Le nozze dell’assessora Chiara Foglietta con Sara Moiso: “Da oggi mia moglie”

A celebrare l'unione civile è stato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo. Al suo fianco c'era anche Niccolò, figlio che l'attivista ha avuto nel 2018 con la precedente compagna e primo bambino con due mamme nato e registrato in Italia

di CHIARA CARAVELLI
22 dicembre 2024
Il matrimonio tra l'assessora torinese Chiara Foglietta e la compagna Sara Moiso

Il matrimonio tra l'assessora torinese Chiara Foglietta e la compagna Sara Moiso

“Sara, da oggi mia moglie. Mano nella mano. Semper”. Chiara Foglietta, assessora comunale torinese con delega – tra le altre – a Viabilità e Transizione ecologica e attivista Lgbtqi+ ha annunciato così sui social il matrimonio con la moglie e avvocata Sara Moiso. La foto postata sui social le ritrae vestite di bianco con i bouquet in mano poco dopo essersi sposate a Torino. A celebrare l’unione civile è stato il sindaco Stefano Lo Russo.

Al suo fianco Niccolò, figlio avuto dall’assessora con la precedente compagna e primo bambino in Italia nato con due madri. Foglietta, che da tantissimi anni porta avanti il suo impegno per i diritti delle coppie omosessuali, nel 2018 aveva dato alla luce Niccolò tramite la fecondazione assistita all’estero, in Danimarca. Dopo un primo no all’anagrafe, il figlio dell’assessora è stato poi registrato con una firma dell’allora sindaca Chiara Appendino diventando il primo bambino di due mamme nato e registrato in Italia. Una pagina storica per il riconoscimento dei diritti fondamentali di tutti i bambini.

In quell’occasione era stata la stessa Foglietta a chiedere alla prima cittadina "un atto di coraggio” affinché Niccolò potesse essere registrato come figlio di due madri, visto che inizialmente le due donne avevano incontrato il muro legislativo che, nel nostro Paese, non prevede il riconoscimento dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali. Se non ci fosse stato l’intervento dell’ex sindaca torinese Foglietta avrebbe dovuto probabilmente dichiarare il falso, un’eventualità che l’assessora comunale non ha preso in considerazione, continuando al contrario a lottare affinché Niccolò potesse essere riconosciuto come figlio di due mamme. Una lotta andata a buon fine.