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Harry e Meghan in fuga dai paparazzi. Sfiorato l'incidente catastrofico

L'inseguimento è durato due ore. Insieme a loro anche la mamma della duchessa "particolarmente terrorizzata". Il fatto riporta alla memoria quanto accaduto a Lady Diana

di BARBARA BERTI -
17 maggio 2023
Il principe Harry e la moglie Meghan coinvolti in un incidente stradale scappando dai paparazzi. E subito torna alla memoria la tragica fuga di Diana Spencer, terminata con l’impatto fatale nella galleria sotto il Ponte de l'Alma a Parigi. “Ieri sera (il 16 maggio, ndr), il duca e la duchessa del Sussex e la signora Ragland sono stati coinvolti in un quasi catastrofico inseguimento in macchina per mano di un gruppo di paparazzi molto aggressivi” recita la nota del portavoce del principe.

I duchi di Sussex alla cerimonia di premiazione della Ms. Foundation for Women di New York (Instagram)

Il folle inseguimento è avvenuto nel tragitto di ritorno da una cerimonia di premiazione della Ms. Foundation for Women di New York dove l’ex protagonista della serie tv “Suits” aveva ricevuto un premio per il suo impegno. La coppia era inseguita dai paparazzi e secondo il portavoce, che ha dato la notizia, l’inseguimento è durato oltre due ore e ha provocato molteplici collisioni che hanno coinvolto altre auto, pedoni e due agenti del New York Police Department. Secondo una fonte anonima che ha parlato con il “New York Post”, Harry e Meghan sono “scossi e provati”. I due hanno evitato per un soffio di esser coinvolti in un tamponamento a catena perché l'inseguimento è stato da film e poteva essere catastrofico.

L'ex protagonista di "Suits" ha rischiato la vita perché inseguita dai paparazzi (Instagram)

La ricostruzione dell’inseguimento “quasi catastrofico”

La coppia, insieme alla madre di lei, Doria Ragland, era stata all'evento solidale durante il quale Meghan era stata premiata per il suo attivismo a favore delle donne. Appena lasciato lo “Ziegfeld Theater” - dove, appunto si svolgeva la cerimonia della Ms. Foundation for Women, sono stati inseguiti da una decina di paparazzi. “La loro sicurezza ha fatto di tutto per fermarli” racconta una fonte anonima al “New York Post”. La coppia all'uscita del teatro è salita sul Suv sul quale era arrivata all’evento, ma poi - visto che la situazione si complicava - ha abbandonato l'auto per salire su un taxi “come ultimo disperato tentativo di seminarli”. Nell'inseguimento, un cameraman ha urtato una macchina, mentre un altro ha urtato un agente. “Gli agenti di polizia hanno anche cercato di fermare i fotografi che però hanno ignorato gli avvertimenti” racconta sempre la fonte al giornale americano.

I duchi di Sussex durante un'uscita pubblica (Instagram)

"È iniziato con 12 paparazzi, poi è finito con quattro inseguimenti. La loro guardia del corpo ha fatto del suo meglio per seminarli (i fotografi, ndr)", le parole del portavoce al tabloid che ha proseguito spiegando che in particolare la 66enne Doria Ragland, madre di lei, "era particolarmente terrorizzata". “Anche se essere un personaggio pubblico comporta un livello di interesse da parte del pubblico, non dovrebbe mai andare a scapito della sicurezza di nessuno” spiega il portavoce del principe. “La diffusione di queste immagini, date le modalità con cui sono state ottenute, incoraggia una pratica altamente invadente e pericolosa per tutti i soggetti coinvolti” aggiunge.

Doria Ragland insieme al principe e a sua figlia (Instagram)

L’incidente di Diana Spencer

Quanto accaduto ai duchi riporta alla memoria la tragedia in cui morì la madre di Harry, la principessa Diana Spencer, anche lei dopo essere sfuggita dai paparazzi che l'avevano seguita mentre era in auto verso Parigi. Era il 1997 quando la principessa di Galles rimase vittima di un incidente, insieme al compagno Dodi Al Fayed e l'autista Henri Paul, e la dinamica non risulta essere tanto differente. L'auto sulla quale viaggiava Lady Diana era inseguita da numerosi paparazzi quando sbandò pericolosamente prima di schiantarsi ad una forte velocità. L'autista e Dodi Al Fayed morirono sul colpo, Diana fu trasportata in ospedale in fin di vita: morì poco dopo. Il duca di Sussex ha raccontato della morte di sua madre nel suo libro “Spare”. In quelle pagine emerge la sua rabbia per l'intrusione della stampa nelle vite della Royal Family, secondo lui la causa principale della morte della mamma.
Diana Spencer, principessa di Galles, conosciuta anche come Lady Diana o Lady D, è stata dal 1981 al 1996 consorte di Carlo, principe del Galles, erede al trono del Regno Unito (Instagram)

Diana Spencer, principessa di Galles, conosciuta anche come Lady Diana o Lady D, è stata dal 1981 al 1996 consorte di Carlo, principe del Galles, erede al trono del Regno Unito (Instagram)

Il principe e la scorta

Il principe ‘ribelle Harry’, impegnato su più fronti nei tribunali britannici, tramite i suoi avvocati ha avviato una seconda azione legale all'Alta corte di Londra contro il ministero dell'Interno per ottenere la garanzia di una scorta della polizia, pagandosela di tasca propria, a tutela della sua famiglia durante i soggiorni nel Regno Unito. Il duca di Sussex, scegliendo nel 2020 lo strappo dalla famiglia reale e il traumatico trasferimento negli Usa con la consorte Meghan, aveva perso di conseguenza la tutela degli agenti di Scotland Yard prevista per i membri di alto rango dei Windsor. Il comitato governativo per la protezione dei reali e dei personaggi pubblici (noto come Ravec) aveva respinto la richiesta del principe, contestando come irrituale la pretesa di pagare privatamente la forza pubblica.
Harry e Meghan, duca e duchessa di Sussex (Instagram)

Il duca e la duchessa di Sussex (Instagram)

Gli avvocati del duca contestano invece la decisione del Ravec in base a una legge del 1996 che consente al “capo della polizia” di fornire servizi speciali “a pagamento”. Il nuovo caso di Harry è correlato al precedente tentativo di contestare la decisione di privarlo della protezione personale durante le visite nel Regno. Il giudice si dovrà pronunciare in futuro sull'azione legale portata avanti dal principe, impegnato anche in diverse cause a Londra contro i tabloid britannici, inclusa quella avviata nei confronti del gruppo Mirror sulle presunte intercettazioni illegali ai danni del reale.