Sex & Love Coaching, l’intesa di coppia la allena l’esperta: “Ancora tanti i tabù”

Scoprire il proprio potenziale e i propri desideri a livello sessuale e relazionale, accompagnati da una professionista. A Luce! Paola Santoro ci racconta il suo programma

di MARIANNA GRAZI -
17 luglio 2024

Ma voi lo sapete cos’è un Sex & Love coach? La redazione di Luce! ne ha inviata una per raccontarci questa professione ancora poco conosciuta in Italia. Paola Santoro, nata tra le colline della provincia senese, 31 anni ad ottobre, ha lanciato da poco il suo programma di coaching, con gli occhi puntati verso il futuro e tanti sogni nel cassetto da inseguire. Ma partiamo dalle basi, anzi dal nome: Paola Santoro in arte è Patata coach (su Instagram, dove lavora, la trovate a questo link)

Paola, perché questo nome?

“Parto da alcune segnalazioni che ho ricevuto, che potrebbe essere interpretato come un nome stereotipato o visto male da chi lavora nell’ambito della sessualità. E premesso che la sessualità sana è il mio cavallo di battaglia, ‘Patata Coach’ non ho alcun tipo di sessualizzazione alla base ma deriva dal fatto che a casa sono sempre stata chiamata ‘patata’, in particolare da mia sorella; è un vezzeggiativo usato tra amiche. Quando sono diventata coach hanno cominciato amici e parenti a casa a chiamarmi ‘Patata coach’, quindi nulla di trascendentale”.

Quindi non è vero che si rivolge solo alle donne (e mi ricollego allo stereotipo)?

“No, assolutamente. Parlando di sessualità sana il mio canale, i miei programmi, il mio lavoro, mira ad essere altamente inclusivo, quindi ho a che fare con persone. Uomini, donne, persone non binarie. Prediligo io stessa un pubblico il più ampio possibile”.

Paola Santoro
Paola Santoro

Entriamo nel vivo del suo programma: di che si tratta?

“E il programma di coaching che ho strutturato per le persone che vogliono avere una visione più chiara di chi sono e cosa vogliono a livello sessuale, per sé e dalla relazione con l’altrə. È un programma di responsabilizzazione, di self empowerment per le persone che comunque si sentono bloccate sessualmente e sentimentalmente, condizionate nei loro comportamenti da blocchi e tabù che sono lì da un po’, che si sentono perse perché non capiscono cosa vogliono dalla relazione e vanno avanti per preconcetti. È basato sull’individualità.

Nell’esperienza che ho avuto io ho capito che è molto complesso arrivare a capire chi siamo e cosa vogliamo dal sesso, non è una cosa immediata come si pensa. L’ho vissuta sulla mia pelle: nessuno ci insegna quale sia la sessualità o la relazione che meglio ci si cuce addosso; ci viene insegnato che le relazioni e il sesso sono un punto di arrivo, che sappiamo già fare tutto e che già sappiamo cos’è giusto per noi. In realtà il mio stendardo è la scoperta: se non scopriamo noi stessə non possiamo sapere in anticipo cosa vogliamo. Per questo si parla di Self & love coaching”.

E come si struttura?

“La caratteristica principale del Patata Coach programme è quella di essere aperto e la particolarità è che richiede tempo. Non prometto una trasformazione in 2/3 mesi, servono 10 sessioni, 10 incontri individuali. È un programma altamente su misura e personalizzabile su chi ne fa richiesta. Ed è un programma che non si arroga il diritto di dare un manuale o una strategia. In questo percorso io sono con la persona, do il mio supporto e sostegno, in modo che la persona riesca a crescere, in maniera guidata. Ad ogni incontro la persona acquisisce strumenti nuovi di sé e consapevolizza nuove risorse che prima non conosceva”.

Paola Santoro
Paola Santoro

Ci spiega meglio chi è il o la coach?

“Rappresenta un sostegno laddove il lavoro individuale non può arrivare. Il coach è quella figura di base che ti accompagna verso una crescita, sopportandoti alla scoperta del tuo potenziale e delle tue risorse. È una figura sempre più diffusa nella nostra società, soprattutto per quanto riguarda il business, la carriera, l’executive e il Life, ma di Sex & Love coach in Italia non ce ne sono molti ma ce ne sarebbe tanto bisogno”.

Lei come è arrivata a diventarlo?

“Attraverso un Ted che avevo visto qualche anno fa. Sono sempre stata appassionata di crescita personale, di sessualità e relazioni, e per me la scoperta di me stessa è stata un viaggio. Anni fa incappai in un TedxTalk di una sessuologa e sex coach che parlava di sessualità come un gioco, che viverla con curiosità fosse la chiave per scoprirsi e godersi. Mi appassionai così tanto a quel discorso che dissi: io farò quello nella vita. Poi mi sono persa, ho seguito altre strade, ma appena ho potuto ho ripreso quella fiammella di passione e ora sento che sia la professione che meglio mi si cuce addosso.

Ho una formazione avanzata come coach professionista e per quanto riguarda la sessualità e le relazioni ci sono molti corsi, studi, workshop, è un settore che ogni giorno partorisce scoperte nuove. La conoscenza passa però non solo dallo studio personale ma anche dalle attività esperienziali”.

Ci sono tabù parlando di sessualità?

“Ce ne sono tantissimi, e modelli che ci sono trasmessi delle famiglie, dalla società, perché l’Italia è un Paese bigotto. Siamo davanti a un tabù o a un condizionamento quando facciamo fatica ad ascoltare un determinato argomento e quindi anche a parlarne. Io vedo tantissime persone che parlando di sessualità si irrigidiscono oppure rimangono in silenzio perché hanno timore di non poterne parlare a loro volta. Io credo invece che la sessualità sia un valore libero, non importa come si vive ma è importante viversela per gioia, per godersela”.

Ha avuto a che fare con persone che si sono rivolte a lei ma poi hanno avuto difficoltà ad aprirsi?

“Si certo. Quando arriva in sessione la persona è già più tranquilla a parlare di sesso, a proprio agio. Uno dei valori che considero portanti nel mio Patata coach programme è che le persone possono parlare dei propri limiti, blocchi e problemi in un ambiente sicuro e non giudicante. I timori sono nei primi contatti, dove c’è sempre vergogna, una cosa detta a metà per cui poi un po’ la devi capire da sola e chiedere conferma. C’è molta vergogna e insicurezza, tanto che molte persone si sono approcciate ma al momento di iniziare il percorso si sono tirate indietro. Non è un percorso facile, per questo cerco di dare un tocco di leggerezza al mio lavoro anche partendo proprio dal nome. Perché quando si parla di andare in profondità e scoprire se stessə ci sono sempre resistenze, di cui siamo più o meno consapevoli”.

Perché rivolgersi a un coach e non ad un terapista, a uno psicologo?

“Sono due figure molto diverse: lo psicologo ha una preparazione clinica, lavora sui traumi della persona in profondità; il coach lavora nel presente per sbloccare il potenziale di quella persona, non agisce sulle ferite, sui traumi. Mentre la psicoterapia va in profondità, quindi, il coaching lavora in maniera produttiva per spingersi in avanti. Ma ovviamente ci può essere un’interazione tra queste figure: nel mio programma propongo c’è l’idea di collaborare con gli esperti per dare un supporto ancora più strutturato”.

La richiesta più strana che le è mai stata fatta?

“Diciamo non piacevoli, perché alcuni uomini su Instagram mi hanno approcciata chiedendomi massaggi tantrici o pratiche sessuali particolari. Ecco questo lo ribadisco sempre: nel mio programma non c’è pratica sessuale attiva, quella la fate a casa vostra, da sole, soli o in compagnia applicando quello che avete scoperto grazie al coaching a livello personale e relazionale”.

In questa scoperta di sé che ruolo ha la masturbazione?

“Io ne consiglio tanta, penso che gran parte delle relazioni si salverebbero grazie a una buona dose di auto-piacere alla base. E parlo soprattutto delle donne, sia che siano in una relazione che no, non pensano alla masturbazione, non si sentono chiamate a farlo. E invece gran parte del conoscersi parte dal là. Io intendo il sesso come rapporto tra persone ma anche come autoerotismo, nella parola racchiudo tutto quello che è piacere”.

In tema piacere sorgono altri tabù e pregiudizi, soprattutto per quanto riguarda l’orgasmo femminile…

“La cosa peggiore è che ho visto tantissime donne che pensano solo al partner, che non sono soddisfatte dal rapporto sessuale con il proprio uomo ma che pensano esclusivamente al suo piacere, al suo orgasmo. E da parte delle donne c’è totale omertà da questo punto di vista, magari ne parlano con le amiche ma non con una professionista”.

Ma in generale le vengono chiesti consigli anche su pratiche, azioni, modalità per raggiungere l’orgasmo?

“Sì, ma quelle richieste sono molto soggettive e bisogna vedere l’insieme della coppia. Sentire una campana sola da quel punto di vista è complicato. Non mi è ancora capitato di lavorare su questo con le coppie ma credo sia uno degli aspetti più interessanti tra quelli propongo, perché il coaching è un metodo che mira alla crescita e allo sviluppo della persona, tirando fuori il potenziale sopito che è in ognuno. Questo a livello di coppia si moltiplica”.