Un'indagine dal titolo “La formazione nel mosaico generazionale“ per dimostrare come le aziende italiane non possono più permettersi di ignorare questo complesso intreccio che costituisce il loro capitale umano. E' quello che emerge dall'ultima ricerca presentata al Forum Risorse Umane 2024 da Gility, la learning technology company nata su iniziativa di CDP Venture Capital Sgr in joint venture con Bper Banca come primo progetto di sistema italiano mirato a diffondere una nuova cultura della formazione.
Lo scopo della ricerca
L'indagine è stata condotta su un campione di 150 aziende italiane nel 2024 e ha coinvolto responsabili e direttori delle risorse umane, del learning & development e altri business leader. Il suo scopo? Portare alla luce come il successo futuro dipenda dalla capacità delle organizzazioni di trasformare la diversità generazionale in un vantaggio strategico, utilizzando al meglio gli strumenti offerti dalla formazione aziendale, che devono essere “customizzati” a seconda dell'età e al ruolo ricoperto.
“L'equilibrio tra generazioni diverse in azienda è fondamentale”
“I dati di Gility - dichiara Flavio Molinari, CSO & Co-Founder di Gility - evidenziano una realtà che non si può e non si deve più ignorare. L'equilibrio tra generazioni diverse all'interno delle aziende è fondamentale. Non si tratta solo di gestire le differenze, ma di farne un pilastro della strategia aziendale. Le nuove generazioni hanno fame di apprendimento e sviluppo continuo, e si aspettano un contesto che le supporti attivamente con percorsi formativi mirati e flessibili. Al contempo, i senior custodiscono un patrimonio di competenze che deve essere valorizzato, e questo richiede una cultura del mentoring incentivante e strutturata. Se vogliamo costruire organizzazioni competitive, è il momento di investire in una formazione che non solo risponda alle esigenze dei giovani, ma che permetta alle generazioni di incontrarsi, condividere e crescere, alimentando non solo il mentoring delle figure senior verso i giovani, ma anche lo scambio reciproco. L'attitudine e le competenze con cui le nuove generazioni entrano in azienda rappresentano un fattore di crescita per chi ha già esperienza“.
Cosa ha mostrato l'indagine
Ma vediamo adesso cosa ha mostrato la ricerca. Effettuata con una metodologia qualitativa e quantitativa, l'indagine ha evidenziato una dinamica critica: mentre i dipendenti junior hanno mostrato un chiaro interesse per l'apprendimento dai colleghi più esperti (l’89,7% di loro risulta d’accordo), è emerso una forte resistenza da parte dei senior nel ricoprire il ruolo di mentori. Ben il 92,3% dei rispondenti ha registrato nelle loro aziende la mancata disponibilità e apertura alla condivisione di esperienze con i giovani.
L'elemento comunque prioritario per le nuove generazioni è il work-life balance. Come testimoniano i dati infatti, il 44,9% dei giovani, nelle aziende intervistate, considera l'equilibrio tra vita lavorativa e personale l'aspetto prioritario del proprio percorso professionale, seguiti dalla crescita professionale (29,5%), retribuzione e benefici (16,7%) e cultura aziendale inclusiva (9%).
Un'altra caratteristica da non sottovalutare per creare coesione e produttività è quella di avere una cultura aziendale inclusiva e uno spazio di apprendimento reciproco. I risultati non a caso evidenziano come una formazione multigenerazionale migliori la coesione del team e favorisca il senso di appartenenza, con il 70,7% degli intervistati che afferma come questi programmi contribuiscano a costruire un ambiente di lavoro inclusivo.
La formazione come “opportunità fondamentale per sviluppare competenze trasversali”
Infine, per attrarre e fidelizzare le nuove generazioni sarà fondamentale investire sulla formazione: il 92,3% dei rispondenti la ritiene elemento imprescindibile per avvicinare e trattenere giovani talenti. E propria la formazione è stata messa in evidenza dallo stesso Molinari che ha commentato così quest'ultimi dati: “Le nuove generazioni considerano i corsi di formazione non più come un semplice strumento per avanzare all'interno della stessa azienda, ma come un'opportunità fondamentale per sviluppare competenze trasversali che li rendano protagonisti del proprio percorso professionale. Questa visione riflette un cambiamento culturale significativo: i giovani lavoratori cercano di costruire una carriera flessibile e dinamica, mettendo al centro la crescita personale e professionale, indipendentemente dal contesto aziendale in cui operano. Per le imprese, questo significa ripensare le proprie offerte formative, puntando su programmi che valorizzino competenze trasferibili e una visione a lungo termine della professionalità”.