Hikikomori, in Italia sono 50mila. L’auto isolamento come scelta di vita

Nel corso della Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze il ministro dell’Istruzione Valditara ha ricordato i dati dell’ultimo rapporto Ocse sugli effetti dell’abuso di smarthphone e social

25 giugno 2024
Hikikomori

Hikikomori

Se prima era una figura che associavamo quasi esclusivamente al Giappone, e legata in gran parte alla finzione, non volendo credere che ci fossero persone che scelgono davvero di fare certe cose, negli ultimi anni anche in Italia abbiamo imparato a fare i conti con gli Hikikomori. Anche perché questa condizione, chiamiamola così per ora, riguarda 50 mila ragazzi e ragazze nel nostro Paese. 

Chi sono gli Hikikomori 

Ma chi sono esattamente? E cosa fanno di tanto strano?  Ne abbiamo parlato in più occasioni, anche sul nostro canale: il National Institute of Healt americano spiega che si tratta di una forma di grave ritiro sociale, descritta frequentemente in Giappone e da qui arriva infatti il termine stesso, che caratterizza adolescenti e giovani adulti che diventano veri e propri reclusi in casa, spesso nella stessa casa dei genitori, dove sono cresciuti, incapaci di lavorare o andare a scuola per mesi o anni.

La parola “hikikomori”, apparsa per la prima volta negli anni Novanta, indica letteralmente lo “stare in disparte” ed è per questo che viene utilizzata ormai per riferirsi alle persone, molto giovani, che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, senza avere nessun tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta nemmeno con i propri familiari che vivono nella stessa abitazione. 

Hikikomori
Hikikomori

Legami con le malattie mentali e cause 

In genere è stato riscontrato che questa forma di disagio adattivo sociale, così almeno concordano nel definirlo gli ultimi studi in materia, riguarda soprattutto i ragazzi e giovani adulti dai 14 ai 30 anni ed è un fenomeno che si manifesta principalmente in soggetti maschi (tra il 70% e il 90%), anche se si pensa che il numero delle ragazze potrebbe essere sottostimato. 

Sebbene non sia attualmente classificata come malattia mentale, l’essere hikikomori spesso si manifesta in concomitanza con una malattia mentale diagnosticata (la percentuale varia dal 54 al 98%). stando a quant Le condizioni associate includono disturbo dello spettro autistico, disturbi dell'umore, disturbi psicotici e della personalità. Tuttavia, gli psicologi concordano sul fatto che è possibile sperimentare lo status in assenza di malattie mentali. 

Le cause alla base non sono facilmente identificabili: molti medici (dati dell’enciclopedia medica Britannica) riferiscono che i pazienti diventano hikikomori dopo che un evento stressante innesca un comportamento socialmente evitante che poi si estende ad ogni aspetto della vita. Alcuni studi rilevano invece che il fenomeno è correlato a contesti familiari disfunzionali o a traumi subiti.

Il fenomeno in Italia 

In Italia sono quasi 50 mila ragazzi da oltre 6 mesi sono chiusi a casa e stanno sui social, completamente isolati. Il numero è stato indicato dal ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, alla conferenza sulla stampa sulla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze.

Il ministro ha ricordato i dati dell’ultimo rapporto Ocse sulle conseguenze molto serie che hanno l'abuso dello smartphone e dei social media per quanto riguarda l'attenzione e il rendimento scolastico. “Uno studio Unesco – ha sottolineato Valditara – offre dati drammatici sulla carenza di attenzione, sulla l'incidenza negativa dell'abuso del cellulare sulla fantasia e la creatività; tutti gli studi testimoniano come stati d'ansia, depressivi, di isolamento sociale, siano sempre più legati alla dipendenza dai cellulari. Il 45% dei ragazzi – chiosa riferendo i risultati delle indagini – riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo; 1 milione e 300 mila ragazzi ha giocato d'azzardo nel corso del 2023”.