Si intitola '
Typically', ed è stato realizzato da
Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna
#NoShameHere di Bloody Good Period – associazione londinese da sempre in prima linea per
sensibilizzare la popolazione sull’argomento ciclo mestruale, con progetti educativi e raccolte fondi per la distribuzione gratuita di
prodotti igienici femminili a chi non ha disponibilità economica. Prodotto da Zoe Elizabeth Muslim il video - accompagnato da un’accattivante colonna sonora pop - presenta una serie di sgargianti protagoniste alle prese con il loro “orologio biologico”. “Armate” di assorbenti e borse dell’acqua calda, le ragazze affrontano le conseguenze del ciclo mestruale, rivendicando la loro natura contro ogni retorica. Al filmato è inoltre associata una raccolta fondi per chiedere al governo britannico di rendere gratuiti tutti i prodotti per l’igiene mestruale.
Cinque paladine contro i tabù
Si intitola 'Typically' il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna di sensibilizzazione sul tema ciclo mestruale
Le cinque paladine contro i tabù legati alla sfera femminile protagoniste di 'Typically’ “sfidano” leggende e
dubbi legati al ciclo mestruale. Sembra incredibile, eppure viviamo in una società nella quale le mestruazioni rappresentano ancora un tabù: che le hai, ma devi tenerle nascoste. Se non riesci a tenerle nascoste, non devi parlarne. Se ne parli, sottovoce e con senso di colpa. Se non le hai più, sei incinta o...
sei vecchia.
Mestruo, ciclo, marchese, menarca, ‘le mie cose’, le regole, quell’affare, il barone (o il Mar) rosso, lo zio d’America, quei giorni, ‘ho ospiti’, ‘sono indisposta’. E quando arrivano per la prima volta, arriva la famigerata frase: “Sei diventata signorina”. O un più ‘scientifico’
“ti sei sviluppata”. Inutile girarci intorno, sebbene si tratti di una delle cose più naturali del mondo – come lo sono le fasi lunari e le maree – le
mestruazioni restano un tabù. La prova? L’elenco di nomi e nomignoli – superati solo dalla fantasia di Roberto Benigni nel definire la vagina in tv davanti alla Raffa nazionale sconvolta – nel quale vengono definite pur di non chiamarle per quello che sono. Non che debbano essere un argomento di conversazione, per carità, ma nemmeno un evento disgustoso da nascondere o di cui vergognarsi ed essere radiata. Come accade fra gli
ebrei ortodossi che mandano la moglie e dormire in un’altra stanza in ’quei giorni’ (per restare in tema), perché “impura”. Roba da Medioevo.
Cose da non fare (fake)
Sebbene si tratti di una delle cose più naturali del mondo – come lo sono le fasi lunari e le maree – le mestruazioni restano un tabù
E non si contano neanche le cose “proibite” e le dicerie che riguardano il ciclo mestruale: vietato fare ginnastica, lavarsi i capelli (figuriamoci la doccia!), guai a toccare le piante (seccano), fare la conserva di pomodoro (inacidisce), niente sesso o – se si fa – “coito libero, tanto in quei giorni non si resta incinta”. Un
elenco di bufale o realtà distorte che potrebbe non avere mai fine. Siamo nel 2022, la cosiddetta “
rivoluzione mestruale” dovrebbe essersi ormai messa in moto, eppure il “period power” resta un fenomeno tutto sommato molto di nicchia, nonostante una piena consapevolezza e una ricca e profonda discussione sul tema siano più che mai necessarie per superare quella che la giornalista francese
Élise Thiébaut, nel suo saggio
Questo è il mio sangue chiama la “diseguaglianza mestruale”. Testualmente: “Poiché le donne hanno le mestruazioni e le mestruazioni sono oggetto di un tabù, le donne subiscono una forma di oppressione che nessun uomo conoscerà mai - si legge - . Proprio perché il sangue mestruale è un tabù, le donne soffrono senza rimedio da millenni. Proprio perché il sangue mestruale è un tabù, per tanto tempo si è impedito loro di fare il marinaio, cacciare, votare o essere elette, parlare in pubblico o assumere responsabilità politiche o religiose. E si scredita la loro parola dicendo: ’Che c’è? Hai la luna storta? Non avrai mica le tue cose?’, senza peraltro fornire risposte mediche soddisfacenti ai disturbi associati al ciclo".
Qualcosa sta cambiando
Bloody Good Period 'Typically' from
Anna Ginsburg on
Vimeo. Negli ultimi anni, sono sempre di più le figure pubbliche che tentano di stimolare il dibattito su questo tema, invitando le donne (giovani e non) a prendere confidenza con il proprio corpo e a non stigmatizzare il fenomeno. Tra queste ci sono le due registe britanniche Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy, già attive in passato sul fronte dei diritti femminili, e ora nuovamente insieme per un ironico e coloratissimo corto animato dedicato al “
period power”. L’organizzazione benefica Bloody Good Period ha deciso di porre fine alla vergogna del periodo con un promo ottimista che remixa la canzone classica di CeCe Peniston, ’Finally’.
La campagna
La campagna
#NoShameHere, ideata da Mother, coincide con la
Giornata dell’igiene mestruale di venerdì (28 maggio). Una recente ricerca di Bloody Good Period, all’opera per combattere la povertà del periodo, mostra che la vergogna e lo stigma che circondano le mestruazioni sono ancora prevalenti. Nove su 10 di coloro che hanno le mestruazioni hanno affermato di provare ansia da ciclo sul lavoro, il 63% desidera che i datori di lavoro si normalizzino parlando di periodi sul posto di lavoro e il 25% ha dovuto prendersi una pausa a causa di problemi di salute mestruale, ha rilevato il sondaggio dell’ente di beneficenza. Nel frattempo, durante la pandemia di Covid-19, il problema della povertà mestruale – la mancanza di accesso ai prodotti mestruali a causa di vincoli finanziari o sociali – è peggiorato.
Bloody Good Period ha affermato che ora sta soddisfacendo un livello di domanda sei volte superiore a quello pre-Covid, con oltre 81.000 confezioni di prodotti distribuite dall’inizio del blocco del Regno Unito.
Si intitola 'Typically' il video realizzato da Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy nell’ambito della campagna di sensibilizzazione sull’argomento ciclo mestruale
La campagna è incentrata su un colorato film d’animazione, che è impostato sulla musica di 'Finally’ (finalmente) ma ribattezzato 'Typically’ (tipicamente) e con i testi riscritti per descrivere le esperienze quotidiane e la realtà delle mestruazioni. Nel testo le ragazze parlano apertamente del ciclo utilizzando queste parole: “
Inevitabilmente stanno arrivando / Il mio periodo sta iniziando / Per favore, fammi sbagliare / Se solo sapessi il fastidio che questo sta causando / Non riesco proprio a descriverlo”.