Salute mentale: gli italiani spendono fino a 100 euro al mese per psicofarmaci

Sono i dati emersi da un'analisi dell'Università telematica Cusano: rispetto al 2022, c'è stata una crescita del 6 per cento. Tra i disturbi che si manifestano maggiormente ci sono ansia e depressione, mentre la forma principale di disagio è il lavoro

di CHIARA CARAVELLI
8 ottobre 2024
ansia e stress

Ansia e stress: sempre più italiani ne soffrono

Sono oltre 16 milioni gli italiani che lamentano disturbi mentali di media o grave entità. È quanto emerge da un’analisi dell’Università telematica Cusano. Una crescita del 6% rispetto al 2022, in cima alla lista ci sono ansia e depressione, che hanno colpito soprattutto donne e giovani. Questi disturbi sono cresciuti rispettivamente del 26 e del 28 per cento, con un incremento significativo dovuto alla pandemia da Covid-19, creando nelle persone ansia e stress oltre a un profondo senso di solitudine dovuto alle restrizioni legate al Coronavirus.

Un altro dato rilevante dell’analisi riguarda la spesa media mensile per l’acquisto di psicofarmaci psicoattivi: dai 31 ai 100 euro al mese vengono destinati all’acquisto di questi medicinali a causa di sbalzi d'umore (60%), insonnia (59%), sintomi depressivi (58,9%) e crisi di panico (38%). A farne le spese sono soprattutto i giovani, con numeri che viaggiano sui 700mila in Italia e più di 11 milioni in Europa. Nel mondo il 39% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni presenta forme serie o estremamente serie di ansia, stress o depressione.

Tra le cause c’è il lavoro

La principale forma di disagio secondo l’analisi dell’Università Cusano è il lavoro: il 76% dei lavoratori, infatti, ha manifestato almeno una volta sintomi come stanchezza, disturbi del sonno, stress, disinteresse o ansia. Quasi la metà di chi ha difficoltà a gestire ansia e stress (il 44%) decide di autogestire i disturbi e il 33 per cento non richiede nemmeno un consulto medico. Questo deriva soprattutto dal divario tra necessità e disponibilità di cure, solo un terzo di chi soffre di disturbi riceve un trattamento adeguato. Su 130mila psicologi solo il 5% lavora in strutture pubbliche, questo implica che molte persone si rivolgano a strutture private che però hanno costi più elevati rispetto al servizio pubblico.

Il bonus psicologo, in questo senso, ha sicuramente dato una spinta verso un cambiamento anche se sulle oltre 400mila richieste inoltrate ne sono state accolte soltanto 16mila. In vista della Giornata mondiale della salute mentale del 10 ottobre – che quest’anno sarà dedicata all’intreccio tra lavoro, società e salute mentale – anche la Sip (Società italiana di psichiatria) ha lanciato un appello per ambienti di lavoro più sani e sicuri.

"Condizioni di lavoro caratterizzate da forte stress e precariato, ma anche da pregiudizi, discriminazioni e molestie, possono comportare gravi rischi per la salute mentale", spiega Liliana Dell'Osso, presidente della Sip. “E, come ricorda l'Oms, con il 60% della popolazione mondiale al lavoro, il 15% della quale affetta da un disturbo mentale, è necessaria un'azione urgente per ridurre lo stigma sul posto di lavoro attraverso la consapevolezza e la formazione e per creare un ambiente di lavoro più sano e inclusivo che protegga e supporti attivamente la salute mentale”.