Il proprio corpo: in un adolescente, ma anche in un adulto e, purtroppo, talvolta in un bambino, può trasformarsi in un nemico odiato e temuto. Troppo basso, troppo alto, troppo grasso, troppo poco appariscente o popolare. Il corpo può essere il mezzo con cui una persona manifesta al mondo il proprio disagio o il bisogno disperato di attenzione e di affetto. Allora, questo corpo inadeguato, troppo stretto per contenere ciò che vorremmo essere ma non possiamo, dà origine a quella che ormai viene considerata una vera e propria emergenza sociale - sanitaria, nonché una delle principali cause di morte in adolescenza: la questione dei disturbi alimentari. Stiamo parando di patologie psichiatriche che insorgono prevalentemente tra i 12 e i 18 anni, con una tendenza a cronicizzarsi nel corso del tempo, considerato anche il pericoloso periodo dell’occultamento dei segnali di allarme e dei sintomi. Il risultato è che le richieste d’aiuto ai servizi psichiatrici territoriali arrivano spesso molto in ritardo, troppo, quando ormai a situazione è diventata cronica. È allora che i reparti di Neuro Psichiatria infantile degli ospedali di tutto il mondo si riempiono di adolescenti, poco più che bambine, che si aggirano per i corridoi ridotte pelle e ossa, con una flebo nella vena o un sondino per l'alimentazione forzata nel naso. Una situazione che ha un drammatico bisogno di essere cambiata, perché troppo spesso si risolve in gravi danni per il malato, che ne condizioneranno l'esistenza intera.
Proprio allo scopo di sensibilizzare e di educare la popolazione alle tematiche dei disturbi alimentari nasce il progetto Settimana Lilla, in programma fino al 15 marzo, da un'idea di diverse associazioni e fondazioni operanti in Lombardia nel campo dei disturbi alimentari, guidati da Fondazione Maria Bianca Corno ETS (www.fondazionemariabiancacorno.org). Una settimana dedicata alla promozione di attività gratuite rivolte alla cittadinanza, alle famiglie, alle scuole, alle società sportive e ai professionisti della salute mentale nel territorio regionale e su internet. Gli eventi del progetto (webinar, laboratori, spettacoli, incontri e lezioni) riguarderanno le principali tematiche dei disturbi alimentari: il corpo nel suo insieme (corporeità, sviluppo psico-corporeo in adolescenza, immagine corporea); l’alimentazione e il cibo (dalla nutrizione alle condotte alimentari e alle diete); la consapevolezza e lo sviluppo emotivo-affettivo. Di particolare interesse sarà il convegno ECM con Regione Lombardia dal titolo “Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: la Rete, un valore da potenziare” - in programma sabato 11 marzo - in collaborazione con l’Associazione Nutrimente di Milano e Spazio IRIS, per favorire un momento di riflessione condivisa tra professionisti e cittadini sul ruolo della famiglia e della rete dei servizi sanitari dedicati alla cura dei disturbi alimentari.
“La situazione epidemiologica nazionale conferma che sia l’anoressia nervosa che la bulimia nervosa sono un problema di salute pubblica di notevole interesse - spiegano gli organizzatori -. Secondo un rapporto canadese, dal 1987 le ospedalizzazioni per un disturbo alimentare sono aumentate del 34% per la popolazione giovanile sotto ai 15 anni e del 29% per la popolazione tra i 15 e 24 anni. Queste patologie psichiatriche risultano particolarmente diffuse nella popolazione femminile, con un rapporto di 1 a 6 e 1 a 10 rispetto agli uomini, e si stima che circa il 3% delle donne abbiano avuto disturbi alimentari durante la propria vita. In Italia, gli studi scientifici evidenziano una prevalenza dello 0.2-0.8% per l’anoressia e dell’1-5% per la bulimia, con un’età di esordio tipicamente adolescenziale. A tal riguardo, l’importanza di interventi precoci è raccomandata anche nelle linee-guida internazionali (NICE, 2017; Haute Autorité de Santé, 2010), che evidenziano la necessità di considerare la patologia nel suo complesso utilizzando un approccio multidisciplinare, multidimensionale e partecipativo. In generale, la famiglia e le altre agenzie educative (scuole, associazioni sportive, oratori) risultano essere i primi soggetti a dover fronteggiare situazioni complesse – talvolta addirittura critiche - legate a tali disturbi, ma con una limitata conoscenza e con una difficoltà nell’identificazione dei servizi specifici. Inoltre, la recente pandemia da Covid-19 ha ulteriormente amplificato la fragilità di questa popolazione clinica, amplificandone la sintomatologia psichiatrica e aumentandone i ricoveri ospedalieri”.
Nei percorsi di cura diventa dunque fondamentale l’integrazione tra le agenzie della rete dei servizi sanitari (ambulatori, centri diurni, comunità residenziali, ospedali) e le associazioni di professionisti e di familiari che si dedicano alla prevenzione e all'educazione delle famiglie sul territorio. “Recentemente, l’attenzione sociale verso questa popolazione clinica è stata evidenziata dalle azioni in ambito politico atte alla promozione e al miglioramento dei percorsi di cura dedicati a pazienti con disturbi dell’alimentazione/nutrizione e alle loro famiglie (stiamo parlando del DGR 7357 - 21/11/2022 - 'Piano regionale biennale di attività per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione' della Regione Lombardia) e con l’istituzione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla il giorno 15 marzo, dal 2012 - dicono ancora gli organizzatori -. Ma per raggiungere e informare il maggior numero possibile di persone tra professionisti sanitari, familiari e cittadinanza, le associazioni coinvolte hanno organizzato iniziative online e in presenza, iniziative sul territorio, eventi scientifici, sportelli d’ascolto, banchetti informativi e eventi in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo. L'intento e la speranza sono quelli di prevenire condizioni critiche e di formare la popolazione adulta che ruota intorno alla persona adolescente sull'identificazione dei segnali d'insorgenza dei disturbi alimentari”.