Miss Italia 2023, le prefinaliste dicono "No" alla violenza di genere

Erano in 220 sulla spiaggia di Corigliano-Rossano (Cs), all'alba, insieme alla patron del concorso Patrizia Mirigliani. "

di CAMILLA PRATO
6 ottobre 2023
NO ALLA VIOLENZA 3

NO ALLA VIOLENZA 3

Vogliono dire basta, vogliono che si fermi. Che cessi di esistere. Un "No" gigante alla violenza contro le donne. Questa mattina, 6 ottobre, all'alba, le 220 prefinaliste di Miss Italia si sono radunate sulla spiaggia di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, in flash mob per dire, tutte insieme, che è l'ora di porre fine a questa piaga sociale. Con loro anche la patron Patrizia Mirigliani, che ha promosso l'iniziativa.

Il flash mob sulla spiaggia calabra

Due lettere, bastano quelle per ribadire un concetto che dovrebbe essere impresso con il fuoco nelle coscienze di ognuno. A comporle, formando quel no enorme, le stesse ragazze che sono state selezionate in questi mesi nei concorsi regionali e si preparano ora ad affrontare l'ultima fase del concorso di bellezza. Non si è trattato di un evento fine a se stesso ma piuttosto è il frutto di una profonda analisi sul ruolo della donna che ha preso forma ieri, con l'avvio delle prefinali nell'anfiteatro del BV Airone Resort, location esclusiva della manifestazione. Una riflessione profonda, favorita dagli spunti offerti da una commissione tecnica attenta e preparata che ha consentito alle ragazze di affrontare insieme temi di grande attualità, come quello della contrapposizione ancora ben marcata tra maschio e femmina, della decadenza morale di oggi e della violenza in ogni sua forma, da quella 'tradizionale' al cyberbullismo.
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Il flash mob delle 220 prefinaliste contro la violenza di genere

Miss Italia, un'occasione di confronto

La selezione vuol essere infatti anche un'occasione di incontro e di confronto su tematiche di grande attualità per l'universo donna. "L'edizione di quest'anno - spiega la patron del concorso, Patrizia Mirigliani - è soprattutto un grido unanime contro la violenza, simbolo di una società impegnata e sensibile nei confronti delle donne. E, senza temere di essere accusati di presunzione, posso affermare che il Concorso ha anche una funzione 'terapeutica', come ribadito più volte dagli stessi componenti della commissione tecnica. Da noi le ragazze si sfogano, raccontano i loro trascorsi e le loro disavventure, molte di loro si liberano dalle paure e dalle incertezze".
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"No" alla violenza sulle donne: il flash mob sulla spiaggia di Corigliano-Rossano

"In un Paese come il nostro, in cui il tema della violenza di genere è ormai all'ordine del giorno - prosegue Mirigliani -, Miss Italia lancia un segnale d'allarme che ricorda il grido di dolore degli anni '70, quando le donne rivendicarono il diritto di disporre del proprio corpo e del proprio destino. Qui, un campione attendibile di ragazze che rappresenta l'Italia di oggi torna a farci riflettere, ancora una volta, sul tema dei valori fondamentali della vita. Sono donne consapevoli, combattive, che tengono alla loro libertà e che hanno a cuori i temi sociali più delicati". Ragazze che lanciano il cuore oltre l'ostacolo e che con la loro maturità superano ogni demagogia perché, conclude la patron: "Bisogna rispettare le donne nelle loro scelte, anche quando si tratta di proporsi per il loro talento e la loro bellezza".

La polemica per l'esclusione delle donne trans

"Mio padre Enzo amava ricordare che 'Miss Italia' è un gioco, il gioco dell'estate: erano anni in cui eravamo felici e serene, oggi le cose sono cambiate e il concorso non è più solamente questo, è molto di più". Patrizia Mirigliani, lo aveva detto qualche giorno fa, preannunciando il flash mob. "Stiamo attraversando un momento difficile, in cui non basta indossare un paio di scarpette rosse per combattere la violenza", osservava durante l'incontro con le prefinaliste della 84esima edizione di Miss Italia all'Airone Resort. "Nel nostro piccolo, vorremmo impegnarci per cambiare tante cose e innanzitutto vogliamo contribuire a rendervi libere. Qui avete la massima libertà di espressione e ricordate che essere belle non è e non sarà mai una colpa bensì un dono".
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Patrizia Mirigliani con le finaliste dello scorso anno. La patron è stata travolta dalle polemiche per l'esclusione delle donne trans (Instagram)

Parole che tuttavia stonano con la scelta, fatta nei mesi scorsi, di escludere le ragazze trans dal concorso. E la famosa libertà d'espressione? E il rispetto delle diverse identità di genere? Dopo le dichiarazioni di Mirigliani ("Il regolamento prevede che bisogna essere femmine sin dalla nascita") e il suo commento sull'elezione in Olanda di Rikkie Valerie Kollé, la prima donna transgender a vincere il titolo ("Una trovata pubblicitaria") si era scatenata una lunga scia di polemiche e di reazioni contro quella che è stata vista come una discriminazione arbitraria. Va bene promuovere una cultura di rispetto, è giusto sensibilizzare contro il fenomeno della violenza. Ma se si universo donna si parla non si può escludere una fetta, pur minoritaria, di persone che donne non erano ma lo sono diventate.