Montevarchi (Arezzo), 29 settembre 2024 – Cuore e cervello si fondono nella storia straordinaria di un giovane montevarchino, esempio di coraggio e volontà. Simone Del Sorbo, 28 anni, ha saputo superare avversità che avrebbero messo in ginocchio chiunque, su tutte il trapianto del cuore, fino a coronare il sogno di ottenere un dottorato di ricerca in Neuroscienze.
Da Parma, dove si è trasferito per gli studi, racconta il legame ancora forte con la città natale che fin da bambino lo ha visto protagonista di un’altra passione, la musica e il sax suonato nella banda Puccini. Un’adolescenza serena, ricca di interessi, fino a quando, in terza media, ecco i primi sintomi della malattia con delle aritmie: “Stavo facendo sport a scuola, sono svenuto e dai successivi accertamenti è emersa la necessità di impiantare un defibrillatore che regola i battiti ristabilendo il ritmo regolare. Col passare del tempo però è affiorato un aspetto degenerativo della patologia che si è accentuato mentre frequentavo l’Università di Parma per la magistrale in Psicobiologia e Neuroscienze cognitive, dopo la triennale in Psicologia conseguita all’ateneo di Firenze. L’insufficienza cardiaca è peggiorata, avevo il fiato corto, difficoltà a studiare e da un test da sforzo è emerso che per me l’unica soluzione era il trapianto”.
Inserito in lista di attesa dall’ospedale di Padova, pioniere dei trapianti in Italia e che lo aveva in cura, il 7 maggio del 2022 Simone è stato svegliato in piena notte dallo squillo del telefono: “Erano le 3 e mi è stato detto che c’era un cuore e che dovevo subito sottopormi all’operazione. Bisognava fare in fretta e a ripensarci è stata un’esperienza spaventosa. Non ero certo preparato a una simile eventualità in tempi così ridotti. Ho raccolto poche cose e chiamato un’ambulanza per arrivare al più presto in Veneto”.
Una corsa nel buio, la preparazione e poi l’intervento, perfettamente riuscito, dal quale si è ristabilito al meglio tanto da riprendere di slancio a dare esami e a completare la tesi sino alla Laurea premiata con 110 e lode e la menzione d’onore nel luglio di un anno fa. “Avere un obiettivo mi ha aiutato ad andare avanti e nello scorso novembre ho iniziato il dottorato dell’Università di Camerino in Neuroscienze teoriche e applicate che posso svolgere al Cnr qui a Parma. Mi occupo di Neuroscienze computazionali; in parole povere sfruttiamo il computer per analizzare i dati provenienti dalle registrazioni del cervello”.
L’incarico di tre anni lo impegna tra ricerche e conferenze e l’intento è di rimanere nel settore. Del Sorbo ha tagliato dunque traguardi importanti e lancia un messaggio a chi sta per affrontare gli studi universitari: “Scegliete il vostro percorso futuro senza limitarvi nel raggiungimento di obiettivi anche ambiziosi. Tutti abbiamo risorse mentali e fisiche insospettabili a prescindere dai problemi di salute o dal cammino scolastico precedente. Ammetto che al Liceo non ero una cima e dopo il trapianto pensavo di non poter andare da nessuna parte. Invece ho trovato la forza per reagire”. E accanto a lui ha sempre avuto i suoi cari: “La mia famiglia e in particolare il babbo Antonio e la mamma Erica che purtroppo è mancata nel periodo in cui preparavo la triennale”. L’ennesima prova, quest’ultima, per un ragazzo che ha ben chiaro l’orizzonte dei suoi sogni.