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Home » Lifestyle » Typically, il video animato che sfida i tabù legati alle mestruazioni: “Cinque paladine contro la retorica”

Typically, il video animato che sfida i tabù legati alle mestruazioni: “Cinque paladine contro la retorica”

Coloratissimo e pop, è stato realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna #NoShameHere di Bloody Good Period per sensibilizzare la popolazione britannica sull'argomento ciclo mestruale

Letizia Cini
9 Maggio 2022
Si intitola 'Typically' il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna  per sensibilizzare la popolazione sull’argomento ciclo mestruale

Si intitola 'Typically' il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna  per sensibilizzare la popolazione sull’argomento ciclo mestruale

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Si intitola ‘Typically‘, ed è stato realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna #NoShameHere di Bloody Good Period – associazione londinese da sempre in prima linea per sensibilizzare la popolazione sull’argomento ciclo mestruale, con progetti educativi e raccolte fondi per la distribuzione gratuita di prodotti igienici femminili a chi non ha disponibilità economica. Prodotto da Zoe Elizabeth Muslim il video – accompagnato da un’accattivante colonna sonora pop – presenta una serie di sgargianti protagoniste alle prese con il loro “orologio biologico”.
“Armate” di assorbenti e borse dell’acqua calda, le ragazze affrontano le conseguenze del ciclo mestruale, rivendicando la loro natura contro ogni retorica. Al filmato è inoltre associata una raccolta fondi per chiedere al governo britannico di rendere gratuiti tutti i prodotti per l’igiene mestruale.

Cinque paladine contro i tabù

Si intitola 'Typically' il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna  di sensibilizzazione sull’argomento ciclo mestruale
Si intitola ‘Typically’ il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna  di sensibilizzazione sul tema ciclo mestruale

Le cinque paladine contro i tabù legati alla sfera femminile protagoniste di ‘Typically’ “sfidano” leggende e dubbi legati al ciclo mestruale. Sembra incredibile, eppure viviamo in una società nella quale le mestruazioni rappresentano ancora un tabù: che le hai, ma devi tenerle nascoste. Se non riesci a tenerle nascoste, non devi parlarne. Se ne parli, sottovoce e con senso di colpa. Se non le hai più, sei incinta o… sei vecchia.

Mestruo, ciclo, marchese, menarca, ‘le mie cose’, le regole, quell’affare, il barone (o il Mar) rosso, lo zio d’America, quei giorni, ‘ho ospiti’, ‘sono indisposta’. E quando arrivano per la prima volta, arriva la famigerata frase: “Sei diventata signorina”. O un più ‘scientifico’ “ti sei sviluppata”. Inutile girarci intorno, sebbene si tratti di una delle cose più naturali del mondo – come lo sono le fasi lunari e le maree – le mestruazioni restano un tabù.

La prova? L’elenco di nomi e nomignoli – superati solo dalla fantasia di Roberto Benigni nel definire la vagina in tv davanti alla Raffa nazionale sconvolta – nel quale vengono definite pur di non chiamarle per quello che sono. Non che debbano essere un argomento di conversazione, per carità, ma nemmeno un evento disgustoso da nascondere o di cui vergognarsi ed essere radiata. Come accade fra gli ebrei ortodossi che mandano la moglie e dormire in un’altra stanza in ’quei giorni’ (per restare in tema), perché “impura”. Roba da Medioevo.

Cose da non fare (fake)

sebbene si tratti di una delle cose più naturali del mondo – come lo sono le fasi lunari e le maree – le mestruazioni restano un tabù
Sebbene si tratti di una delle cose più naturali del mondo – come lo sono le fasi lunari e le maree – le mestruazioni restano un tabù

E non si contano neanche le cose “proibite” e le dicerie che riguardano il ciclo mestruale: vietato fare ginnastica, lavarsi i capelli (figuriamoci la doccia!), guai a toccare le piante (seccano), fare la conserva di pomodoro (inacidisce), niente sesso o – se si fa – “coito libero, tanto in quei giorni non si resta incinta”. Un elenco di bufale o realtà distorte che potrebbe non avere mai fine.
Siamo nel 2022, la cosiddetta “rivoluzione mestruale” dovrebbe essersi ormai messa in moto, eppure il “period power” resta un fenomeno tutto sommato molto di nicchia, nonostante una piena consapevolezza e una ricca e profonda discussione sul tema siano più che mai necessarie per superare quella che la giornalista francese Élise Thiébaut, nel suo saggio Questo è il mio sangue chiama la “diseguaglianza mestruale”. Testualmente: “Poiché le donne hanno le mestruazioni e le mestruazioni sono oggetto di un tabù, le donne subiscono una forma di oppressione che nessun uomo conoscerà mai – si legge – . Proprio perché il sangue mestruale è un tabù, le donne soffrono senza rimedio da millenni. Proprio perché il sangue mestruale è un tabù, per tanto tempo si è impedito loro di fare il marinaio, cacciare, votare o essere elette, parlare in pubblico o assumere responsabilità politiche o religiose. E si scredita la loro parola dicendo: ’Che c’è? Hai la luna storta? Non avrai mica le tue cose?’, senza peraltro fornire risposte mediche soddisfacenti ai disturbi associati al ciclo”.

Qualcosa sta cambiando

Bloody Good Period ‘Typically’ from Anna Ginsburg on Vimeo.

Negli ultimi anni, sono sempre di più le figure pubbliche che tentano di stimolare il dibattito su questo tema, invitando le donne (giovani e non) a prendere confidenza con il proprio corpo e a non stigmatizzare il fenomeno. Tra queste ci sono le due registe britanniche Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy, già attive in passato sul fronte dei diritti femminili, e ora nuovamente insieme per un ironico e coloratissimo corto animato dedicato al “period power”.
L’organizzazione benefica Bloody Good Period ha deciso di porre fine alla vergogna del periodo con un promo ottimista che remixa la canzone classica di CeCe Peniston, ’Finally’.

La campagna

La campagna #NoShameHere, ideata da Mother, coincide con la Giornata dell’igiene mestruale di venerdì (28 maggio).
Una recente ricerca di Bloody Good Period, all’opera per combattere la povertà del periodo, mostra che la vergogna e lo stigma che circondano le mestruazioni sono ancora prevalenti. Nove su 10 di coloro che hanno le mestruazioni hanno affermato di provare ansia da ciclo sul lavoro, il 63% desidera che i datori di lavoro si normalizzino parlando di periodi sul posto di lavoro e il 25% ha dovuto prendersi una pausa a causa di problemi di salute mestruale, ha rilevato il sondaggio dell’ente di beneficenza. Nel frattempo, durante la pandemia di Covid-19, il problema della povertà mestruale – la mancanza di accesso ai prodotti mestruali a causa di vincoli finanziari o sociali – è peggiorato. Bloody Good Period ha affermato che ora sta soddisfacendo un livello di domanda sei volte superiore a quello pre-Covid, con oltre 81.000 confezioni di prodotti distribuite dall’inizio del blocco del Regno Unito.

 

Si intitola 'Typically' il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna  per sensibilizzare la popolazione sull’argomento ciclo mestruale
Si intitola ‘Typically’ il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna di sensibilizzazione sull’argomento ciclo mestruale

La campagna è incentrata su un colorato film d’animazione, che è impostato sulla musica di ‘Finally’ (finalmente) ma ribattezzato ‘Typically’ (tipicamente) e con i testi riscritti per descrivere le esperienze quotidiane e la realtà delle mestruazioni.
Nel testo le ragazze parlano apertamente del ciclo utilizzando queste parole: “Inevitabilmente stanno arrivando / Il mio periodo sta iniziando / Per favore, fammi sbagliare / Se solo sapessi il fastidio che questo sta causando / Non riesco proprio a descriverlo”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Si intitola 'Typically', ed è stato realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna #NoShameHere di Bloody Good Period – associazione londinese da sempre in prima linea per sensibilizzare la popolazione sull’argomento ciclo mestruale, con progetti educativi e raccolte fondi per la distribuzione gratuita di prodotti igienici femminili a chi non ha disponibilità economica. Prodotto da Zoe Elizabeth Muslim il video - accompagnato da un’accattivante colonna sonora pop - presenta una serie di sgargianti protagoniste alle prese con il loro “orologio biologico”. “Armate” di assorbenti e borse dell’acqua calda, le ragazze affrontano le conseguenze del ciclo mestruale, rivendicando la loro natura contro ogni retorica. Al filmato è inoltre associata una raccolta fondi per chiedere al governo britannico di rendere gratuiti tutti i prodotti per l’igiene mestruale.

Cinque paladine contro i tabù

Si intitola 'Typically' il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna  di sensibilizzazione sull’argomento ciclo mestruale
Si intitola 'Typically' il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna  di sensibilizzazione sul tema ciclo mestruale
Le cinque paladine contro i tabù legati alla sfera femminile protagoniste di 'Typically’ “sfidano” leggende e dubbi legati al ciclo mestruale. Sembra incredibile, eppure viviamo in una società nella quale le mestruazioni rappresentano ancora un tabù: che le hai, ma devi tenerle nascoste. Se non riesci a tenerle nascoste, non devi parlarne. Se ne parli, sottovoce e con senso di colpa. Se non le hai più, sei incinta o... sei vecchia. Mestruo, ciclo, marchese, menarca, ‘le mie cose’, le regole, quell’affare, il barone (o il Mar) rosso, lo zio d’America, quei giorni, ‘ho ospiti’, ‘sono indisposta’. E quando arrivano per la prima volta, arriva la famigerata frase: “Sei diventata signorina”. O un più ‘scientifico’ “ti sei sviluppata”. Inutile girarci intorno, sebbene si tratti di una delle cose più naturali del mondo – come lo sono le fasi lunari e le maree – le mestruazioni restano un tabù. La prova? L’elenco di nomi e nomignoli – superati solo dalla fantasia di Roberto Benigni nel definire la vagina in tv davanti alla Raffa nazionale sconvolta – nel quale vengono definite pur di non chiamarle per quello che sono. Non che debbano essere un argomento di conversazione, per carità, ma nemmeno un evento disgustoso da nascondere o di cui vergognarsi ed essere radiata. Come accade fra gli ebrei ortodossi che mandano la moglie e dormire in un’altra stanza in ’quei giorni’ (per restare in tema), perché “impura”. Roba da Medioevo.

Cose da non fare (fake)

sebbene si tratti di una delle cose più naturali del mondo – come lo sono le fasi lunari e le maree – le mestruazioni restano un tabù
Sebbene si tratti di una delle cose più naturali del mondo – come lo sono le fasi lunari e le maree – le mestruazioni restano un tabù
E non si contano neanche le cose “proibite” e le dicerie che riguardano il ciclo mestruale: vietato fare ginnastica, lavarsi i capelli (figuriamoci la doccia!), guai a toccare le piante (seccano), fare la conserva di pomodoro (inacidisce), niente sesso o – se si fa – “coito libero, tanto in quei giorni non si resta incinta”. Un elenco di bufale o realtà distorte che potrebbe non avere mai fine. Siamo nel 2022, la cosiddetta “rivoluzione mestruale” dovrebbe essersi ormai messa in moto, eppure il “period power” resta un fenomeno tutto sommato molto di nicchia, nonostante una piena consapevolezza e una ricca e profonda discussione sul tema siano più che mai necessarie per superare quella che la giornalista francese Élise Thiébaut, nel suo saggio Questo è il mio sangue chiama la “diseguaglianza mestruale”. Testualmente: “Poiché le donne hanno le mestruazioni e le mestruazioni sono oggetto di un tabù, le donne subiscono una forma di oppressione che nessun uomo conoscerà mai - si legge - . Proprio perché il sangue mestruale è un tabù, le donne soffrono senza rimedio da millenni. Proprio perché il sangue mestruale è un tabù, per tanto tempo si è impedito loro di fare il marinaio, cacciare, votare o essere elette, parlare in pubblico o assumere responsabilità politiche o religiose. E si scredita la loro parola dicendo: ’Che c’è? Hai la luna storta? Non avrai mica le tue cose?’, senza peraltro fornire risposte mediche soddisfacenti ai disturbi associati al ciclo".

Qualcosa sta cambiando

Bloody Good Period 'Typically' from Anna Ginsburg on Vimeo. Negli ultimi anni, sono sempre di più le figure pubbliche che tentano di stimolare il dibattito su questo tema, invitando le donne (giovani e non) a prendere confidenza con il proprio corpo e a non stigmatizzare il fenomeno. Tra queste ci sono le due registe britanniche Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy, già attive in passato sul fronte dei diritti femminili, e ora nuovamente insieme per un ironico e coloratissimo corto animato dedicato al “period power”. L’organizzazione benefica Bloody Good Period ha deciso di porre fine alla vergogna del periodo con un promo ottimista che remixa la canzone classica di CeCe Peniston, ’Finally’.

La campagna

La campagna #NoShameHere, ideata da Mother, coincide con la Giornata dell’igiene mestruale di venerdì (28 maggio). Una recente ricerca di Bloody Good Period, all’opera per combattere la povertà del periodo, mostra che la vergogna e lo stigma che circondano le mestruazioni sono ancora prevalenti. Nove su 10 di coloro che hanno le mestruazioni hanno affermato di provare ansia da ciclo sul lavoro, il 63% desidera che i datori di lavoro si normalizzino parlando di periodi sul posto di lavoro e il 25% ha dovuto prendersi una pausa a causa di problemi di salute mestruale, ha rilevato il sondaggio dell’ente di beneficenza. Nel frattempo, durante la pandemia di Covid-19, il problema della povertà mestruale – la mancanza di accesso ai prodotti mestruali a causa di vincoli finanziari o sociali – è peggiorato. Bloody Good Period ha affermato che ora sta soddisfacendo un livello di domanda sei volte superiore a quello pre-Covid, con oltre 81.000 confezioni di prodotti distribuite dall’inizio del blocco del Regno Unito.  
Si intitola 'Typically' il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna  per sensibilizzare la popolazione sull’argomento ciclo mestruale
Si intitola 'Typically' il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna di sensibilizzazione sull’argomento ciclo mestruale
La campagna è incentrata su un colorato film d’animazione, che è impostato sulla musica di 'Finally’ (finalmente) ma ribattezzato 'Typically’ (tipicamente) e con i testi riscritti per descrivere le esperienze quotidiane e la realtà delle mestruazioni. Nel testo le ragazze parlano apertamente del ciclo utilizzando queste parole: “Inevitabilmente stanno arrivando / Il mio periodo sta iniziando / Per favore, fammi sbagliare / Se solo sapessi il fastidio che questo sta causando / Non riesco proprio a descriverlo”.
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