, vai e fallo’. Ho ascoltato cosa il mio corpo era capace di fare in quel momento, senza forzarlo, e così passo dopo passo, tra risate, sorrisi e saluti ai volontari, ho lasciato che la Sclerosi ‘calmasse la sua furia’. L’ho presa per mano per tutti e 45 i chilometri di tracciato fino a volare a godermi il traguardo. Mi ricordo che dopo la diagnosi mi arrabbiavo mentre correvo, perché sapevo esattamente cosa il mio corpo fosse in grado di fare prima della malattia, è stata una rabbia costruttiva, però, che mi ha permesso di andare avanti e di non mollare. La mente è la cura e la corsa è la vita”.

“Insieme al mio team di Asics FrontRunner condivido il valore dello stare insieme al di là del cronometro, che coincide esattamente con la mia quotidianità: muoversi come si può, ascoltando il proprio corpo e liberando la mente. È questo il concetto di vita che mi permette di andare oltre alle tracce della Sclerosi impresse sulla mia pelle. Una presenza costante, scomoda, invadente, che tenta ogni volta di bloccarmi le gambe, le braccia, il respiro. La terapia tenta di tenerla sotto controllo, ma è ancora una patologia non del tutto conosciuta, e soprattutto il processo degenerativo è soggettivo: per alcuni può essere più rapido, fino a portare alla disabilità. Ho voluto raccontare la mia storia, perché per me ha un significato immenso aver fatto quei chilometri. È uno spunto per dare forza alle persone che ancora non l’hanno trovata”.

Quando la 38enne ha tagliato il traguardo della Skyrace, sotto l’arco dell’arrivo un’esplosione di gioia, applausi e abbracci. Ad aspettarla anche Andrea Jacomelli, organizzatore della Sky Race e segretario della Lunigiana Outdoor Asd. “È stata un’emozione fortissima sia per la determinazione che per la grande forza di volontà dimostrate da Ginevra – afferma Jacomelli –. Spesso perdiamo il nostro tempo, scordandoci del dono più importante: la possibilità di vivere il qui e ora”. Passo dopo passo, sorriso dopo sorriso, Ginevra ricorda a tutti il valore del percorso.