Dai Massive Attack al cattivo esempio dei Rammstein: come i festival musicali possono essere ecologici

Mentre i concerti dei Rammstein comportano l’emissione in atmosfera di un’importante quantità di anidride carbonica, i Massive Attack ci insegnano che un’alternativa concertistica più sostenibile è possibile

di AMBRA NARDI -
10 settembre 2024
I Massive Attack sul palco dell'Act 1.5 il 1 settembre a Bristol (Instagram)

I Massive Attack sul palco dell'Act 1.5 il 1 settembre a Bristol (Instagram)

Anche la musica può aiutare l’ambiente e i Massive Attack ce ne hanno dato prova. La band originaria di Bristol ha fatto la storia con “Act 1.5”, concerto definito come il più green di sempre, svoltosi nella loro città natale. 

L’Act 1.5 si ispira all’accordo di Parigi del 2015 – che punta a mantenere il riscaldamento globale entro i 1,5 gradi Celsius – proponendo un’alternativa più sostenibile rispetto ai soliti eventi di musica dal vivo. 

Le iniziative dell’Act 1.5 

I Massive Attack, che hanno sempre avuto a cuore il tema della sostenibilità ambientale, hanno ridotto l’impatto ecologico stravolgendo le classiche dinamiche concertistiche. L’evento è stato alimentato al 100% da energia rinnovabile e molte altre misure innovative sono state adottate per ridurre le emissioni di carbonio.

Nessun parcheggio è stato fornito per i 34.000 spettatori attesi, misura per incentivare i partecipanti a raggiungere lo show a piedi, in bicicletta o usando i mezzi pubblici previsti dall’amministrazione locale. Il cibo offerto all’interno del festival era interamente vegano e a chilometro zero, mentre i bagni realizzati in modo da essere compostabili. Attenzione è stata posta anche al trasporto delle attrezzature, che generano conseguenze ambientali non indifferenti. Per far fronte a questo aspetto, la band ha ridotto i camion usati da sei a due, mentre i membri si sono spostati prevalentemente in treno.  

I Massive Attack sperano che il concerto di Bristol possa essere d’esempio all’industria musicale, e di come possa evolversi verso modelli più sostenibili senza compromettere la qualità dello spettacolo. Come recita il motto dell’Act 1.5, “i festival possono essere puliti e verdi: il futuro inizia oggi”. 

Quanto inquinano i concerti? 

Gli eventi di musica dal vivo spesso comportano importanti conseguenze ambientali: basti pensare all’inquinamento acustico e luminoso, all’esorbitante uso di risorse elettriche o ai rifiuti generati dai partecipanti e il loro smaltimento.

Uno studio svolto dal Green Touring Network ha stimato che i concerti generano annualmente circa 670.000 tonnellate di CO2 e che quindi, per ciascun partecipante, la quantità di anidride carbonica emessa varia dai 2 ai 10 kg. Le emissioni prodotte durante le esibizioni non sono di certo costanti, dipendono da molteplici fattori tra cui la dimensione dell’evento e il numero di partecipanti. Ma i dati parlano chiaro: le principali cause sono dovute principalmente dalla sede dell’evento, generando il 34% di produzione di anidride carbonica, seguite dai trasporti (sia privati che pubblici) con il 33% e la produzione di merchandising con il 12%. 

Il cattivo esempio dei Rammstein 

Mentre i Massive Attack portano avanti la loro campagna di sensibilizzazione green, i concerti dei Rammstein – con i loro eccezionali giochi pirotecnici – comportano l’emissione in atmosfera di una notevole quantità di anidride carbonica.

Gli effetti pirotecnici dei Ramstein (Instagram)
Gli effetti pirotecnici dei Ramstein (Instagram)

Secondo una ricerca dell’Lca Working Group, il concerto della band tedesca tenutosi il 21 Luglio 2024 alla Rcf Arena di Reggio, avrebbe prodotto una quantità di CO2 equivalente ad un viaggio per settemila chilometri in automobile. Come da Reggio alla città di Mumbai, per intenderci. 

Come sostiene il gruppo di ricerca, sebbene gli eventi musicali siano parte del nostro patrimonio culturale – e come tali debbano essere salvaguardati, valorizzati e protetti – il rispetto dell’ambiente è una prerogativa e un impegno che la musica dovrebbe mettere in atto con comportamenti più ecosostenibili.