Mamme in camice: quando il carico emotivo sulle lavoratrici diventa insostenibile?

Lunedì 22 aprile un webinar gratuito in cui Cristina Di Loreto di Me First e Sasha Damiani di Mamme a Nudo, proveranno a dare strumenti utili alle madri che lavorano in ambito sanitario per la prevenzione dell’esaurimento

di Redazione Luce!
20 aprile 2024
Cristina Di Loreto e Sasha Damiani

Cristina Di Loreto e Sasha Damiani

Essere madre in Italia è ancora una sfida. Un dato di fatto, a causa di numerosi stereotipi culturali che permangono ancora oggi nei confronti di questa figura fondamentale della società umana. Ed è ancora più difficile essere una madre lavoratrice, ce lo dicono ogni anno statistiche e indagini che testimoniano la difficoltà per le donne a conciliare il proprio impiego con la vita familiare, con la cura dei figli. Ma come se la passa una madre che lavora in ambito sanitario?

Su di loro sarà incentrato il webinar gratuito, intitolato “Mamme in camice”, pensato per la prevenzione dell’esaurimento emotivo. L’evento, che si terrà lunedì 22 aprile (in due fasce orarie per garantire la massima disponibilità a chi lavora su turni) è a cura di Cristina di Loreto e di Sasha Damiani. Ecco da quali spunti sono partite le due professioniste. 

La salute psicosociale delle mamme lavoratrici in ambito sanitario

Nel 2023 Me First, la start up fiorentina fondata dalla psicologa psicoterapaeuta Cristina Di Loreto, e LabCom, former spin-off dell’Università di Firenze, hanno condotto un'indagine sulla salute psicosociale delle madri lavoratrici

I risultati non sono promettenti, partiamo da questo presupposto. Ne emerge infatti la conferma che lo stile materno, in Italia, è ancora imperniato sul sacrificio e la rinuncia alla cura della propria identità personale. Quasi una madre su due, inoltre, sperimenta elevati livelli di esaurimento emotivo, una delle tre dimensioni della sindrome da Burnout. E l’incidenza è più elevata tra le donne, mamme, che appunto sono occupate in ambito sanitario. Perché?

Da uno studio della Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri, 2023) i dati mostrano un’incidenza di esaurimento lavoro-correlato molto più elevata nelle donne con figli, su dati comunque già allarmanti (48% circa tra gli infermieri e 52% tra i medici). 

Il webinar di Me First e Mamme a Nudo 

Partendo dalle evidenze emerse da queste ricerche Mamme a nudo, progetto di divulgazione sui temi della violenza ostetrica e delle discriminazioni di genere in ambito sanitario creato da Sasha Damiani, anestesista che per prima ha sperimentato il contesto lavorativo ospedaliero, si unisce a Me First, che dal 2020 supporta le madri con percorsi e programmi di empowerment psicologici altamente specializzati.

Le due realtà hanno preparato un momento di sensibilizzazione, confronto e formazione gratuito che racconterà anche un progetto più esteso, sempre pensato per le madri che operano in un contesto sanitario.“La retorica del lavoro sanitario come missione guidata dalla vocazione nuoce ad una corretta rappresentazione della nostra professionalità – dice Daminai –. Per una donna questa narrazione si intreccia pericolosamente con la ben nota condizione sociale di un carico domestico e familiare pesantemente sbilanciato sulle spalle delle madri. Le conseguenze sono quelle di un sovraccarico fisico ed emotivo che peggiora la nostra salute mentale, i livelli di soddisfazione lavoro-correlati e le opportunità di una crescita professionale paritaria. Per questo – aggiunge – ho chiesto a Cristina di portare quegli strumenti sistematizzati e validati nei suoi anni di supporto alla maternità a una categorie di persone la cui salute è necessaria anche per potersi prendere cura dei cittadini. Ricordando che in Italia, oltre il 70% del personale sanitario è costituito da donne”

Nell’appuntamento, a cui ci si può iscrivere liberamente a questo link, guidata dalle domande e dall’esperienza diretta della dottoressa anestesista, Cristina Di Loreto affronterà i temi dell’aumentata sensibilità emotiva in seguito alla maternità, che spesso aumenta l’identificazione con storie dolorose e infauste di alcuni casi, la gestione del contatto con la sofferenza e la comunicazione del decesso. Anche sui loro profili Instagram, le due donne stanno raccogliendo infatti numerose testimonianze e interesse rispetto a un tema che oggi viene ancora dimenticato a livello organizzativo: la necessità di supportare a livello psicosociale ed emotivo i professionisti della salute in genere, a maggior ragione se in un momento di transizione individuale o gestione di una complessità come quella della genitorialità.