La vittoria di una ragazza autistica, sette anni di tirocinio a 250 euro: "Ora sarò finalmente assunta"

Federica lavora in un asilo del Reggiano dal 2014. La sua battaglia raccolta un anno fa dal nostro giornale "Continui rinnovi, pochi soldi, nessuna certezza. In quel modo era impossibile costruire una vita autonoma"

di GIAMBATTISTA ANASTASIO
27 maggio 2024
Federica Montagna, 32 anni, insieme alla madre Maria Rosaria

Federica Montagna, 32 anni, insieme alla madre Maria Rosaria

Reggio Emilia, 27 maggio 2024 – Quale emancipazione può dare un tirocinio che si protrae per 7 anni, sempre con una retribuzione di 250 euro al mese, senza contributi previdenziali né coperture in caso di malattia? E quali competenze si possono acquisire se in 7 anni non è riconosciuto al tirocinante alcun avanzamento di mansione? Quanto si fa sottile, in queste condizioni, il confine tra tirocinio formativo e sfruttamento del lavoro?

Sono queste le domande poste nelle prime righe dell’articolo col quale, il primo maggio del 2023, si denunciava la situazione di Federica Montagna, ragazza di 32 anni nello spettro autistico. Dodici mesi più tardi è arrivata la risposta che Federica e sua madre Maria Rosaria desideravano, quella per la quale si sono battute o, più semplicemente, l’unica risposta che era giusto arrivasse: da settembre Federica sarà assunta a tempo indeterminato.

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Il suo sarà un vero contratto di lavoro, coerente al contratto nazionale in vigore per la ristorazione collettiva: Federica lavora nelle mense scolastiche della Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia. La svolta si è appena concretizzata: ha ricevuto solo giovedì la lettera con la quale la cooperativa la informava dell’assunzione. Ma è stato un percorso a tappe. Anzi, ad ostacoli.

E negli ultimi 12 mesi è avvenuto quello che non era avvenuto in 7 anni. "Sono entusiasta – fa sapere Federica –: ci è voluto tempo, non sono stati anni facili, ma questo contratto, ora, è un primo, fondamentale tassello per potermi costruire un’autonomia".

È questo l’aspetto da salvaguardare: il legittimo diritto delle persone con disabilità ad una vita il più possibile autonoma. "Oggi sono la mamma più felice del mondo" confessa Maria Rosaria. Meglio riavvolgere il filo, allora.

A giugno 2011 Federica si iscrive al collocamento mirato e inizia via via a lavorare in un asilo comunale sotto la supervisione dell’Ausl di Montecchio. Per i primi anni si tratta di un’attività di pochi giorni a settimana, alternata alla frequenza al centro diurno. Ad un certo punto, però, diventa un impiego. Il primo contratto da tirocinante parte il 15 settembre del 2014. L’ultimo scadrà il 17 giugno del 2021. È allora che Federica, ormai trentenne, decide di dire basta col tirocinio perché stanca di guadagnare così poco e non potersi costruire alcuna autonomia. Sulla carta il suo percorso formativo era iniziato come "addetta alle pulizie" ed è finito come "addetto alla preparazione e alla cottura di cibi" in mensa.

Di fatto, però, le sue mansioni non sono mai cambiate. E altrettanto vale per la sua retribuzione: sempre 250 euro al mese per un impiego a tempo parziale orizzontale, dal lunedì al venerdì, quattro ore al giorno. Dal 2014 al 2021 le proroghe sono state quattro. Tra una e l’altra, Federica e la famiglia assicurano di aver spinto per un vero contratto. "All’inizio – aveva ammesso Maria Rosaria – mi bastava vederla andare a lavorare come tutti i ragazzi della sua età. Poi ci siamo chiesti perché continuassero a farla lavorare a quelle condizioni e abbiamo preteso che il suo lavoro fosse riconosciuto".

Da qui la scelta di ingaggiare Laura Andrao, avvocata esperta nella tutela delle persone con disabilità, che individua la genesi del problema nella legge 68 del 1999, "una legge che andrebbe completamente superata perché prevede inserimenti socio-occupazionali, non veri tirocini, retribuiti con cifre inadeguate a fronte del lavoro che viene svolto dalla persona con disabilità e senza che il datore di lavoro abbia vincoli cogenti ad assumere".

Andrao chiede quindi all’Ausl la predisposizione di un progetto per la vita autonoma. Tra meno di una settimana il contratto di Federica scadrà. Ma questa volta sarà sostituito da un contratto che non necessita di proroghe. A tempo indeterminato.