Marika Ciaccia: “Così camminare mi ha guarita, ma alla competitività preferisco lo slow sport. È per tutti“

Dopo una trombosi alla gamba che ha scatenato un'embolia polmonare, la travel blogger 31enne che oggi vive a Torino ha trasformato il trekking nella sua cura costante: "Ho imparato ad affrontare le mie paure un passo dopo l'altro"

di LETIZIA CINI -
15 ottobre 2022
Marika Ciaccia (31 anni)

Marika Ciaccia (31 anni)

Ha imparato a camminare due volte, Marika Ciaccia, seguitissima travel blogger sui social e sulla sua pagina My life in trek, autrice del libro La felicità ai miei piedi (Edizioni Terra Santa), guida ambientale escursionistica e organizzatrice di trekking: “Sì, lo dico ogni volta, ma è così - spiega senza perdere il sorriso - . Mi sono messa dritta sulle gambe da piccolissima e una seconda volta... dopo la malattia“. Ovvero una trombosi venosa profonda a una gamba e un’embolia polmonare altamente invalidanti, patologie che l’hanno colpita ad appena 18 anni (oggi ne ha 31). Nel segno della resilienza, Marika ha saputo trasformare le indicazioni fattele dai medici una volta guarita - “devi camminare“ - nel suo nuovo progetto di vita che è diventato il suo lavoro.
Marika Ciaccia (31anni) oggi vive a Torino

Marika Ciaccia (31anni) oggi vive a Torino

“Così ho iniziato e, poco alla volta, non ho più smesso: all’inizio provavo a fare piccole passeggiate avanti e indietro fuori casa o cercavo di attraversare piazze e fare su e giù da marciapiedi, nel tempo ho sentito che l’asfalto e lo smog cittadino non facevano al caso mio e mi sono spostata nei boschi, trovando una dimensione nuova che mi rigenerava totalmente“, confida Marika Ciaccia a Luce!, raggiunta alla Borsa internazionale del Turismo Sportivo & Benessere termale 2022, che si è tenuta dal 6 al 9 ottobre all’Hotel Hermitage - La Biodola, all’Isola d’Elba (Livorno), dove era in veste di relatrice. Tema delle giornate, lo Slow sport, ovvero lo sport per riconciliare corpo e mente, "avvicinarsi alla natura, preservare la propria salute, integrando attività fisica alle pratiche di benessere", spiega Marika Ciaccia.

Un modo di viaggiare che si sente di consigliare a tutti? "Certamente, camminare fa bene al corpo ma, in primis, fa bene all’anima. E io ne sono la testimonianza vivente. Grazie alla montagna e al Cammino ho imparato ad affrontare le mie paure, facendone un punto di forza e oggi cerco di trasmettere lo stesso spirito tramite il mio sito My life in trek, augurandomi di vedere sempre più persone a spasso per i sentieri del mondo“. Tutto questo mettendo un passo dietro l’altro, appunto. “È così: camminando ho imparato a conoscere i miei limiti, il mio corpo e il mio modo di affrontare le difficoltà, scoprendo che non c’era niente di cui aver paura là fuori. Da adolescente insicura mi sono trasformata in una donna indipendente, che non riusciva più a tollerare di vivere in situazioni opprimenti e poco attinenti ai naturali bisogni umani“. Com’è nata l’idea di fare della sua passione un lavoro? “Quello di travel blogger è solo una parte di quello che faccio, la punta dell’iceberg: oltre a raccontare le mie avventure sul web nella speranza di ispirare le persone che mi seguono, scrivo libri, scrivo su riviste di settore, partecipo ad eventi come questo e sono guida escursionistica ambientale. Nel mio percorso lavorativo mi sono trovata anche a gestire progetti turistici dietro le quinte, e questo mi ha portato a conoscere le esigenze degli imprenditori, politici, albergatori e, ovviamente, turisti, essendone io parte attiva“.
Marika Ciaccia, seguitissima travel blogger sui social e sulla sua pagina ’My life in trek, autrice del libro ’La felicità ai miei piedi’ (Edizioni Terra Santa), guida ambientale escursionistica e organizzatrice di trekking:

Marika Ciaccia, seguitissima travel blogger sui social e sulla sua pagina ’My life in trek, autrice del libro ’La felicità ai miei piedi’ (Edizioni Terra Santa), guida ambientale escursionistica e organizzatrice di trekking:

Cosa propone ai viaggiatori desiderosi di mettersi in cammino? “Quando lavoro alla promozione di un pacchetto o di una attività, cerco sempre di mettere in connessione le diverse esigenze di tutti gli attori in gioco, per la buona riuscita del progetto. Ma è sempre più evidente che il turismo, e il turista, sta cambiando“. In quale direzione? “Potrei fare mille esempi, iniziando da luoghi come Venezia, che da città simbolo nel mondo, per la loro unicità, sono stati depauperati e sempre più simili a Gardaland, sviscerati della loro bellezza; fino ai luoghi più famosi di Instagram, quelli dove tutti vogliamo andare solo per collezionare la foto ricordo, con il risultato di trovarsi in mezzo al turismo di massa e ad aver difficoltà a godersi il sito. Che dire, inoltre, degli abitanti locali? O si adattano a quel tipo di mercato, limitando le proprie possibilità di crescita, o devono andare altrove e lasciare la propria casa“. Da cosa nasce il desiderio della lentezza, in un mondo che va sempre più di corsa? “Penso sia una delle rare eredità positive lasciate pandemia; il bisogno di esperienze autentiche, di rallentare, di turismo di prossimità, di ricordi che ci possano arricchire anche la vita quotidiana al rientro dalle ferie, al rispetto della natura, del nostro corpo e della nostra spiritualità".
Marika Ciaccia, seguitissima travel blogger sui social e sulla sua pagina ’My life in trek, autrice del libro ’La felicità ai miei piedi’ (Edizioni Terra Santa), guida ambientale escursionistica e organizzatrice di trekking:

Marika Ciaccia, seguitissima travel blogger sui social e sulla sua pagina ’My life in trek, autrice del libro ’La felicità ai miei piedi’ (Edizioni Terra Santa), guida ambientale escursionistica e organizzatrice di trekking:

Della serie, non si sceglie più la meta in base alla domanda “dove vado?” ma in base a “perché voglio andare?” “Esattamente: per un esito positivo del viaggio occorre buona assistenza, qualche coccola in più che faccia sì che non ci si senta come “un numero”, prezzi adeguati in base ai diversi target di riferimento, perché non è possibile far pagare un pernotto ad un escursionista che si ferma una o due sere quanto ad una persona che fa la settimana di mare intera. Hanno anche esigenze diverse, se il turista classico vuole essere viziato in tutto, il turista slow ha esigenze più spartane e basilari, preferisce scambiare due chiacchiere piuttosto che servizi aggiuntivi“. Un consiglio da mettere nello zaino? “Uscite di casa ed esplorate i dintorni. Non serve andare dall’altra parte del mondo e questo vi fa conoscere meglio le bellezze del posto dove vivete. Un gesto semplice come camminare vi darà modo di riordinare i pensieri, di respirare a fondo, di tornare a casa ricaricati e con la voglia di fare di più e di farlo meglio. A me ha letteralmente cambiato la vita“.