Giulia Albizzi, la vergine di Firenze: il romanzo di Katherine Mezzacappa

Ha restituito agli annali le vicende della giovane Albizzi sullo sfondo delle manovre dell’Italia del 16esimo secolo

di CRISTINA LORENZI
7 dicembre 2024

Katherine Mezzacappa

Carrara, 7 dicembre 2024 – Una storia vera, che nessuno ha ritenuto degna di entrare nei libri di storia. Katherine Mezzacappa ha restituito dignità alla travagliata vita di Giulia Albizzi nel romanzo ’La vergine di Firenze’ edizioni Piemme. 376 pagine di vicende vere, una ricostruzione meticolosa della Firenze del Rinascimento con una storia che affonda le proprie radici nel Medioevo e che diventa quanto mai attuale oggi in tema di soprusi e violenze sulle donne.

Katherine Mezzacappa, che ha al suo attivo numerosi romanzi in lingua inglese, è studiosa di storia rinascimentale e ha ricostruito il periodo della Firenze dei Medici e dell’Italia dei campanili con una lunga ricerca, strappando dal dimenticatoio della storia scritta dagli uomini le vicende di Giulia Albizzi. Un romanzo che parte dalle tetre mura di un orfanotrofio per finire nei fasti della Venezia del passato e della Mantova dei Gonzaga, che intreccia alla vita ’stuprata’ della piccola Giulia le vicende politiche e le ambizioni di uomini senza scrupoli che fanno della giovane vergine merce di scambio per giochi di potere. Un insieme di personaggi che escono prepotentemente dalle pagine per delinearsi con i propri caratteri e le proprie peculiarità.

Sullo sfondo l’Italia delle signorie con i suoi affreschi, la sua arte e la nascita di quel periodo che ancora ci rende grandi agli occhi del mondo, ma che affonda le sue radici su costumi che la dicono lunga su temi come emancipazione, uguaglianza e guerra al patriarcato. Una storia di riscatto dove il taglio tra buoni e cattivi è netto e dove i valori e la ricchezza degli animi fanno la differenza. Un romanzo che parla di maschi e di femmine, di arte e di degrado, di corpi di uomini e di donne, di consapevolezze veloci ad apparire, di strappi dal chiuso di un convento, dove nemmeno era permesso guardarsi allo specchio, a letti immondi in cui la giovane Giulia ha dovuto fare presto i conti con la sua femminilità e la sua bellezza ancora sconosciute. Un romanzo scritto bene che si legge tutto di un fiato per poi rileggerlo e assaporarlo scoprendo aspetti sempre diversi e più profondi, come se fossero petali di fiore, pagine dedicate alla Firenze del 1500, ai balli di corte dei Gonzaga nella Mantova rinascimentale, alla formazione di una scuola di pittura che ancora adesso ci rende grandi agli occhi del mondo. Sullo sfondo quelle credenze sulla donna e sul potere sul corpo femminile che a distanza di secoli, sono dure da scalfire. Katherine Mezzacappa, di origini irlandesi, vive da tempo a Carrara con la sua famiglia e presto presenterà il suo libro in città.