Stephanie Wilson, prima a destra, potrebbe essere la prima donna a mettere piede sulla luna. Nella foto in primo piano l'astronauta italiano Paolo Nespoli al termine di una missione Shuttle del 2007 alla quale partecipò la stessa Wilson
Nessuno, è auspicabile, la chiamerà luna di miele. Scontato e inappropriato. perché se nel 2022 al ritorno del
genere umano sulla luna parteciperà anche una donna,
non sarà per ragioni sentimentali o di colore. Sarà perché le donne si fanno valere in astronautica, attività finora appannaggio di pochi o pochissimi, per lo più maschi. Ci sarà almeno una donna, nell'equipaggio targato
Elon Musk, patron di Tesla, che si è aggiudicato (battendo l'altro multimiliardario
Jeff Bezos di Amazon) la commessa Usa per riportare l'essere umano sul satellite naturale del nostro pianeta. La presenza femminile sarà l'elemento di novità più analizzato del ritorno nello spazio, assieme all'affidamento a privati dell'impresa che un tempo avveniva sotto la bandiera (in tutti i sensi) del paese di provenienza e non sotto l'egida di marchi commerciali.
Due astronaute in lizza
Se nella battaglia fra magnati per acquisire la gestione di Artemis, il programma spaziale americano, l'agenzia privata di Musk, chiamata SpaceX ha superato Origin di Bezos, sulla composizione dell'equipaggio la gara è ancora aperta. La certezza è che saranno
un uomo e una donna a comporlo . Donne infatti sono state il 50% o poco meno del personale selezionato nelle leve per astronauti del 2013 e 2017, anche se la percentuale femminile selezionata scende al 30% per le missioni importanti. Secondo la stampa Usa, in lizza per il ruolo di prima astronauta ad "allunare" sarebbero
Jessica Meir e
Stephanie Wilson. Nel secondo caso, alla novità del genere si aggiungerebbe l'appartenenza alla
comunità afroamericana. Troppe novità tutte assieme?
Valentina Tereshkova, cosmonauta sovietica, prima donna della storia a partecipoare a una missione spaziale, nel 1963
Artemis, gemella di Apollo
Del resto, le donne hanno avuto un ruolo importante fino dai primi passi della conquista dello spazio:
Valentina Tereskova trascorse tre giorni in orbita sulla
Vostok 6 sovietica nel 1963, fra gli americani nessuna astronauta pur partecipando a missioni di più lunga durata e difficoltà,
ha eguagliato il mito della cosmonauta bielorussa. Chissà se ci riuscirà la prima donna che approderà sulla luna. Che la nuova conquista spaziale sia declinata al femminile, lo indica il nome stesso del programma spaziale Usa:
Artemis, versione in linguaggio politicamente corretto delle missioni degli anni Sessanta e Settanta consacrate al dio alato Apollo. Nella mitologia greca, Artemis o Artemide era dea della caccia e
sorella gemella di Apollo. Come dire: nella corsa allo spazio gli Usa si ricollegano alle radici e alle sembianze del programma e delle conquiste di allora,
cambia solo il genere. Stavolta si terrà conto, è proprio il caso di dirlo, dell'altra metà del cielo.