tessa spiaggia stesso mare, un mantra che ha accompagnato le vacanze estive di milioni di italiani che, al rientro a scuola di metà settembre, quest’anno appare particolarmente fuori luogo. La riforma della scuola promossa dal ministro dell’Istruzione e del Merito, infatti, ha profondamente modificato interi ambiti del settore dell’istruzione.
Dall’istituzione del Liceo del Made in Italy, per il quale è stata utilizzata una denominazione anglofona, alla riforma degli istituti tecnici e professionali, saranno moltissime le novità alle quali milioni di studenti e studentesse si dovranno adattare per portare a compimento il rispettivo ciclo di studi. Modifiche che, in particolar modo, riguardano l’ambito della disciplina scolastica e del gap tra domanda e offerta di lavoro.
La riforma del “4+2”
Il ddl, presentato alle camere a inizio anno, è recentemente diventato legge, ufficializzando una serie di proposte ritenute dal ministero e dalla coalizione di governo fondamentali per non aumentare il divario tra scuola e integrazione nella filiera produttiva nazionale. “Ad oggi la metà delle aziende fa fatica a coprire i posti disponibili, questa è la realtà. Un mismatch drammatico tra offerta e domanda di lavoro. Noi ce ne siamo fatti carico. Il maggior collegamento tra formazione e imprese è stato tra l’altro condiviso al recente G7 Istruzione di Trieste, riscuotendo un consenso unanime. E la risposta che è già arrivata dal Sud, con l’adesione alla sperimentazione dei percorsi quadriennali di istruzione e formazione tecnica e professionale, ci conferma la volontà di riscatto di tante realtà del nostro Mezzogiorno a cui questa riforma darà un'ulteriore leva per lo sviluppo”, ha dichiarato il ministro ai canali comunicativi istituzionali.
La riforma, infatti, prevede l’istituzione del 4+2, una formula capace di far confluire più velocemente e facilmente gli studenti e le studentesse all’interno del mercato del lavoro accorciando di un anno la durata del percorso di formazione. Un quadriennio che, al termine del percorso di studi - e di tirocini continui - rilascerà un diploma equivalente a quelli dei cicli quinquennali, oltre al via libera per frequentare le facoltà universitarie. In seguito all’attuazione del dll, inoltre, verranno istituite ITS Academy e i campus. Le prime saranno costituite da corsi di specializzazione, mentre i secondi collegheranno più facilmente i centri di formazione ai neo-diplomati.
Non sono certo mancate le critiche di chi reputa questa riforma un eccessivo avvicinamento degli studenti e delle studentesse al mondo del lavoro, privando il loro percorso di studi di nozioni altrimenti acquisibili in un canonico percorso quinquennale, in particolar modo in merito alle discipline umanistiche.
Via i giudizi in condotta, tornano i voti
Da settembre, inoltre, sparirà il giudizio in condotta per fare spazio al ritorno del voto. Un numero che, nel caso in cui lo studente o la studentessa abbiano commesso gravi infrazioni o abbiano tenuto comportamenti particolarmente inadeguati, inciderà in modo netto sul rispettivo percorso di studi. Sopra il 7 non ci saranno impedimenti al prosieguo del percorso di studi, mentre col 6 si verrà rimandati a settembre al fine di sostenere un esame di recupero di cittadinanza.
Ma i problemi arrivano con una votazione pari o inferiore al 5. Bocciatura immediata, senza possibilità di appello a meno di ricorrere al Tar. Una modifica, quest’ultima, particolarmente avversata dagli esperti di settore. Il ritorno al voto numerico, infatti, è stato giudicato particolarmente inespressivo e non formativo, dal momento in cui non consentirebbe di trarre alcun insegnamento al destinatario del voto. A far discutere, inoltre, sono state le dichiarazioni del ministro leghista, il quale è sembrato più interessato ad instaurare un clima di autorevolezza attorno al ruolo del docente che ad attribuire alla condotta un ruolo formativo: “La riforma del voto in condotta ridà valore al comportamento e cambia il senso delle sospensioni. Occorre ripristinare la cultura del rispetto e l’autorevolezza dei docenti, assicurando un ambiente di lavoro sereno per il personale scolastico e un percorso formativo efficace per gli studenti”.