Per alcune è la cosa più naturale del mondo, per altre, molte altre è un trauma doloroso da affrontare in solitaria. Stiamo parlando dell’allattamento al seno, pratica raccomandata dai maggiori esperti di sanità mondiale (tra cui l’Oms) per la nutrizione dei neonati, ovviamente in condizioni in cui questa è possibile. Una pratica però, circondata anche da tanti pregiudizi e percepita quasi come ‘obbligatoria’ dalla maggioranza delle neo mamme, condizionate sia appunto dalle indicazioni di ostetriche e pediatri sia da mamme, nonne, zie e amiche che la considerano un passaggio imprescindibile dell’essere mamma. La volontà personale, i problemi che magari insorgono sin dal primo approccio col bambino, non contano o passano in secondo piano, lasciandola sola a gestire emozioni e difficoltà del caso.
Già nelle prime ore dopo la nascita di sua figlia, ad esempio, Andrea Ippolito aveva la sensazione di non essere all'altezza come madre. “Ero qui, come molte donne, a cercare di riprendermi dopo questa folle procedura medica del parto, e mi sentivo un fallimento”, ha raccontato alla CNN. Ippolito faticava ad allattare a causa della scarsa produzione di latte e ancora oggi, a circa sei anni di distanza, si emoziona al solo ricordo di quei giorni. “Mia figlia stava perdendo peso. Era incredibilmente stressante”. Quindi, nei primi tre mesi di vita della neonata ha utilizzato una combinazione di latte materno e latte artificiale per nutrirla, per poi passare esclusivamente a quello in polvere. “È stata una lotta per tutto il tempo”, ha aggiunto, dando voce a un sentimento spesso tenuto nascosto per vergogna o paura del giudizio altrui.
L'Accademia Americana di Pediatria raccomanda che i bambini consumino solo latte materno per i primi 6 mesi. Ma a quell'età, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, solo il 56% dei bimbi statunitensi consuma latte materno. E solo un quarto, a 6 mesi, viene allattato esclusivamente al seno. Ma per alcune donne o genitori che partoriscono, l'allattamento al seno esclusivo o la pratica in generale non è possibile a causa di una scarsa produzione e molte smettono perché non hanno il necessario supporto strutturale, fino a fare lo svezzamento dei propri figli prima del previsto.
Simplified
Ippolito pensa che un sostegno maggiore e migliore, in quei primi giorni, avrebbe migliorato la sua esperienza, sia dal punto di vista pratico che emotivo. Così, nel 2019 ha avviato SimpliFied, una piattaforma virtuale in collaborazione coi programmi sanitari nazionali per fornire alle pazienti un adeguato supporto all’allattamento, da parte di consulenti certificati dal Consiglio Internazionale (IBCLC) che sia coperto dall’assicurazione. “La nostra posizione come organizzazione è che qualunque sia il vostro obiettivo, noi vi sosterremo”, ha spiegato.
La sua è una delle tante aziende giovani che mettono in contatto i neogenitori con una rete di supporto. “Nell'ultimo decennio è stato finalmente riconosciuto che la salute delle donne è stata drammaticamente sottovalutata”, ha affermato Andrea Ippolito, sottolineando che c'è ancora spazio per miglioramenti anche all’interno della stessa realtà che ha fondato. Gli investitori “guardano a ciò che verrà dopo e a dove ci saranno continue opportunità di mercato. Ed è qui che trovano servizi di assistenza post-partum come il nostro”. Si tratta, comunque, di una difficile sfida. Perché allattare, di farro, non è così semplice come sembra.
Allattare è difficile
Anche quando tutto va bene, l'allattamento al seno è faticoso. All'inizio, i neonati hanno fame ogni una o tre ore. Il che significa che una mamma deve ‘offrire’ più poppate al giorno, anche durante la notte. Nei mesi successivi, i bambini continuano a magiare spesso, da 8 a 12 volte al giorno: un ritmo più lento, ma non di molto. Poi ci sono i potenziali problemi, come l’eccesso o la carenza di latte e una brutta infezione chiamata mastite, che rende ancora più ardue le normali difficoltà che si presentano sul percorso. Le madri che stanno ancora allattando quando tornano al lavoro hanno bisogno di pause regolari e di un luogo pulito e adatto per tirare e conservare il latte materno durante il giorno.
I benefici del latte materno
Non sorprende, quindi, che il tasso di donne che allattano al seno diminuisca, soprattutto quando le mamme non possono accedere all’aiuto esterno. Secondo gli esperti, però, l’allattamento al seno offre grandi benefici sia ai bambini che ai genitori. Il latte materno è “come il primo vaccino e la prima protezione contro le infezioni”, perché le madri trasmettono gli anticorpi ai bambini attraverso il loro latte, ha spiegato Ann Kellams, pediatra, fondatrice e direttrice del programma di Medicina dell'Allattamento e della Lattazione dell'Università della Virginia. Ed è una sostanza ‘dinamica’: “Le componenti nutrizionali cambiano a seconda dell'ambiente, del periodo dell'anno in cui si verificano le infezioni e di ogni fase di sviluppo del bambino. È personalizzato”.
Gli studi suggeriscono che i bambini allattati al seno hanno minori rischi di malattie e problemi di salute cronici e che le madri hanno meno probabilità di avere diabete materno e ipertensione. E non è tutto o niente, ha osservato Kellams. “Ogni allattamento al seno, ogni goccia, è importante e significativa”.
Per contribuire alla diffuzione della pratica, l'Affordable Care Act del 2010 ha imposto ad alcuni datori di lavoro di offrire alle mamme uno spazio privato e tempo sufficiente per tirare il latte materno durante il giorno. Inoltre, ha stabilito che i piani di assicurazione sanitaria devono coprire i servizi e i prodotti di sostegno all'allattamento, come i tiralatte. Il mandato, tuttavia, non ha contribuito molto alla causa, così sono intervenuti direttamente gli imprenditori.
Lactation Network e Pumpspotting
Per quanto riguarda l'assistenza all'allattamento, “l’ACA è stata una specie di grido nel vuoto”, ha detto Sarah Kellogg Neff, CEO di Lactation Network, nata come azienda di tiralatte, oggi ha la più grande rete di Consulenti Professionali in Allattamento Materno degli Stati Uniti. Pensare che nel periodo in cui è nata molti genitori non sapevano nemmeno cosa fossero le consulenti per l'allattamento.
Mentre SimpliFed e Lactation Network si concentrano sul collegamento dei genitori con queste professionalità, per sedute coperte dall'assicurazione e altre forme di assistenza sanitaria, Pumpspotting si occupa soprattutto di aiutare i genitori a trovarsi a vicenda. Per Amy VanHaren, che ha fondato l'app nel 2015 e ne è l'amministratrice delegata, l'allattamento al seno era un'esperienza isolante. “Ogni giorno mi sentivo costantemente inadeguata, sola e molto incerta”, ha raccontato. Per lei la comunità era fondamentale: “Mi mancava il punto di contatto con altre donne che si trovavano in questa fase della vita e che stavano affrontando le stesse difficoltà emotive”. Nell'app Pumpspotting gli utenti condividono storie, fanno domande e sollevano dubbi. Le persone si rispondono a vicenda e i consulenti per l'allattamento intervengono per rispondere a questioni specifiche.