Cosa ci fanno quattro pecore iscritte a scuola? La trovata dei genitori degli alunni

Una classe in Francia rischia la chiusura perché non ha raggiunto il numero minimo di iscritti. L’idea di un gruppo di genitori è stata quella di iscrivere quattro pecore, per scongiurare il rischio. Una situazione che interessa soprattutto i piccoli comuni e le zone extraurbane

di DOMENICO GUARINO
15 maggio 2024
Quattro pecore iscritte a scuola in Francia

Quattro pecore iscritte a scuola in Francia

"Sei una capra!": quante volte l'avete sentito ripetere verso persone ritenute non di somma intelligenza. Per altro offendendo degli animali in realtà molto vispi. Ma tant'è. E quante volte avete ascoltato qualcuno parlare di 'pecore' per indicare chi si accoda a scelte e comportamenti altrui, per quieto vivere o ignavia o mancanza di spirito critico? In entrambi i casi si fa riferimento a persone di intelligenza poco brillante. E men che mai acculturate. 'Studiate' come direbbe qualcuno.

Questo fino a oggi. Ma domani il detto potrebbe cambiare. Perché anche gli ovini possono tornare utili nella lotta contro la penuria di studenti che, a causa della denatalità, rischia, nei Paesi cosiddetti 'evoluti', di far saltare il banco (è proprio il caso di dirlo) dell'educazione scolastica.

Come a Notting-Voyeur-Her Melange nella Regione della Mosella, in Francia, dove, per impedire che i propri figli non avessero più una classe di riferimento, alcuni genitori hanno pensato bene di iscrivere a scuola quattro pecore, gentilmente prestate da un agricoltore locale, e ribattezzate con nomi altisonanti: John Deere, Valériane Deschamps, Phil Tondus e Marguerite Duprès.

La decisione deriva dal fatto che Il ministero dell'istruzione aveva fatto sapere ai tre comuni che solo con almeno 98 iscritti sarebbe stato possibile garantire il mantenimento della quinta al rientro a settembre. Solo che di bambini sul registro ce ne erano solo 94, dunque ne mancavano quattro. E allora ecco l'idea che non ti aspetti: mandare in classe gli ovini. Tutto in regola: ogni pecora ha due genitori, un indirizzo ed una data di nascita. I dossier compilati sono stati inviati all’Istruzione nazionale dall’ufficio del Comune, che ha partecipato attivamente alla mobilitazione.

Cosa c’è dietro?

Il messaggio è chiaro. “I nostri figli non sono delle pecore da contare”, ha spiegato in un video Loïc Firtion, presidente dell’associazione dei genitori che ha rassicurato gli animalisti che i quattro ovini prestati da allevatori locali hanno fatto regolarmente ritorno alle loro fattorie. “Inizialmente abbiamo protestato, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta dal governo. Abbiamo quindi deciso di usare l'assurdo per rispondere a una decisione assurda” ha aggiunto.

Cosa accadrà ora? Al momento non è dato saperlo. Di certo la trovata (geniale) ha avuto il merito di far parlare tutto il mondo della questione. Sperando che questo serva a qualcosa. Le ragioni dei bilanci e dei numeri da incasellare contro quella dei diritti e delle persone in carne ed ossa.

Foto ©Loïc Firtion
Foto ©Loïc Firtion

Le zone dimenticate

Chi la spunterà? In attesa di una risposta dal ministero dell’Educazione, i genitori hanno realizzato anche un filmato con delle immagini degli studenti e una canzone denuncia. “Siamo i dimenticati, quelli delle campagne, quelli troppo lontani da Parigi”, e poi ancora “i trenta studenti raggruppati in 50 metri quadrati secondo una filosofia che trasforma il Paese in un centro commerciale”.

In Italia 3mila istituti chiusi in dieci anni

Di certo quanto accaduto in Francia potrebbe accadere in molte scuole d’Europa e del mondo. A causa della denatalità infatti cala il numero di iscritti a scuola e mantenere istituti semivuoti viene ritenuto diseconomico. Meglio chiudere e accorpare. Si pensa. Anche in Italia. Nel nostro paese, solo negli ultimi 10 anni, sono stati già chiusi quasi 3mila istituti nel segmento infanzia e primaria. Manderemo gli ovini a scuola anche da noi? Si vedrà. Di certo sappiamo che il numero di capre sull’isola di Alicudi ha superato quello degli esseri umani. A fronte di circa 100 abitanti effettivi, infatti, se ne registrano infatti più di 600. Magari desiderose di imparare.