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Home » Lifestyle » TaskRabbit, il fai da te è un gioco da ragazze. In Italia il 60% dei tasker attivi sono donne

TaskRabbit, il fai da te è un gioco da ragazze. In Italia il 60% dei tasker attivi sono donne

La società, fondata in California nel 2008 e acquistata da Ikea nel 2017, è sbarcata anche in Italia – per ora solo a Milano e Roma – l'anno scorso, ma gli utente sono già oltre 6500, soprattutto tra i giovani fuorisede. Un'opportunità, soprattutto per le donne, di abbattere i luoghi comuni dei 'lavori da maschio'

Nicolò Guelfi
16 Maggio 2022
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Un’azienda che mescola tecnologia, spazio per le donne e servizi per giovani e anziani. TaskRabbit, la società fondata in California nel 2008 dall’imprenditrice Leah Busque e acquistata da Ikea nel 2017, offre un servizio per tutti coloro che hanno bisogno di svolgere lavoretti casalinghi, come ad esempio il montaggio dei mobili. Avevamo già raccontato la storia virtuosa di Sara Wilson e Silvia Scalzi, due amiche che durante la pandemia si erano reinventate come esperte di bricolage. Oggi, a un anno dall’arrivo in Italia, si registra che il 60% dei tasker attivi sulla piattaforma sono proprio donne.

Una sfida al femminile

TaskRabbit
TaskRabbit è stata fondata nel 2008 in California ed è sbarcata in Italia nel 2021. Fornisce un servizio di aiuto per piccoli lavori domestici

In un mondo del lavoro che tende a non favorire l’ingresso e la carriera femminile, il network globale che mette in contatto chi ha bisogno di una mano per lavori dentro e fuori casa con tuttofare professionisti rappresenta un importante traguardo: il nostro Paese si attesta quello con la più alta percentuale di lavoratrici donne, seguita dalla Spagna (57%), Regno Unito (45%) e Germania (35%). Ma anche nei ruoli dirigenziali le posizioni di spicco sono a maggioranza femminile: dal 2020 l’amministratrice delegata è Ania Smith, mentre la managing director per l’Europa è Begum Zarmann, la quale ha sottolineato come il successo della piattaforma sia legato anche al periodo storico particolare che stiamo vivendo: “È stato interessante notare quanto le donne non si siano sottratte alle sfide, durante questi tempi senza precedenti. Molte persone, rimaste senza lavoro a causa della pandemia, hanno vissuto TaskRabbit come un’opportunità per guadagnare un reddito extra. Il periodo di lockdown ha anche dato la possibilità alle persone di pensare davvero a ciò che volevano fare e a riconsiderare le loro priorità”. 

La flessibilità è la chiave del successo

Le motivazioni questo successo sono varie, ma la principale può essere la flessibilità: “Il fatto che ogni tasker (questo il nome dei tuttofare) possa scegliere quando lavorare e quanto farsi pagare per il proprio servizio costituisce un grande punto a favore – spiega Marco Macconi, Southern Europe Manager di TaskRabbit –. Quando il servizio è arrivato a Milano e Roma un anno fa abbiamo iniziato con 3000 utenti. Oggi sono oltre 6500. Bisogna considerare inoltre che un tasker riceve il 100% del compenso da lui pattuito con il cliente, più eventuali mance. All’azienda spetta solo una piccola percentuale aggiuntiva, nulla viene tolto al lavoratore”. La domanda delle donne lavoratrici va incontro all’offerta del sito, ma c’è anche una sfida ai luoghi comuni, come spiega sempre Macconi: “Sappiamo che spesso le donne hanno esigenza di avere un’agenda di lavoro flessibile, ma credo che ci sia anche la volontà di dimostrare che possono svolgere dei compiti che sono tradizionalmente considerati adatti solo per gli uomini. È un modo per dire che la diversità e l’inclusione nel lavoro sono cose vere, non solo parole”.

TaskRabbit_6
Nel nostro Paese il 60% dei tasker attivi sono donne, e anche a livello dirigenziale la società ha una guida tutta al femminile

Dove è disponibile e a chi si rivolge il servizio

Ad oggi il servizio è disponibile solo a Roma, a Milano e nelle rispettive province, ma nei primi 365 giorni sono state registrate oltre 153mila prenotazioni, principalmente per richieste di assemblaggio mobili, l’aiuto per i traslochi e le piccole riparazioni domestiche. La tipologia di utenti che si rivolgono a TaskRabbit è varibile: dagli studenti fuorisede agli anziani con difficoltà nello svolgere compiti gravosi, ma la fascia preponderante è sicuramente quella più giovane. il 52% dei clienti ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, mentre il 22% delle richieste proviene da under 25. 

Il successo e la diffusione del servizio sono dovuti anche al fatto che in grandi città come Milano è Roma, se non si è del posto, può essere difficile trovare subito un professionista in grado di svolgere il lavoro. TaskRabbit ha costituito una vetrina molto utile soprattutto per il pubblico giovane e fuorisede nei grandi centri, ma le ambizioni di crescita non sono finite: “Abbiamo in programma di estendere il servizio anche al resto dell’Italia. Ancora non sappiamo con certezza le date, ma il progetto c’è. Il discorso anagrafico è vero, i giovani sono i principali clienti, ma crediamo che anche altre fasce d’età potrebbero beneficiare di questo servizio. Ci piace dire che il nostro è un servizio ‘boomer proof’”, conclude Macconi.

Il risultato ottenuto da TaskRabbit non è da sottovalutare: stando a un report stilato da Edge Strategy, società che occupa di certificare la parità di genere all’interno delle aziende, nel 2021 le donne nei board di direzione delle aziende da loro analizzate erano solo il 24,7%, mentre ai livelli di top management erano il 29,6%. Il tasso di occupazione femminile nel nostro Paese nel 2021 ha raggiunto il suo massimo storico con una quota che si attesta al 50,5%. Ciò significa che solo una donna su due ha un impiego e molto deve essere ancora fatto per creare un contesto in cui queste possano accede e crescere nell’ambito professionale nella stessa misura degli uomini. 

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  • Premiata per i suoi importanti lavori relativi al cosiddetto "problema dell
  • “Lo considero un dono, anzi. Proprio per questo la natura mi ha dato tante altre cose, come la capacità di ascoltare in modo diverso rispetto agli altri: ho l’orecchio assoluto.”

Nemmeno 18 anni e già si sta imponendo come una delle artiste più mature e sorprendenti del panorama internazionale: è Frida Bollani, cantante, pianista e compositrice toscana. 🎶

“Sono cresciuta circondata da arte, da musica. Ho un nonno che dipinge, mia mamma fa la cantante, papà il pianista. Ho iniziato così a due anni, quasi per gioco. Lo studio del pianoforte e la professionalità sono arrivati dopo” racconta la giovane artista che ha iniziato a studiare regolarmente pianoforte classico all’età di 7 anni sotto la guida del maestro Paolo Razzuoli, che le ha insegnato la notazione musicale in braille. 

Ipovedente dalla nascita, non ha mai ritenuto la sua condizione un ostacolo.

Leggi l’intervista completa a cura di Barbara Berti ✨

#lucenews #lucelanazione #fridabollanimagoni #primotour
  • Ha dato scandalo con il primo ombelico mostrato sulla tv di Stato e con il “Tuca Tuca“. È stata la prima ad indossare un abbigliamento che oggi è classificato come “proto-glam”. Il suo caschetto biondo ha cambiato il look di milioni di donne. Con il brano “Luca” per la prima volta ha parlato di omosessualità in modo diretto e leggero, e non sorprende, quindi, se sia diventata un’icona gay internazionale. 

È Raffaella Carrà, la donna che ha lanciato inni alla sessualità, ha insegnato alle donne che avere il libero arbitrio in camera da letto non era scandaloso, con canzoni come “A far l’amore comincia tu”. 

Mentre la capitale Madrid il 6 luglio, durante la sfilata del Gay Pride, inaugurerà una piazza in sua memoria, anche l’Italia sta pensando a una piazza, a Roma, da dedicare all’artista ma nel frattempo arriva un Lungomare, quello ciclopedonale del Comune di Bellaria; oltre all’intitolazione degli studi romani di via Teulada 66, quelli in cui debuttò nel 1961 con “Tempo di danza” e dove tornò per condurre “Pronto, Raffaella?“.

Nel primo anniversario della morte di Raffaella Carrà, tante – anzi tantissime – le iniziative per ricordare l’amata conduttrice e icona dello spettacolo.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #raffaellacarra #rumore #tucatuca #afarlamorecominciatu #unannosenzaraffaella
  • “Un mare tumultuoso sta investendo l’adolescenza”, denuncia la Società italiana di pediatria. E in assenza di aiuti, di ascolto, di luoghi in cui sfogare rabbia e paura, dove approda quest’onda scura di malessere? Sul corpo. 

“Non mi piaccio, sono troppo grassa, troppo basso, ho i denti brutti, la pelle brutta, non mangio più, mi abbuffo. E più scorro i profili dei miei influencer, e meno mi piaccio”. È questo il dato più angosciante che emerge dall’edizione 2022 dell’indagine nazionale sugli stili di vita dei ragazzi italiani fra 13 e 19 anni realizzata dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca IARD.

Fra tutti gli indicatori che mostrano il disagio post pandemia dei ragazzi, quello sulla insoddisfazione per la propria immagine fisica ha subito il rialzo più clamoroso: un adolescente su due non ama il proprio corpo. Il 59,1% dei maschi e addirittura il 77,6% delle ragazze ammette che i modelli seguiti sui social influenzano il rapporto con il proprio fisico. 

Fine del quadro a tinte fosche? No, è solo l’inizio. Ripete spesso Massimo Recalcati, star della psichiatria: attenti a non vittimizzare i bambini e i ragazzi definendoli “generazione Covid”. Farne delle vittime, spiega, non favorisce la reazione e la resilienza che i giovani invece devono avere per andare oltre le difficoltà che la vita presenta. 

Ma la ricerca presentata e illustrata dagli esperti dimostra che un’emergenza c’è. E che, affrontarla, dovrebbe essere una priorità di tutte le istituzioni. Perché il problema non è solo il Covid e i due anni passati fermi in casa, senza amici e con la didattica a distanza, ma il clima di guerra che si è instaurato subito dopo i lockdown spengendo sul nascere una nuova fiducia nel futuro che stavano (e stavamo tutti) finalmente cullando. 

Paura del futuro, disturbi alimentari, lista desideri, l’Università, la voglia di evadere e le differenze tra sessi. Tutta l

Un’azienda che mescola tecnologia, spazio per le donne e servizi per giovani e anziani. TaskRabbit, la società fondata in California nel 2008 dall’imprenditrice Leah Busque e acquistata da Ikea nel 2017, offre un servizio per tutti coloro che hanno bisogno di svolgere lavoretti casalinghi, come ad esempio il montaggio dei mobili. Avevamo già raccontato la storia virtuosa di Sara Wilson e Silvia Scalzi, due amiche che durante la pandemia si erano reinventate come esperte di bricolage. Oggi, a un anno dall’arrivo in Italia, si registra che il 60% dei tasker attivi sulla piattaforma sono proprio donne.

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TaskRabbit è stata fondata nel 2008 in California ed è sbarcata in Italia nel 2021. Fornisce un servizio di aiuto per piccoli lavori domestici

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TaskRabbit_6
Nel nostro Paese il 60% dei tasker attivi sono donne, e anche a livello dirigenziale la società ha una guida tutta al femminile

Dove è disponibile e a chi si rivolge il servizio

Ad oggi il servizio è disponibile solo a Roma, a Milano e nelle rispettive province, ma nei primi 365 giorni sono state registrate oltre 153mila prenotazioni, principalmente per richieste di assemblaggio mobili, l’aiuto per i traslochi e le piccole riparazioni domestiche. La tipologia di utenti che si rivolgono a TaskRabbit è varibile: dagli studenti fuorisede agli anziani con difficoltà nello svolgere compiti gravosi, ma la fascia preponderante è sicuramente quella più giovane. il 52% dei clienti ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, mentre il 22% delle richieste proviene da under 25. 

Il successo e la diffusione del servizio sono dovuti anche al fatto che in grandi città come Milano è Roma, se non si è del posto, può essere difficile trovare subito un professionista in grado di svolgere il lavoro. TaskRabbit ha costituito una vetrina molto utile soprattutto per il pubblico giovane e fuorisede nei grandi centri, ma le ambizioni di crescita non sono finite: “Abbiamo in programma di estendere il servizio anche al resto dell’Italia. Ancora non sappiamo con certezza le date, ma il progetto c’è. Il discorso anagrafico è vero, i giovani sono i principali clienti, ma crediamo che anche altre fasce d’età potrebbero beneficiare di questo servizio. Ci piace dire che il nostro è un servizio ‘boomer proof’”, conclude Macconi.

Il risultato ottenuto da TaskRabbit non è da sottovalutare: stando a un report stilato da Edge Strategy, società che occupa di certificare la parità di genere all’interno delle aziende, nel 2021 le donne nei board di direzione delle aziende da loro analizzate erano solo il 24,7%, mentre ai livelli di top management erano il 29,6%. Il tasso di occupazione femminile nel nostro Paese nel 2021 ha raggiunto il suo massimo storico con una quota che si attesta al 50,5%. Ciò significa che solo una donna su due ha un impiego e molto deve essere ancora fatto per creare un contesto in cui queste possano accede e crescere nell’ambito professionale nella stessa misura degli uomini. 

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