La forza nuda di Rosa Fumetto: "Così ho scelto di essere emancipata e libera"

Una lunga esperienza al Crazy Horse di Parigi e un passato come cantante, attrice e modella. Patrizia Novarini racconta l'altra sé: "Dalla bulimia all'amore per gli animali"

di GUIDO GUIDI GUERRERA -
31 luglio 2023
Rosa Fumetto, all'anagrafe Patrizia Novarini, è nata 76 anni fa a Torino

Rosa Fumetto, all'anagrafe Patrizia Novarini, è nata 76 anni fa a Torino

Regina incontrastata dello striptease, anima dal lontano 1968 del mitico Crazy Horse di Parigi, bella da morire, forme perfette. Lei è Rosa Fumetto, una vera e propria leggenda vivente capace di evocare non solo l’immagine di una showgirl di straordinario fascino ma quella di un’epoca sinonimo per antonomasia di ribellione e contestazione. Nata a Torino nel ’46, figlia d’arte per essere stata sua madre una talentuosa ballerina, decide di lasciare con un moto di ribellione la sua città per trasferirsi in Francia. A soli 22 anni viene notata da Alain Bernardin che la vuole assolutamente tra le ‘stelle’ del suo celebre locale. Ed è subito un trionfo.
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Nata a Torino 76 anni fa, è stata pin-up e personaggio di spicco negli spettacoli a contenuto erotico fra gli anni settanta e ottanta in Francia e in Italia

I primi passi

Lei minuta, ma dalle proporzioni anatomiche perfette, stride con i canoni estetici dell’epoca nella quale primeggiavano modelle stile Veruska, alte e magrissime. Ciò nonostante, per undici anni consecutivi, Rosa, con il suo look innovativo, sarà la vedette di spicco del Crazy Horse con una fama destinata a diventare planetaria. Nei suoi show dimostra di non amare i compromessi: detesta le facce di chi sbircia, di chi è abituato a guardare dal buco della serratura, così preferisce esibirsi nel nudo integrale. Sbatte la porta ai consueti ammiccamenti ipocriti dello spogliarello. Questo avviene in occasione di un galà privato per il lancio di gioielli della ‘maison’ Van Cleef , ed è lo stesso Bernerdin ad assecondare l’iniziativa. Un impresario dalla vista decisamente lunga e con un innato senso dello spettacolo. Uomo di grande carisma e dal carattere determinato entra in rotta di collisione con Rosa, che, contestatrice per natura, non esita a licenziarsi dopo uno screzio. Il rapporto si ricuce subito, perché le cose vanno molto bene, il pubblico stravede per quel caschetto con la frangetta, a cui Crepax si ispirerà per la sua Valentina, ed entrambi sanno quanto dalla solidità del loro sodalizio dipenda il loro sempre più scintillante successo. E poi Bernardin era un gentiluomo. Il vero segreto di Rosa, nome che si era affibbiata da sola per evocare la classica donna di provincia italiana, è quello di non apparire mai come ‘femme fatale’, quanto piuttosto alla stregua di buffa interprete di ruoli sempre diversi in grado di sconfinare spesso nel burlesque, in cui ironia e talvolta comicità sono note dominanti. Rosa Fumetto nasce proprio da questo suo proporsi come ‘cartone animato’ di se stessa, un vero e proprio ‘fumetto’.
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La sua carriera, dopo la lunga esperienza nel cabaret più esclusivo e irriverente di Parigi, prosegue come cantante, attrice e modella di riviste specializzate

La carriera

La sua carriera, dopo la lunga esperienza nel cabaret più esclusivo e irriverente di Parigi, prosegue come cantante, attrice e modella di riviste specializzate. La prima pubblicità in assoluto del famoso intimo Roberta , di cui è testimonial, mostra le rotondità perfette del suo sedere, mentre appare al cinema accanto a Gérard Depardieu e Nastassja Kinski. Nel 1983 approda su Rai2 in seconda serata con Il Cappello sulle Ventitré, e lì succede il patatrac. “Sul contratto non c’era scritto che mi sarei dovuta spogliare - racconta - . Ma alla quarta puntata mi accorsi che il regista Mario Landi stava imprecando perché pretendeva più immagini piccanti del seno della mia collega Trucula Bon Bon, mentre la spallina del vestito le scendeva giù. Allora chiesi la camera in primo piano e gli urlai davanti a tutti che era un porco. Mi tolsi tutto e rimasi nuda, perché odio che la gente venga trasformata in una massa di guardoni. Fu la mia maniera per salvare il pudore di noi artiste che in quella occasione era stato gravemente offeso.”
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Il suo nome all’anagrafe è Patrizia Novarini (Torino, 22 agosto 1946)

Spirito ribelle

Spirito ribelle e irriducibile quello di Rosa Fumetto, che con orgoglio e fierezza ha sempre difeso la propria emancipazione rinunciando a offerte d’oro pur di tenere alto il vessillo della propria indipendenza e libertà. Tutte cose pagate a caro prezzo, anche con ricorrenti crisi di bulimia che l’hanno torturata a periodi più o meno brevi nell’arco della sua esistenza.

Rosa Fumetto, icona senza tempo

Un'icona senza tempo che, ancora oggi, al solo pronunciare il nome fa entrare per magia nel sogno di un’epoca che non tornerà mai più. Cos’è la libertà per Rosa Fumetto? “Non è semplice catalogare questo concetto. La libertà è una vasto territorio e la sua percezione dipende dai momenti. Personalmente pur essendo alla soglia dei 77 anni mi sono sempre considerata una ribelle, basti pensare che la prima volta che sono stata in Francia era il maggio ’68, epoca della storica contestazione. Ecco diciamo che la mia ricerca della libertà parte da lì, in una Parigi in rivolta ma dove non c’era il terrorismo e le bombe non esplodevano come in Italia. Diciamo che se in tante parti del mondo il ’68 ha avuto un’influenza positiva, così non è stato da noi. Quando sono tornata in seguito ho trovato un Paese che stentavo a riconoscere.”
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Negli anni 70 diventò attrice, esordendo col film francese Les Tentations de Marianne. Per la tv italiana, ha condotto, nel 1983, il programma Rai 'Il cappello sulle 23', un varietà sexy

Proprio da quel periodo si sviluppa la questione del femminismo, con nuove sensibilità acquisite. Che evoluzione c’è stata fino ai giorni nostri? “Per comprendere meglio il fenomeno è bene sottolineare come il movimento femminista sia stato intimamente legato ai dettami della moda, grazie ai quali sono stati introdotti nuovi modi di abbigliarsi, di sentirsi libere e protagoniste del proprio modo di vestire. Questo aspetto è andato di pari passo con le conquiste che via via si sono fatte in campo sociale e giuridico, quindi oggi se ne possono finalmente apprezzare i frutti anche se tutto non è stato compiuto. Naturalmente è auspicabile che ogni donna in questo percorso non smarrisca mai la propria femminilità, e lo dico io che mi sento decisamente da sempre un po’ ‘maschietto’ per temperamento. Devo confessare che io sono stata sempre affascinata dalle donne con addosso una forte carica femminile e vengo da un tempo in cui c’era chi adorava Marilyn Monroe o Brigitte Bardot , donne completamente diverse. La Bardot era l’espressione massima di libertà con le sue scarpette basse e i capelli scompigliati, mentre Marilyn era obbligata al cliché del suo stesso personaggio, sempre super elegante, un po’ statica e sempre in bilico sculettante sui tacchi a spillo.” Lei è stata una vera e propria icona della seduzione. Come ha gestito questo suo personaggio? “Non prendendomi mai troppo sul serio e specialmente facendo di me nei miei spettacoli una specie di caricatura, un ‘fumetto’ appunto, cosa che mi ha identificato subito agli occhi di Alain Bernardin tanto da appiopparmi il nomignolo. Rosa invece l’ho scelto io perché evocava la classica ragazza della porta accanto, quella tipica della provincia italiana . Ricordo che nel mio spettacolo d’esordio dovevo esibirmi servendomi di una corda, una specie di liana, con uno sfondo che ricordava la giungla: ne ho fatto subito una cosa del tutto mia arrivando a conferire una nota quasi comica a quella esibizione che era certamente sexy ma molto spinta verso il burlesque, che come si sa è uno spettacolo sempre sull’onda dell’ironia. Alla prima Bernardin aveva letteralmente i capelli ritti, spaventatissimo dall’esito. Ma io sapevo che il pubblico era con me, e avevo ragione. Alain dal canto suo avrebbe voluto imporre il suo stile sfacciato e provocatorio, rischiare in modo calcolato la volgarità . Un pugno nello stomaco. Molte volte aveva ragione e ci riusciva perché era un genio nella sua professione. Ma io ho sempre fatto a modo mio e per questo mi ha sempre apprezzata e rispettata.” La violenza sulle donne è un dramma del nostro tempo. Qual è la sua opinione a proposito? “C’è ancora in modo eccessivo il culto del machismo e credo che a questo contribuiscano in qualche misura i media e lo stesso sistema tesi ancora a glorificare la figura del maschio forzuto e ipertestosteronico che si batte il petto come un orango per far mostra del suo presunto predominio . Anche per ciò che riguarda la violenza contro le donne, che va dalle molestie fino allo stupro per arrivare addirittura al femminicidio, noto in genere una pessima comunicazione di questi tristi fatti quando vengono mostrate immagini della vittima ritratta in modo tale da far pensare al pubblico dei lettori ‘te la sei cercata’. Bisognerebbe fare molta attenzione a questo riguardo perché una maglietta scollata o una espressione maliziosa non possono giustificare in nessun modo certe violente, brutali reazioni. Quindi per me una donna ‘ non se la cerca mai’ ma è sempre e senza eccezioni vittima di una cultura barbara dura a morire.”
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La forza nuda di Rosa Fumetto: “Così ho scelto di essere emancipata e libera”

E’ vero che in passato ha sofferto di bulimia? “Potrei scriverci un libro sull’argomento, cosa che ancora ho preferito non fare. Intanto occorre distinguere tra anoressici che sono autentici maestri del ricatto morale, mentre i bulimici rischiano realmente ogni giorno la vita in silenzio. Va detto che secondo me un po’ tutti gli artisti sono bulimici, e di questo parlo con cognizione di causa per essere diretta testimone. Anche adesso soffro di episodi di bulimia ma cerco di dominarmi e so che devo stare molto attenta perché l’età me lo impone. Da giovane invece mi sentivo ed ero molto forte, così riuscivo a gestire questa tendenza con un forma di quasi entusiastica esaltazione: una volta a Parigi ho visitato quattro ristoranti, uno dopo l’altro, e ci ho fatto in tutti un pasto completo spendendo una follia. Devo ringraziare solo il mio lavoro se sono riuscita a sopravvivere a questo mio problema. Poi nel tempo ho scoperto in modo intelligente i piaceri della buona tavola: cucino bene perché ci metto la testa, in fondo ritengo che la cucina sia in un certo senso matematica, e lo stesso vale per la preparazione dei cocktail di cui sono davvero esperta.” E’ nota la sua sensibilità e il suo impegno nella salvaguardia dell’ambiente e nella difesa degli animali … “Qualcosa va migliorando ma la strada da compiere è ancora lunga. Ultimamente ho perfino mandato una lettera all’amministrazione comunale di Roma per via dell’abbattimento di venti alberi per costruire una pista ciclabile. Ancora sto aspettando la risposta… Cerco di essere vigile su queste cose e di fare la mia parte per quel che posso. Poi ho a cuore la vita dei nostri amici a quattro zampe che proprio in questo periodo estivo rischiano l’abbandono da parte di persone incivili e senza cuore. Ne ho accolti diversi in casa mia. Ultimamente mi sto prendendo cura delle lumache, addirittura. Le avevo comprate per mangiarle secondo la tradizione culinaria francese che tante volte ho apprezzato al ristorante. Porto a casa la busta piena di escargots pronta a cucinarle: poi le guardo uscire timide, con le loro antennine: mi sovviene un quadro di Chagall. Dopo, quando le ho viste addossarsi le une accanto alle altre quasi a farsi coraggio, ho pensato alla danza di Matisse. Insomma sono ormai una delizia per gli occhi capace di superare quella del palato.” Ma allora, chi è davvero Rosa Fumetto? “Una donna che ha sempre creduto in se stessa, a dispetto delle fragilità iniziali e nonostante cominciasse il suo percorso professionale in un momento difficile, complicato dalla crisi familiari profonde. Una persona che ha fatto della libertà il proprio vessillo e l’ha difesa con le unghie e con i denti. Oggi cerco di dominare la mia istintiva aggressività perché non si possono rovinare molte buone occasioni solo per il vezzo di assecondare le emozioni del momento, e non dimentico come certe mie sfuriate mi siano costate anche il licenziamento. Per fortuna lo stesso Bernardin, da persona intelligente quale era, mi ha cercato e tutto è tornato a posto. Ricordo quei tempi con grande piacere: ero molto amata, frequentavo gli ambienti più esclusivi e persone che mai mi sarei sognata di incontrare. Ero la numero uno, ero al pari dei rampolli più blasonati di Francia e le cifre che guadagnavo parlavano da sole. La differenza è che io non ho mai ceduto alle lusinghe e ho scelto la libertà come mio unico, autentico tesoro. A tante delle mie conoscenze sono andati in eredità ville, gioielli preziosi e castelli, per me è sufficiente la consapevolezza di essere stata grande anche nel saper dir di no, in cambio di tutta me stessa.”