Mangiare ascoltando musica, c'è più gusto. Sanremo è servito a cena

Quale tipo di musica abbinare ai pasti? C'è una ricerca che dimostra come la giusta melodia influenzi la nostra percezione dei cibi

di DOMENICO GUARINO -
31 gennaio 2024
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Cibo e musica: un binomio di sicuro effetto, ma assai poco indagato. Sappiamo tutto delle migliori combinazioni tra vini e pietanze, e conosciamo ogni piccolo aspetto del galateo, più o meno informale; ma quale musica si accompagna meglio, mettiamo, ad un barbecue o a una cena di gala? L'occasione, è proprio il caso di dirlo, è ghiotta, visto che tra pochi giorni prenderà il via - all'ora di cena, puntualissimo - il Festival di Sanremo. Da sempre le esecuzioni musicali hanno rappresentato, soprattutto nelle occasioni formali e alle tavole dei più ricchi, un ingrediente - è proprio il caso di dirlo - molto apprezzato. Tanto che una buona parte delle composizioni dei grandi maestri del passato serviva proprio per rallegrare i banchetti, dando vita ad un genere specifico denominato appunto ‘musica da tavola’. musica-mangiare-sanremo

Musica a tavola: come cambia il gusto

Un fatto che si collega al rapporto inscindibile, ed apparentemente inspiegabile, tra due sensi in apparenza molto lontani tra di loro: il gusto e l'udito. Eppure oggi la scienza stessa dimostra come, a seconda di quello che mangiamo e ascoltiamo, la nostra percezione del gusto cambi considerevolmente. In uno studio del 2013 della University of Arkansas i ricercatori hanno infatti dimostrato come sia il tipo che il volume della musica determinino una mutazione nella percezione dei sapori. Ugualmente una successiva ricerca svolta a Oxford e curata da Charles Spence, docente di psicologia sperimentale, ha dimostrato come melodie e canzoni giuste possano aumentare il piacere dell'esperienza fino al 15%. A confermare il tutto arriva, a pochi giorni - non a caso - dal Festival della canzone italiana, la ricerca dell’Osservatorio Nestlé, che ha voluto verificare, attraverso un sondaggio dedicato, quanto questi due piaceri siano strettamente legati fra loro. Dal sondaggio emerge che, anche se ‘solo’ poco più del 27% degli intervistati è a conoscenza del forte impatto che hanno i suoni sulla percezione delle pietanze, il 60% ascolta musica mentre cucina e un terzo degli italiani la ascolta mentre mangia. musica-mangiare-sanremo

La melodia migliore per ogni occasione

L'osservatorio, che dal 2009, attesta i cambiamenti di usi e costumi indagando le abitudini alimentari degli italiani con lo scopo di sensibilizzarli su uno stile di vita salutare, ha anche interrogato i cittadini sul tipo di musica che si abbina meglio alle varie occasioni. E le sorprese non mancano. Ad esempio, per la cena a due, vince la musica melodica o leggera (27,5%), la classica (25,2%), quella da camera - forse per rilassare gli animi - (21,7%). Ma va detto che il 17% opta per una una compilation di (intramontabile) liscio. Per quanto riguarda le cene in famiglia si impone quella anni ‘80 (35%), mentre tra amici si preferisce il pop (27%), l'hip pop (20%), il jazz (13%). Sorprende inoltre il gradimento della musica country, che viene scelta come colonna sonora ideale nelle cene di lavoro per un 17%,seconda solo al jazz (24%). È all'aperitivo invece che, sempre secondo l’Osservatorio Nestlé 2024, il rock si prende la sua rivincita, con una preferenza al metal (23%) e al grunge (19%). Bene anche il jazz (25%) e il blues (25%).

Che brano abbinare ai vari piatti?

Andando invece alle singole portate, alla domanda ‘Quale genere musicale abbineresti ad un primo, quale ad un secondo e quale ad un dolce?’, il 23% ha abbinato tutti e tre i piatti alla musica Classica, il 20% al Pop e il 19% all’Hip-Hop. musica-mangiare-sanremo “La musica ascoltata durante il momento del pasto, influenza il sapore dei cibi e dei vini. Non cambia i sapori ma è in grado di ‘deviare’ l’attenzione e la concentrazione su alcune caratteristiche” commenta i risultati il Dottor Giuseppe Fatati, Direttore dell’Osservatorio Nestlé e Presidente di Italian Obesity Network. E poi aggiunge “una musica gradevole sollecita il rilascio di neurotrasmettitori, le dopamine associate a sensazioni di soddisfazione e piacere, rilasciate anche durante il sesso e il sonno, per esempio. Un suono può essere un modo molto efficace per creare in modo diretto un link emotivo con un certo cibo o una certa situazione emozionale; diventa una sorta di ‘sound branding’, ovvero un marchio sonoro personale e identitario”. Sarà per questo che nella regione della Champagne una celeberrima maison accompagna ogni degustazione e ogni giro in cantina con le note di Pëtr Il'ič Čajkovskij, celeberrimo compositore russo, in quanto secondo i titolari migliorerebbero l'esperienza ed effettivamente le ricerche sembrano dargli ragione. Senza contare le sperimentazioni di Heston Blumenthal, visionario chef inglese, 3 Stelle Michelin e vincitore della World's 50 Best nel 2005, che sul connubio suoni sapori ha costruito uno dei suoi piatti più iconici, "Sound of the sea", un semplice sashimi con sabbia di tapioca e schiuma di mare, servito in una conchiglia contenente un iPod, piatto basato proprio sugli studi neurologici che legano i ricordi ai suoni. Insomma: buona musica, e buon appetito. E, soprattutto, buon Sanremo!