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Home » Lifestyle » Tra le bombe e TikTok: Valerishh, la ragazza ucraina che racconta la distruzione sui social

Tra le bombe e TikTok: Valerishh, la ragazza ucraina che racconta la distruzione sui social

Il bagno nella tinozza, gli scaffali del supermercato vuoti, la mancanza di elettricità, le macerie dei bombardamenti. Ma anche l'abbraccio con l'amica di cui non conosceva le sorti e la vita coi suoi cari nel bunker. Valeria Shashenok, 20 anni, da influencer a reporter di guerra

Nicolò Guelfi
13 Marzo 2022
Valeria Shashenok

Valeria Shashenok

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Da fotografa e viaggiatrice a reporter di guerra, in poche settimane. Valeria Shashenok, nota con il nickname @Valerishh, è una giovane ragazza ucraina di 20 anni che ha visto il suo mondo cambiare in un attimo. Prima raccontava il suo lavoro di fotografa e la sua vita, apparentemente normale e serena, attraverso brevi video pubblicati su TikTok. Oggi la giovane documenta, in modo unico e sorprendente, le conseguenze della guerra in Ucraina.

Valeria Shashenok, nota sui social come @Valerishh, è una giovane ragazza ucraina di 20 anni che documenta su TikTok la guerra


L’esperienza, scorrendo i contenuti sul profilo di Valerishh, che ha già superato i 700mila follower, è straniante e inedita. La ragazza, residente a Chernihiv (città di 285mila abitanti nel nord-est a pochi chilometri dalla Bielorussia) racconta per immagini le sue giornate da quando è scesa con la famiglia in un bunker per sfuggire ai bombardamenti. Mostra i palazzi divelti dalle esplosioni, la madre che prepara il borsch (la zuppa tradizionale ucraina), la gioia di poter riabbracciare un’amica che poteva essere morta in uno degli attacchi. Perfino il vecchio ospedale della città, dove lei andava da piccola, è stato distrutto. 

@valerisssh🥲❤️♬ original sound – Valerisssh

Ciò che è ancora più sorprendente è il modo in cui la ragazza racconta la guerra e le sue prigioni: i video sono brevi, carichi di riferimenti scherzosi e meme, si rifanno a trend virali usati dai giovani in tutto il mondo, del tutto adatti al contesto del social ma forse non altrettanto all’oggetto della guerra. Ma l’efficacia è assicurata. Nel video più visto del suo profilo, che ha già superato i 38 milioni di visualizzazioni, la ragazza narra, usando solo immagini e scritte in inglese, la propria routine, divisa tra la famiglia, il cane, la spesa e i resti della sua città, con in sottofondo il brano Che la Luna del cantante italoamericano Luis Prima. L’atmosfera è distopica. Ogni cosa, anche la più tragica, ha un’apparenza ironica, ma come diceva Sigmund Freud: “scherzando si può dire tutto, anche la verità”. Infatti ogni video si conclude con un ringraziamento sarcastico a Vladimir Putin, reo di aver dato il via a questo conflitto e distrutto, insieme a quella della ragazza, la vita di milioni di altre persone.

@valerisssh Living my best life 🥰🥰🥰 Thanks Russia! #ukraine #stopwar #russiastop ♬ Che La Luna – Louis Prima

Nei suoi video Valeria Shashenok prova a sdrammatizzare la situazione con ironia, lanciando però anche importanti messaggi ai media e ai governi occidentali

Shashenok è stata intervistata negli ultimi giorni dai maggiori media internazionali, tra cui la Cnn e la Bbc, che hanno saputo cogliere la rilevanza della sua storia. Valeria è una martire, nel senso che rende testimonianza. Questa, d’altronde, è la prima guerra che si racconta su TikTok. Nello scorso agosto dall’Afghanistan non era affiorato un numero così copioso e dettagliato di contenuti, quando avveniva la presa del potere da parte dei talebani. Ora invece le persone in Ucraina decidono di raccontare quel che accade. Il gesto di Valerishh ricorda altre due figure: la prima è quella, contemporanea, del suo presidente Volodymyr Zelensky, che a sua volta ha compreso l’importanza dei social nella narrazione di guerra e li ha utilizzati, tanto per serrare i ranghi con la popolazione ucraina, quanto per chiedere aiuto e sostegno ai governi e alle popolazioni dell’Occidente. L’altro, più lontano nel tempo ma con la stessa grammatica, è quello di Anna Frank, la giovane ebrea tedesca che raccontava sul suo diario lo scorrere delle giornate durante la prigionia per sfuggire all’Olocausto. 

@valerisssh NATO, CLOSE THE SKY OVER UKRAINE! #ukraine #stopwar #nato ♬ Another Love – Tom Odell

Conscia del potere mediatico acquisito, la ragazza usa il suo profilo, così come quello Instagram, per lanciare messaggi politici e fare esplicite richieste ai leader della Nato. Una su tutte suona come una preghiera: “Close the sky”, ossia imporre la tanto discussa “no fly zone” agli aerei russi che volano sopra l’Ucraina. Un gesto che il leader del Cremlino ha già equiparato a una dichiarazione di guerra. In un TikTok pubblicato l’11 marzo  Valeria mostra dei neonati ucraini, bellissimi, dicendo che senza aiuto, ciascuno di loro morirà. Solo il tempo saprà dirci che fine faranno le parole della giovane e quale sarà il futuro del suo popolo.

@valerisssh #natoclosethesky ♬ original sound – Valerisssh

 

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Da fotografa e viaggiatrice a reporter di guerra, in poche settimane. Valeria Shashenok, nota con il nickname @Valerishh, è una giovane ragazza ucraina di 20 anni che ha visto il suo mondo cambiare in un attimo. Prima raccontava il suo lavoro di fotografa e la sua vita, apparentemente normale e serena, attraverso brevi video pubblicati su TikTok. Oggi la giovane documenta, in modo unico e sorprendente, le conseguenze della guerra in Ucraina.
Valeria Shashenok, nota sui social come @Valerishh, è una giovane ragazza ucraina di 20 anni che documenta su TikTok la guerra
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@valerisssh🥲❤️♬ original sound - Valerisssh
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Shashenok è stata intervistata negli ultimi giorni dai maggiori media internazionali, tra cui la Cnn e la Bbc, che hanno saputo cogliere la rilevanza della sua storia. Valeria è una martire, nel senso che rende testimonianza. Questa, d’altronde, è la prima guerra che si racconta su TikTok. Nello scorso agosto dall’Afghanistan non era affiorato un numero così copioso e dettagliato di contenuti, quando avveniva la presa del potere da parte dei talebani. Ora invece le persone in Ucraina decidono di raccontare quel che accade. Il gesto di Valerishh ricorda altre due figure: la prima è quella, contemporanea, del suo presidente Volodymyr Zelensky, che a sua volta ha compreso l’importanza dei social nella narrazione di guerra e li ha utilizzati, tanto per serrare i ranghi con la popolazione ucraina, quanto per chiedere aiuto e sostegno ai governi e alle popolazioni dell’Occidente. L’altro, più lontano nel tempo ma con la stessa grammatica, è quello di Anna Frank, la giovane ebrea tedesca che raccontava sul suo diario lo scorrere delle giornate durante la prigionia per sfuggire all’Olocausto. 
@valerisssh NATO, CLOSE THE SKY OVER UKRAINE! #ukraine #stopwar #nato ♬ Another Love - Tom Odell
Conscia del potere mediatico acquisito, la ragazza usa il suo profilo, così come quello Instagram, per lanciare messaggi politici e fare esplicite richieste ai leader della Nato. Una su tutte suona come una preghiera: “Close the sky”, ossia imporre la tanto discussa “no fly zone” agli aerei russi che volano sopra l’Ucraina. Un gesto che il leader del Cremlino ha già equiparato a una dichiarazione di guerra. In un TikTok pubblicato l’11 marzo  Valeria mostra dei neonati ucraini, bellissimi, dicendo che senza aiuto, ciascuno di loro morirà. Solo il tempo saprà dirci che fine faranno le parole della giovane e quale sarà il futuro del suo popolo.
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